Marty, devi tornare indietro con me!
Ma indietro dove?
Indietro nel futuro!

Emmett “Doc” L. Brown e Marty McFly – Ritorno al Futuro (Robert Zemeckis, 1985)

La DeLorean utilizzata da Rob Pelinka non è quella customizzata del Doc di Zemeckis, ed anziché tornare nel 2013 per rimettere a posto il presente, il GM gialloviola ha potuto solo provare a tamponare la falla causata dal drammatico infortunio che ha fermato DeMarcus Cousinis.

Dopo un tumultuoso divorzio e sei anni più o meno disastrosi per entrambe le parti, i Los Angeles Lakers e l’ex Superman Dwight Howard ci riprovano.

I dettagli dell’accordo

Come riportato da Shams Charania di The Athletic e Stadium, l’agente di Howard – Charles Briscoe della Briscoe Sports Group – ha raggiunto l’accordo per un buyout con i Memphis Grizzlies, passaggio necessario per la chiusura con i Lakers.

Per Adrian Wojnarowski di ESPN, DH12 firmerà un contratto annuale non garantito al minimo per veterani, pari a circa 2.6 milioni di dollari. La cifra è la stessa alla quale il lungo ha rinunciato per finalizzare l’accordo con i Grizzlies. Il contratto della prima scelta dell’NBA Draft 2004 diverrà garantito nel caso in cui dovesse superare la deadline del 7 Gennaio 2020.

Per poter inserire il nativo di Atlanta tra i venti atleti che parteciperanno al training camp di Settembre, i lacustri dovranno decidere se tagliare uno quattro contratti non garantiti (Aric Holman, Devontae Cacok, Jordan Caroline e Demetrius Jackson), applicare la Disabled Player Exception al contratto di Cousins o, meno probabile, tagliare uno dei contratti annuali firmati in estate.

LeBron James and Dwight Howard
LeBron James and Dwight Howard (Noah Graham, NBAE/Getty Images)

Avendo, al momento, un slot libero nel roster per la regular season la prima mossa consentirebbe di conservarlo nell’attesa di tagli di veterani che potrebbero far comodo alla causa angelena.

Le fasi della scelta

Dopo aver perso – forse per tutta la stagione, se non per la carriera – Boogie, i Lakers hanno subito sondato il mercato, alla ricerca di un big man che potesse alleggerire il minutaggio di Anthony Davis sotto le plance ed aiutare JaVale McGee.

Quello di Howard è stato tra i primi nomi circolati, cui sono seguiti poi quelli di Joakim Noah, Marreese Speights e Marcin Gortat.

Per Woj, i lacustri hanno preferito il tre volte Defensive Player of the Year – che ha perso circa 11 kg negli ultimi mesi – a Noah dopo aver appurato il pieno recupero dai problemi alla schiena.

L’otto volte All-Star ha detto di essere cambiato ed aver imparato dal passato, pronto a ricoprire il ruolo che i Lakers vorranno affidargli.

Scottati dalla precedenza esperienza, i gialloviola – secondo Ramona Shelburne di ESPN – sono stati chiari: alle parole dovranno seguire i fatti, Howard dovrà conquistarsi il posto già dal training camp e se non sarà sulla stessa lunghezza d’onda della franchigia, sarà tagliato (senza conseguenze sul cap).

Il coinvolgimento di Kidd, Davis e Rondo

Prima del workout, secondo la ricostruzione di Charania su The Athletic, Howard ha contattato via messaggio il neo assistente Jason Kidd, dicendosi pronto a contribuire alla causa lacustre con rimbalzi, difesa, stoppate, schiacciate o qualunque cosa gli sia richiesta.

A Kidd – con DH membro del Redeem Team statunitense presente alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 – la redenzione e l’evoluzione del lungo sono apparse sincere, così come l’entusiasmo di poter far parte del progetto di LeBron James e Frank Vogel.

La conseguenza di questo scambio di messaggi è stata la presenza di Anthony Davis, Rajon Rondo e JaVale McGee al workout di Giovedì scorso.

2008 United States men's Olympic basketball team
2008 United States men’s Olympic basketball team (USAB.com)

Dwight – presente allo UCLA Health Training Center fin da Mercoledì – ha raccontato agli atleti ed ai dirigenti di come la scorsa stagione abbia toccato il fondo e di come sia stato necessario un cambio di mentalità per dare una svolta alla sua vita, dopo aver persino meditato il ritiro nell’estate del 2015.

Il contributo ai Lakers

Sei volte Player of the Month, tre volte Defensive Player of the Year, otto volte All-Star, tredici volte nei quintetti All-NBA e All-Defensive, cinque volte miglior rimbalzista, due volte migliore stoppatore, primo per rimbalzi e stoppate totali tra gli atleti in attività.

A trentatre anni Howard non è più quello che arrivo ad L.A. con Steve Nash nell’estate 2012. Tuttavia è ancora un discreto rim protector che può dare una mano nella difesa del pitturato. Fare a sportellate con lunghi fisici e catturare rimbalzi, con un minutaggio consono, dovrebbe essere ancora nelle sue corde.

I numeri infatti confermano che il declino è meno clamoroso di quello che si potrebbe pensare. Il Defensive Rating di NBA.com inizia a calare dalla stagione 2014/15, nella quale disputò con gli Houston Rockets solo 41 gare a causa dei problemi al ginocchio e quelli cronici alla schiena.

Fino al 2015 ha avuto in media 101 di Def Rtg con un Net Rtg di 7.5. Dal 2016 – complici anche la presenza in squadre di medio basso livello – il Def Rtg s’impenna a 108 e 111 nelle ultime stagione, con il conseguente crollo del Net Rtg.

La produttività a rimbalzo invece si è mantenuta elevata in carriera. La percentuale di rimbalzi totali catturati ha toccato il career high con gli Atlanta Hawks (20.7), con il minimo (17.2) registrato proprio con i Lakers. Il compagno di reparto McGee, in carriera è sempre stato fra il 10.5 ed il 15.9 ad eccezione della career season (17.2) con i Lakers.

Anthony Davis and Dwight Howard
Anthony Davis and Dwight Howard (Michael DeMocker, NOLA.com | The Times-Picayune)

Dai dati di Basketball-Reference.com, invece, si vede come – ad esclusione delle nove gare disputate con i Washington Wizards lo scorso anno – il Value Over Replacement Player ed il Defensive Box Plus/Minus – anche se in declino – sono stati positivi per tutta la carriera, Atlanta e Charlotte Hornets comprese.

L’ennesimo, nuovo inizio?

Negli ultimi anni, Howard ha avuto diverse occasioni per ripartire senza mai riuscire a concretizzarle.

Quella offerta dalla Città degli Angeli sembra l’ultima occasione per provare a raggiungere il successo soltanto sfiorato con gli Orlando Magic.

Dopo staff e compagni, Dwight avrà il difficile compito di convincere media e fan base lacustre, poiché in tanti non gli perdonano il tradimento del 2013. Se dovesse riuscire a dare ai rinnovati Los Angeles Lakers il contributo che gli si chiede, c’è da scommettere che il rancore ed il risentimento si affievoliranno.

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