Il giorno dopo la beffa patita sulla sirena dai Trail Blazers ed lo tsunami causato dalle improvvise dimissioni di Magic Johnson, gli atleti dei Los Angeles Lakers hanno incontrato i media per le consuete End of Season Interviews.

Come auspicato da coach Luke Walton nel pre-partita della garacontro i Jazz, a quasi un mese esatto dalla diagnosi – Deep Venous Thrombosis (DVT) – che lo ha costretto a chiudere la stagione anzitempo, Brandon Ingram è tornato a parlare in pubblico.

2019 End of Season Interview: Brandon Ingram

Le dichiarazioni del prodotto di Duke erano tra le più attese, poiché il problema di salute riscontratogli è simile a quello che ha costretto al ritiro, a soli 31 anni, Chris Bosh.

Ero molto preoccupato, conoscevo la vicenda di Chris Bosh. Per fortuna i miei cari mi hanno sorretto, mi hanno detto che tutto sarebbe andato per il meglio, mi ha fatto sorridere.

Brandon Ingram su come ha affrontato la diagnosi della trombosi

Ad inizio Marzo Tiny Dog era stato fermato per un generico problema alla spalla destra.

All’inizio ero preoccupato del fatto che il coach mi avrebbe rimproverato per essere lamentoso, troppo soft. Mentre facevo gli accertamenti non credevo potesse essere una cosa così grave. Mi sono svegliato e il mio braccio era teso, non riuscivo a sollevarlo oltre la mia spalla.

Brandon Ingram sul manifestarsi del problema

Pochi giorni dopo invece, il terzo anno lacustre è stato operato al Ronald Reagan UCLA Medical Center. L’operazione si è resa necessaria per asportare il coagulo, intervenendo anche sulle costole.

Secondo i medici, sembra scongiurato un problema di natura genetica ma trattasi piuttosto di un problema strutturale dovuto ad un evento traumatico.

Tali rassicurazioni hanno di fatto ridimensionato i timori relativi al ritiro prematuro di Slenderman

Per fortuna non avevo nulla di simile a Bosh, credo che il suo fosse un problema più grave. Sono felice che sia stato diagnosticato presto, così posso recuperare più velocemente.

Brandon Ingram sollevato dopo l’intervento

Dopo l’intervento, anche a causa della presenza di fluidificanti nel sangue, l’attività di Ingram è stata praticamente nulla.

Non ero in grado di sollevare nulla con il braccio ed ancora adesso devo limitare gli sforzi. Non riuscivo a respirare bene ed ogni volta che starnutivo o tossivo sentivo un dolore al petto ed alla schiena.

Brandon Ingram sul post operatorio

Un po’ alla volta Brandon ha ricominciato a muoversi, anche se per adesso si limita a fare dei giri intorno alla casa, senza aver più toccato un pallone da basket.

È doloroso poter solo guardare senza essere sul campo. Sono grato però che tutto stia andando per il meglio, però rimanere immobile dopo aver dedicato da una vita oltre otto ore al giorno al basket… È un gran cambiamento.

Brandon Ingram sulla sua assenza in palestra ed a bordo campo

L’ala gialloviola ha poi riconosciuto l’importanza del supporto ricevuto dai familiari, i compagni, il coaching staff e tutti i fan lacustri.

Quando sei afflitto da tante cose negative, avere intorno persone che pensano positivo è una buona cosa.

Brandon Ingram ed il support system

Nella disastrata stagione lacustre, i progressi mostrati da Ingram nelle gare disputate prima dell’infortunio sono state una delle poche note positive.

Nel corso della stagione ho avuto diversi approcci sul come essere efficace, come inserirmi nei meccanismi della squadra. Alla fine ho solo provato a giocare il miglior basket possibile. Giocare e divertirsi. Senza forzare nulla.

Brandon Ingram sull’esplosione pre-infortunio

Secondo lo staff dei Lakers, Tiny Dog dovrebbe recuperare completamente per l’inizio della prossima stagione.

Brandon però dimostra di aver imparato molto anche da questa disavventura, soprattutto su come affrontare il futuro.

Mi ha dato una prospettiva migliore della vita. Senza il basket, non saprei cosa fare. Avrò delle ulteriori motivazioni: non dare nulla per scontato.

Brandon Ingram sul suo futuro

NBA & Lakers on the couch, minors & post on the court. 1987, Showtime!

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