La richiesta di trade fatta da Anthony Davis ha riacceso la rivalità tra Los Angeles Lakers e Boston Celtics, , poiché entrambe le franchigie sono interessate ad assicurarsi le prestazioni del prodotto di Kentucky.
Ricostruire la storia della rivalità per eccellenza dell’NBA richiederebbe l’equivalente di un’enciclopedia a fascicoli. tanti sono gli aneddoti, i fatti ed i personaggi che l’hanno costruita. Per uscire dal basket giocato e narrato, basti pensare che il videogame della Electronic Arts – Lakers versus Celtics and the NBA Playoffs – rilasciato verso la fine dell’era Showtime vs Big Three è ancora tra i più giocati sui vari emulatori online. Così come la puntata Celtics/Lakers: Best of Enemies è tra le più apprezzate della serie 30 vs 30 della ESPN.

Dopo le Finals del 2008 e 2010, la rivalità si è sopita a causa della ricostruzione intrapresa da entrambe le franchigie. Con l’arrivo nell’estate 2017 di Kyrie Irving a Boston e di LeBron James a Los Angeles la scorsa estate, i protagonisti dello storico titolo dei Cleveland Cavaliers hanno riportato sotto le luci della ribalta le due avversarie.
La richiesta di trade di The Brow
La storia è nota. Rich Paul – fondatore del Klutch Sports Group nonché agente ed amico di LeBron – ha dichiarato alla ESPN che il suo assistito non avrebbe firmato l’estensione contrattuale. Inoltre AD è intenzionato a richiedere una trade verso una squadra che gli avrebbe consentito di competere per l’anello.
Lo strappo tra Anthony Davis – per anni faro della franchigia della Louisiana – ed il front-office dei Pelicans giunge nel corso dell’ennesima deludente stagione disputata da New Orleans. Il GM Dell Demps contava sul fatto che i quasi novanta milioni di dollari e l’anno in più che avrebbe potuto mettere sul piatto rispetto alle altre pretendenti, gli avrebbe concesso un vantaggio nella trattativa per il rinnovo.
L’NBA si è subito mossa a tutela dei New Orleans Pelicans, multando Davis poiché il contratto collettivo vieta ad atleti ed agenti la richiesta pubblica di trade. Inoltre, le dichiarazioni di Paul hanno come scopo quello di indebolire la posizione contrattuale dei Pels. La dirigenza della Louisiana in una nota stampa ha ribadito che se ci sarà una trade, sarà secondo le loro condizioni oltre a richiedere alla Lega di inasprire le sanzioni per tampering.
Le pedine di Ainge
Per il numero ed il valore degli asset a disposizione, i Boston Celtics sono stati sempre considerati come una delle pretendenti più credibili della prima scelta dell’NBA Draft del 2012.
Il GM Danny Ainge può utilizzare come pedine di scambio sia atleti di esperienza come Marcus Smart e Gordon Haiward che giovani promettenti come Jaylen Brown e, soprattutto, Jayson Tatum. I verdi possono poi disporre della scelta dei Clippers, della migliore tra quella dei Kings e 76ers oltre a quella dei Grizzlies, che è libera da protezioni nel 2021.
A complicare i piani della Beantown è stata la tempistica della richiesta di cessione dall’entourage di Davis: il regolamento vieta alle franchigie di acquisire via trade due atleti che hanno firmato l’estensione contrattuale con la cosiddetta Rose Rule. In soldoni, Boston può acquisire The Brow dopo il 1° Luglio, quando Irving diventerà free agent, a meno di non inserire nella scambio lo stesso Uncle Drew.
Le chance dei Celtics sembrano poi essere ridotte dalla volontà del diretto interessato. Secondo Shams Charania di The Athletic, per il prodotto di Kentucky Boston non sarebbe una destinazione gradita ma solo una tappa di passaggio. La destinazione preferita? Ancora Charania ha riportato che si tratta proprio dei Lakers.
(Greg M. Cooper, USA TODAY Sports)
Come se non bastasse, nei giorni seguenti il papà del sei volte All Star ha dichiarato alla ESPN che non gradirebbe vedere il figlio indossare la canotta biancoverde:
«Non vorrei mai che mio figlio giocasse per Boston, dopo come hanno trattato Isaiah Thomas. Nessuna lealtà. Un ragazzo ha dato il cuore e l’anima per loro e lo hanno scambiato.»
Condivisibili o meno, le parole di Anthony Davis Sr. sembrano allontanare sempre più Davis dal Massachusetts.
La posizione dei gialloviola
L’arrivo di LeBron ha dato una violenta accelerata al processo di ricostruzione dei Los Angeles Lakers. Il passo successivo è quello di affiancare una o più stelle a James e l’ala dei Pelicans risponde al profilo ideale, grazie alle indiscutibili qualità di cui dispone.
Al termine della gara dello STAPLES Center, gli apprezzamenti fatti da LBJ nei confronti del #23 di NOLA non erano piaciuti a coach Alvin Gentry ed al front office dei New Orleans, che avevano invocato l’intervento della Lega, tramutatosi in un richiamo generale al rispetto delle regole sul tampering.
Ad alimentare le polemiche, la notizia riportata da Chris Haynes di Yahoo Sports – insider molto vicino al nativo di Akron – sulla cena post partita condivisa dalle due superstar.
(Andrew D. Bernstein, Getty Images)
Pur non avendo la possibilità di offrire scelte come quelle dei Celtics, i Lakers hanno tutto l’interesse affinché la trade si faccia prima della deadline – essendo Boston al momento fuori gioco – e di conseguenza hanno iniziato la partita a scacchi con la dirigenza dei Pels.
