Ad una settimana dalla conferenza stampa di presentazione, il nuovo head coach dei Los Angeles Lakers – in due video pubblicati sui canali social ufficiali della franchigia – si è espresso ulteriormente sui principi alla base del suo basket oltre che sui membri del roster gialloviola.

In primis, Frank Vogel ha ribadito quanto ritiene importante che tutta l’organizzazione legga dallo stesso spartito:

Il mio modo di allenare e gli aspetti che credo siano importanti per creare un programma vincente iniziano con un’organizzazione condivisa. Tutti devono remare nella stessa direzione.

Quando accade, la coesione in campo può essere raggiunta. Quando hai dei ragazzi talentuosi che lavorano insieme, puoi realizzare qualsiasi cosa.

Subito dopo, l’ex coach di Pacers e Magic è entrato nel dettaglio sulle tipologie di tiro che saranno prioritari.

Credo nell’importanza del tiro da tre punti e sono convinto che gli analisti direbbero che la priorità dovrebbe essere la gestione dell’attacco. Con un approccio, un tiro libero vale più di appoggio al ferro, a sua volta più alto di una tripla dall’angolo e così via fino ad un tiro dal mid-range.

Ma primo di tutto c’è la costruzione di un tiro aperto. Cercheremo di costruire un sistema in grado di minimizzare il numero di tiro contestati che prenderemo e credo che avere in squadra il miglior esecutore di sempre del drive-and-kick sarà un valore aggiunto. Queste cose credo che potremo realizzarle molto presto e questo ci aiuterà a ad ottenere un anno in cui risaliremo.

Vogel sullo young core e LeBron James

Il quattro volte Eastern Conference Coach of the Month si è poi espresso sui giovani talenti presenti nel roster lacustre, oltre che su LeBron.

Analizzare il roster e studiare un piano per farlo rendere al meglio è una delle cose che adoro di più.

Il terzo anno Kyle Kuzma è apprezzato dal coach per la mentalità e la produzione offensiva:

Kyle Kuzma ha sicuramente realizzato un “fuoricampo” nei suoi primi due anni nella Lega. C’erano alcuni punti interrogativi su di lui, perché è stato scelto in fondo al primo giro, e molte persone sono rimaste sorprese. È in grado di dribblare, passare, tirare ed essere versatile. Quello che fa in attacco, non lo vedi da un secondo anno. È molto lucido, l’unico suo limite è il cielo.

Augurandosi che gli infortuni gli diano tregua, i principi che Vogel intende applicare sembrano calzare a pennello su Lonzo Ball:

Lonzo è un’atleta unico tra quelli che ho visionato. La sua forza è la visione del gioco e la capacità di passare il pallone ai compagni. Questo coincide con l’idea di gioco che svilupperemo. Sono davvero entusiasta di quello che può significare per noi.

Come per Zo, la salute di Brandon Ingram è una delle incognite maggiori della prossima stagione. Il potenziale di Tiny Dog non lascia indifferente il coach:

Solo il cielo limita quello che potrebbe diventare. La prima cosa che salta all’occhio è quanto sia giovane e cosa abbia già realizzato. Ha tutte le skill del mondo, longilineo ed atletico. Come ogni giovane, deve imparare quelle cose che provengono da giocare un basket vincente. Non vedo l’ora di lavorare con Brandon su quegli aspetti.

Anche Josh Hart ha vissuto una stagione complessa a causa dei problemi al ginocchio, Vogel ha intenzione di sfruttare la sua versatilità:

Sicuramente l’elemento più duro, ma Josh Hart si distingue per la versatilità. Come allenatore vorresti che tanti ragazzi sappiano dribblare, passare, tirare e difendere… e lui ha tutte le caratteristiche. Non ha limiti evidenti nel suo gioco, sarà un pezzo prezioso per quello che faremo.

Infine LeBron James, l’avversario di tante battaglie quando era alla guida degli Indiana Pacers.

Rispetto a cosa ci sia differente tra il LeBron James di adesso e quello di allora, è che gli atleti come lui si evolvono durante la carriera. Sviluppano una saggezza sul campo, dove loro riescono a vedere le cose più lentamente rispetto a chiunque altro che stia accelerando o sia frenetico, lo vedi dal suo gioco.

A questo punto della sua carriera, riconosce le cose prima ancora che accadano ed è un gradino sopra tutti gli altri. La sua capacità di segnare è cresciuta. Probabilmente è molto più forte ora di quanto lo fosse a Miami considerando il range di tiro, si sta preparando per disputare una grande stagione.

Nell’attesa della free agency e delle mosse che completeranno il roster, le dichiarazioni del coach sono ben auguranti e lasciano intendere una chiara idea alla base del progetto.

Resta l’enorme dubbio sulle capacità della proprietà e del front office di fornire l’adeguato supporto al coach oltre alla condivisione tanto auspicata.

C’è solo un Capitano, anzi due.

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