Nonostante la presenza ingombrante di LeBron James, si è preso più responsabilità offensive rispetto agli anni scorsi (14 tiri di media a partita presi, convertiti nel 49,7% dei tentativi) ed ha avuto la migliore stagione in carriera per quanto riguarda la eFG% (.521). Dall’arco, nonostante qualche convincente prova, effettua una media di 1,8 conclusioni a match, che oltretutto non sempre lo premiano (solo 33% di realizzazione). Lo USG% di Ingram si attesta sul 22,6% , il Player Impact Estimate è pari a 9,2.

La stagione

Il campionato inizia con una prova coriacea in difesa (ma povera dall’arco 0/4) culminata in una sconfitta contro i Blazers. Al match successivo ci si aspetta il botto, ma arrivano invece…le botte. Ingram gioca male ed è protagonista in negativo nella rissa con CP3 . La baruffa con i Rockets costa 4 giornate di squalifica. Al rientro con i Wolves difende discretamente su Butler (4-9) e si distingue per tenere a contatto i suoi in contumacia LBJ. Ma non basta ad evitare la sconfitta. Ne segna 17 nella vittoria in volata contro i Mavs. Contro i Blazers (W) non si distingue in attacco (solo 8 punti), ma si sbatte molto in difesa. i 16 punti contro Toronto e un buon controllo di Lowry (0-3) non impediscono una larga sconfitta. Nella vittoria con Minnesota segna 20 punti fondamentali ma sopratutto coinvolge i compagni (6 assistenze). Contro i Kings si mette sulle tracce di Hield e lo disinnesca (0-4 per l’ex Sooner e comoda W losangelina), contro Atlanta (10 punti, 0 tentativi dall’arco) tiene bene Trae Young (0-2 quando lo affronta direttamente, 1 TO generata) ma nel finale il promettentissimo rookie gli scappa e Chandler ci mette una pezza enorme blindando la vittoria. Contro i Blazers – nella notte dei 44 di James – Ingram cerca spesso di imporsi sugli esterni di Portland più piccoli, approfittando del mismatch; nonostante i 17 punti finali, il 6/15 al tiro non è esattamente soddisfacente. Ad Orlando i Magic si impongono sui gialloviola troppo arrendevoli; Ingram, nella disfatta, è comunque fra i migliori, distribuendo 7 “cioccolatini”, oltre a 17 punti in carniere. Nelle 3 vittorie consecutive successive , contro Miami (51 di James) e Cleveland fuori casa e vs. Utah allo Staples, Ingram rispettivamente segna 13 silenti punti, 14 punti nella seconda con un buon finale e sopratutto 24 contro i Jazz; partita tutta di sostanza in attacco, sempre con occhi attenti in difesa, anche sui lunghi della squadra di Snyder. Non incide particolarmente nelle sconfitte contro Orlando e Nuggets, mentre contro Indiana (W per i Lakers) più che per i 14 punti fa parlare di sé per la gran difesa : tre stoppate, un ottimo lavoro sulle linee di passaggio e in aiuto al compagno e ripartenze in transizione letali. Contro i Mavs, si sbatte su Doncic e sugli esterni; qualche fallo di troppo per lui, ma nel complesso fa bene 19 punti e 4 assist. Nella larga W di 24 contro Phoenix totalizza 15 punti, contro SAS è costretto ad uscire pochi minuti dopo la palla a due per una botta alla caviglia. Salta 7 gare, al rientro contro i Pelicans segna 18 punti pur non brillando particolarmente al tiro (6/14), ne mette 20 nel match perso contro i Grizzlies con i lacustri e poi 14 nel famigerato Christmas Game che segnerà in buona parte la stagione gialloviola a causa dell’infortunio di James e del famigerato day-by-day dichiarato dai medici dei Lakers; la notte di natale Ingram brilla soprattutto nella propria metà cmpo, andando a contrastare su tutti, dagli Splash a KD e aiutando sistematicamente sui raddoppi. La squadra in questo momento è quarta ad Ovest,in contumacia LeBron ci si aspetta il salto di qualità dello Young Core lacustre. Le prime due partite non vanno bene: ingram sale sul banco degli imputati per il pessimo finale di gara contro i Kings che costa la vittoria, i lacustri subito dopo soccombono ai Clippers che vincono la stracittadina di 11. Brandon è chiamato a reagire d’orgoglio ed è grande protagonista nel revenge match contro i Kings,  marchiando a fuoco il parziale decisivo di 18-4 che risolve la sfida contro Hield & co. Neanche il tempo di gioire che i 16 volte campioni perdono contro OKC: Ingram fa parlare di sé non solo per i 17 punti segnati, ma anche per l’inspiegabile decisione di Walton di non dirottarlo sulle tracce di un incandescente Paul George che sfiora il quarantello e risponde da par suo al pubblico dello Staples che lo contestava. 21 e 13 punti nelle L contro Knicks (sanguinosissima) e Wolves non bastano ad evitare critiche: nel furibondo Ovest i giovani lacustri perdono terreno in classifica. Contro i Mavs segna 29 punti e referta 6 assist; è fra