Magic e Pelinka al lavoro
Nelle prime ore della trattativa, secondo Dave McNenamin di ESPN, Demps non era intenzionato a rispondere alle telefonate del GM lacustre Rob Pelinka, pronto a sottoporre ben cinque proposte alla dirigenza della Louisiana.
Tuttavia, stando alla ricostruzione fatta da Wojnarowski e Zach Lowe di ESPN, preso atto del fatto che Davis non avrebbe firmato l’estensione contrattuale con team diversi dai Lakers, il front office dei Pelicans ha iniziato a dialogare con Magic Johnson.
Per Adrian Wojnarowski, la prima offerta era composta da Lonzo Ball, Kyle Kuzma, Rajon Rondo, Michael Beasley ed una prima scelta. Secondo Charania questa proposta – che avrebbe potuto comprendere veterani come Rondo o Stephenson – non interessa New Orleans, che non ritiene all’altezza il pacchetto offerto. La trattativa però sembra avviata ed i californiani sono aperti ad inserire tutti i membri del roster ad eccezione di Kentavious Caldwell-Pope, anch’egli rappresentato dalla Klutch Sports.
Tania Ganguli e Broderick Turner del Los Angeles Times, hanno riportato che i Pelicans stanno valutando la possibilità di fare una controproposta, aggiungendo una seconda first pick a quella già offerta, soprattutto perché con l’arrivo di The Brow le pick saranno verosimilmente meno appetibili. Secondo le due penne del Times, i dialoghi tra le parti dovrebbero riprendere in queste ore.
Landed in Indy; update on Lakers-Pelicans talks. Magic Johnson, Dell Demps talked twice today, per source. Lakers willing to give Pelicans cap relief for Anthony Davis by taking Solomon Hill for Lonzo Ball, Kyle Kuzma, Ingram, Rondo, Lance Stephenson, Beasley, 2 1st round picks.
— Brad Turner (@BA_Turner) February 4, 2019
Il futuro di Irving
Oltre che l’affaire Davis, Ainge pare debba prepararsi ad una trattativa tutt’altro che semplice per il rinnovo di Kyrie Irving. Dopo aver pubblicamente manifestato la volontà di rifirmare con la franchigia di The City on a Hill, negli ultimi tempi sembra essere meno convinto.
“If you guys will have me back, I plan on re-signing here.” – @KyrieIrving https://t.co/0wDLzuv5WL
— Boston Celtics (@celtics) October 4, 2018
Per Haynes, uno dei motivi per cui Davis non è attratto dall’idea di finire a Boston è proprio l’incertezza che regna sul futuro di Irving.
In un’intervista rilasciata a Ian Begley di ESPN prima della gara contro i New York Knicks, l’ex Cavaliers ha dichiarato che avrebbe scelto che sarebbe stato meglio per il suo futuro, chiudendo l’argomento rimandando tutti i discorsi a dopo il primo Luglio. Durante la gara, i tifosi del Madison Square Garden hanno intonato l’eloquente coro «We want Kyrie!».
Le parole di Kyrie hanno dato adito a diverse speculazioni, amplificate dal fatto che sono giunte a poche ore di distanza dalla trade con cui la franchigia newyorchese, cedendo ai Mavs Kristaps Porzingis, ha liberato lo spazio salariale per provare a firmare due stelle nella prossima free agency.
Un’altra firma di ESPN, Tim Bontemps, ha ricostruito uno scenario secondo il quale Irving potrebbe sbarcare nella Big Apple in compagnia di Kevin Durant e – con un po’ di fortuna con le palline della lottery – del freshman delle meraviglie Zion Williamson.
Uno scenario da incubo per i tifosi del pride, secondo solo a quelli ipotizzati da Brian Windhorst di ESPN o da : lo sbarco nella City of Angels di Kyrie per una clamorosa reunion dell’unico duo capace di battere Golden State.
Il ruolo di LeBron
I due ex compagni proprio nei giorni scorsi si sono riavvicinati e, dopo una lunga telefonata, LeBron James ha parlato positivamente di Irving. Ma in virtù del suo star power, l’impatto mediatico ed i precedenti nel corso della sua lunga carriera, ogni mossa di James scatena le fantasie di media e fan, oltre a poter essere interpretata a sostegno di una tesi e di quella opposta.
Dalla volontà di assurgere a LeGM per intervenire sul roster dei Lakers, alla – presunta – poca considerazione che nutre nei confronti di Luke Walton basta poco per immaginare LeBron come un grande burattinaio capace di agire indisturbato dietro le quinte della Lega.
Al momento dunque Los Angeles favorita su Boston, che invece potrebbe tornare avanti nel caso la trade non si finalizzi entro la deadline. In ogni caso, la rivalità sembra destinata a segnare nuovamente la Lega. I californiani possono contare sulla presenza catalizzatrice di James, mentre i verdi hanno giovani ed asset per restare ai vertici della Eastern Conference per tanto tempo.
Il conto alla rovescia prosegue e tutti, proprio tutti, hanno gli occhi puntati sugli account dei maggiori insider. Anche durante il Super Bowl.
Man where Shams, Woj, Haynes, McMenamin at????…. 🤷🏾♂️
— LeBron James (@KingJames) February 4, 2019
Ironia della sorte, la sera della trade deadline al TD Garden si affronteranno proprio Celtics e Lakers…
NBA & Lakers on the couch, minors & post on the court. 1987, Showtime!