i migliori in campo nella W contro i Cuban’s boys, anche grazie al superbo effort difensivo. 10 punti e ancora 6 assistenze nella gara che i lacustri vanno a vincere in casa vs. i Pistons. L’ottovolante però continua: i Jazz dominano i Lakers e Ingram (15) stavolta convince poco anche in difesa. 22 punti contro i Cavs non bastano ad evitare un’umiliante sconfitta contro un’altra delle peggiori squadre dell’NBA : tocca ai Cavs stavolta festeggiare. Subito dopo i Lakers sembrano ritrovare la retta via: W contro i Bulls (16 + 8 assistenze per Ingram) e 11 assist con 8 punti e azione di dsturbo nel finale su George contro OKC, 2 W agili, 21 punti (ma sei palle perse) segnano la gara del 14 contro Houston. la L con i Rockets non sorprende, nonostante i Lakers riescano a combattere fino alla fine al cospetto del solito tutelatissimo Harden & co. La partita inciderà in maniera importante però nella stagione gialloviola: è l’ultima che per l’annata in corso vedrà in campo Lonzo Ball, costretto ad uscire per una bruttissima scavigliata. Alla successiva gara GSW dimostra di non aver digerito benissimo la sconfitta di dicembre: dopo due quarti equilibrati (con i ragazzi di Kerr avanti “solo” di 10 all’intervallo, nella terza frazione non c’è partita (45-25 di parziale)
. E’ la gara dove Klay Thompson iscrive a fuoco una volta di più il suo nome nella storia della NBA: segnando 44 punti con 10/11 da 3. Contro Minnesota larga sconfitta: i Lakers, ancora rimaneggiati, si appoggiano su Ingram che si spreme per contenere Wiggins e affondare in attacco: 20 punti e 6 assist. Con 22 punti imprime a fuoco il suo marchio nella W contro i Suns. 36 punti e una mostruosa prestazione difensiva (dove non sfigura nel ,mismatch con Embiid tutt’altro) non bastano per poter battere i più organizzati Sixers. L’agognato rientro di James nella stracittadina contro i Clippers che i Lakers vincono non senza qualche patema vede il talento di Kinston brillare con 19 punti. Contro GSW James non gioca e i campioni in carica hanno ancora il dente leggermente avvelenato per la partita di Natale: la partita non è un massacro, almeno per tre quarti quando i Lakers tengono bene il campo e Ingram non si spaventa. Nell’ultima frazione però la mareggiata gialloblu investe nettamente i lacustri e la L è servita: Ingram chiude con 20 punti, giocando molto bene fino al blackout finale che coinvolge tutta la squadra. A Indiana i Lakers perdono di 42: nella storica disfatta Ingram durante la partita al momento dei libero verrà spesso disturbato dai tifosi locali che , provocatoriamente, gli cantano che LeBron vuole tradarlo. Nemmeno il tempo di archiviare la trade deadline (e le voci della sua partenza in direzione New Orleans), che Brandon sciorina una delle sue migliori prestazioni di sempre in maglia lacustre. Nel sentitissimo match contro Boston deciso all’ultimo tuffo dall’ex Rondo, Ingram totalizza 11 punti, si distingue come facilitatore (7 assist) e soprattutto soffoca gli attacchi verdi con una prestazione mostruosa da lockdown defender. Nelle 10 gare che vanno da Phoenix a New Orleans , via trade deadline e voci di scambio, Ingram si distingue per tenere medie di 21,4 ppg , 5,1 rpg e 3,1 assist a match, il tutto garantendo quasi sempre una eccellente difesa. mette a segno 19 punti sia nella disfatta a Philadelphia che nella L che arriva in volata ad Atlanta , quando gli Hawks giocano un indemoniato terzo quarto (35-26 di parziale) e poi contengono l’impreciso ritorno lacustre. 27 punti arrivano nella W contro Houston, quando gli avversari, per togliergli ritmo, lo mandano in lunetta 14 volte (11 bersagli), ben 29 nella deludente sconfitta contro i Pels.
Contro Memphis gioca una delle sue migliori partite stagionali, segnando 32 punti e lasciando il suo marchio a fuoco a tutto campo.Nonostante problemi di falli dà il suo ottimo apporto nella w con i Pelicans (23 punti e finale in crescendo). Nelle 10 gare che vanno da Phoenix a New Orleans, via trade deadline e voci di invio proprio ai Pels, si è distinto per aver tenuto medie di 21,4 ppg , 5,1 rpg e e 3,1 assist a partita; il tutto senza mai far mancare una difesa eccellente. Contro i Bucks , nonostante le 31 marcature, cala nell’ultimo periodo. I 25 punti nella L contro i Suns rappresentano il canto del cigno della stagione.

Attacco

Nonostante il giocatore debba ancora completare la maturazione fisica (irrobustendosi un poco) , è impressionante vedere con quanta decisione attacchi il ferro. Quando tenta la schiacciata – arrivando su un taglio – è praticamente una sentenza (43/46 tentativi), converte più della metà dei tiri che prende da sotto (lay-ups, tip shot,), visto che la % di realizzazione di questi ultimi è del 55% (138/251) . In allontanamento dal canestro cala un poco (58/149), mentre dal gomito – soprattutto attaccando da dx – alla linea dei 3 punti ha messo a segno 45/103 tiri. In situazioni di catch and shoot la sua FG% è pari al 33%,cala un poco nel tiro dal perimetro (31,5%). Brandon non ha eccessivi problemi a farsi strada nel traffico, dribblando l’avversario diretto: la maggior parte dei suoi attacchi entro l’arco avviene dopo aver compiuto da 3 a 6 tocchi (4,4 conclusioni tentate a match) e la sua FG% risulta pari al 52,9 % . Sale al 53,9% quando Ingram tira dopo aver palleggiato solo una volta (ma cala il numero di conclusioni, che si attesta a 1,7). In situazione di ricezione statica e senza alcun palleggio effettua 3,7 tentativi a gara; in questo caso Brandon, sfruttando al meglio l’estensione delle braccia, brucia la retina avversaria con il 47,6% dal campo. Per le difese è meglio non sfidarlo in ISO: la sua TS% è del 53,2% , visto che finalizza con successo il 55% degli isolamenti nel traffico e il 44% di quelli presi con tiri in sospensione. Da tre punti fatica ancora parecchio. Pur non essendo certo un tiratore naturale sullo scarico , dal perimetro soffre terribilmente la poca propensione al crearsi la “bomba” direttamente dal palleggio: dei 31 canestri effettuati (su 94 tentativi) più del 90% risultano assistiti. Migliora un poco la percentuale realizzativa quando si prende il tiro dagli angoli (14/40). Alcuni dati sul tiro dal perimetro in stagione: per ben 9 gare non ha mai neanche tentato il tiro dai 7,25, sono invece ben 30 quelle in cui dalla lunga distanza non è andato a segno.
I suoi canestri sono arrivati principalmente su assistenze di James (43), Rondo (29) e Ball(18). La maggior parte dei suoi tiri (6,5) arrivano quando il cronometro segna fra i 15 e i 7 secondi per chiudere l’azione: il nostro ne converte il 47,9% ogni match. Nell’intervallo compreso fra i 22-18 second offensivi, Ingram (2,3 conclusioni tentate a match in questo frangente) mette a referto il 62,2% dei tentativi. Con il difensore fra i 60 e 120 cm avviene la maggior parte delle conclusioni vicino al canestro (7) ogni match : nel 52,5% dei casi è canestro. Nell’ultimo periodo, principalmente con James in campo, cala naturalmente il numero delle conclusioni (63/131) ma cresce l’efficienza da 3 (9/22).Quando il margine di punteggio fra i Lakers e gli avversari è di <5 punti, va a segno nel 50,7% dei casi (34,6 dai 7,25) e la sua eFG% si attesta sul .534. Nonostante il ridotto numero di partite giocate in stagione (solo 52), Ingram si è guadagnato 289 tiri liberi, finora massimo in carriera. Deve però migliorare dalla linea della carità, visto che – in linea con la stagione lacustre (i gialloviola, con il 69,5% messo a segno a gioco fermo sono 29esimi su 30 squadre) i liberi.

Assistenze : James (19) , McGee (31) e principalmente Kuzma ( 35, quest’ultimo soprattutto per un tiro secco dall’arco) sono i compagni che hanno più beneficiato delle assistenze dell’ex Duke. Il suo season-high è nella W di gennaio contro OKC (11 passaggi vincenti per i compagni). Nonostante il giocatore sia uno dei migliori per QI cestistico della squadra, perde ancora qualche sanguinosa palla di troppo (2,5); ha sofferto parecchio le attenzioni delle difese avversarie che lo hanno forzato a molte TO (42) . Le palle intercettate dagli antagonisti su passaggi errati sono invece 51; troppe, visto che molte derivano da troppa rilassatezza o eccessiva spavalderia.

Difesa

Complessivamente chi è tenuto da Ingram vede calare le sue % al tiro del 3,5% : il # 14 si rivela particolarmente ostico per gli attaccanti soprattutto se li affronta sul perimetro (-4,6%) , sfruttando una buona mobilità e le lunghe leve. Non sempre invece è irreprensibile quando è a 3 metri dal canestro; anche per qualche – lieve ma ancora persistente – difficoltà nel leggere i blocchi degli avversari, l’attaccante a 3 metri dal ferro tira in generale senza subire la pressione di Brandon. Anche se il nostro si è rivelato una chiave della “difesa” Lakers in questa stagione i numeri di palle intercettate sulle linee di passaggio/rubate (28) e stoppate (31) inflitte al malcapitato di turno risultano ai minimi storici della breve carriera: su questi dati influisce ovviamente in maniera palese anche il numero ridotto di partite giocate.

Ci sono alcune vittime decisamente illustri della marcatura di Ingram: chiedere per referenze a Paul George: la stella di OKC aveva rifiutato i Lakers in estate e aveva distrutto i gialloviola nella prima partita giocata contro i Thunder quest’anno approfittando anche della scelleratezza tattica di Walton che non aveva messo il #14 sulle sue tracce. Nel secondo match George, messo in difficoltà pure da alcune scelte di……Westbrook, si è trovato contro Ingram e non ha inciso come sempre. Kyrie Irving, tenuto a 2-7 dal campo con 2 palle perse, nel post partita avrà grandi parole di elogio per il talento di Kinston. La stellina nascente Doncic ha pure sofferto le attenzioni particolari di Brandon: su 33 possessi dove è stato marcato dall’ex Blue Devil Luka ha messo a referto 0-5 dal campo ed è stato spesso costretto a scarichi rapidi della palla. Il potenziale MVP James Harden è stato affrontato da Ingram in 17 possessi complessivi, mettendo a segno solo 6 punti totali.

Conclusioni

La prematura conclusione della stagione dovuta ai coaguli di sangue al braccio sarà in piena forma in 4 mesi) ha messo la parole fine troppo presto ad uno dei migliori periodi nella NBA di Ingram, il #14 stava incidendo da par suo in attacco e in difesa, dimostrando di essere sulla buona strada per poter diventare un eccellente two-way player (ancora con margini di miglioramento , s’intende) dopo aver spesso giostrato da all-around player. La cerniera difensiva costituita da lui e Lonzo Ball è stata indispensabile per garantire equlibrio ad una difesa che non brilla (21esima per punti concessi) ; Brandon e Zo hanno dovuto spesso spendere molte energie in partita per “proteggere” James (troppe volte in versione casellante quest’anno) e Kuzma ,obiettivo favorito dei matchup e dei gameplan delle squadre avversarie: questo spiega parzialmente anche la poca lucidità emersa diverse volte nei finali di gara. Difensivamente deve continuare a lavorare sugli intercetti fra le linee di passaggio avversarie; l’intelligenza non gli manca.
Di certo la crescita e lo sviluppo di Ingram non sono stati favoriti da un coaching staff con evidenti limiti nel dare un’impostazione di gioco ambo i lati del campo e che pecca nel “development” dei giocatori giovani,che ai Lakers devono dimostrare tutto e subito quasi sempre. Ingram deve certamente lavorare sul tiro da tre, per diventare una minaccia perimetrale credibile; non si pretende certo possa tirare con la naturalezza e l’eleganza tipiche di Redick e Thompson per fare due nomi e che brilli ai vertici delle classifiche di 3P% come Joe Harris e Steph , ma è lecito sperare che possa crescere e sfruttare al meglio le lunghe leve per creare separazione e distanza dal difensore e per tirargli con più efficacia sopra le mani protese degli avversari. Altro punto dove il nostro deve migliorare. la conversione dei tiri liberi ( i Lakers sono 29esimi con il 70% di conversione in questa speciale classifica) ; le frequenti incursioni al ferro lo rendono il secondo lacustre con più tiri liberi tentati dopo James (5,6 , mentre LeBron ne tenta 7,6 a match). Questo è un altro fondamentale dove il nostro dovrà lavorare in estate, per poter migliorare e completarsi come attaccante. Come assist-man : serve sicuramente più freddezza e calma, oltre che tiratori meno ondivaghi da servire.
Brandon Ingram può essere una milestone nella ricostruzione lacustre? Chi scrive, suo fan dichiarato della prima ora (vado pure spesso ad allenarmi con la sua maglia), è convinto di sì; questo giocatore deve ancora totalmente esplodere e raffinarsi. Ha la capacità necessaria per poter diventare una minaccia credibile su ambo i lati del campo, visto che già difensivamente ha dimostrato di avere una marcia in più. Non so se il suo futuro possa onestamente essere in gialloviola. Per quanto mi riguarda la ricostruzione doverosa dei Lakers 2019/2020 deve passare attraverso le firme di uno fra Durant e Leonard e uno fra Irving e Thompson. Non è da escludere che Ingram possa – in estate o a febbraio 2020 – essere coinvolto in qualche trade per arrivare a giocatori complementari ai big che si spera possano arrivare già a luglio. Il campione che spero Brandon diventi vorrei però potesse vincere più titoli, possibilmente nella franchigia con cui hanno trionfato Kobe,Magic e tanti altri grandissimi della NBA.

Die-Hard Lakers Fan

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