In vista della prossima stagione, una breve presentazione degli atleti che comporranno il rinnovato roster dei Los Angeles Lakers. La carriera, i pregi, i difetti oltre ad una breve valutazione della crew di Cuore GialloViola.
Il due volte Campione NBA Danny Green ha accettato il contratto offerto dai Los Angeles Lakers, grazie al quale guadagnerà 30 milioni di dollari nelle prossime stagioni. L’ex Spurs e Raptors è stato firmato utilizzando lo spazio salariale disponibile.

- Nato il 22 Giugno 1987
- Altezza198 cm
- Wingspan: 210 cm
- Peso:98 kg
- Instagram: @greenranger14
- Twitter: @DGreen_14
Chi è Danny Green?
Daniel Richard Green Jr. da North Babylon (NY) è quello che si definisce un uomo con la valigia: la sua carriera NBA non ha mai goduto di molte certezze, fino al secondo approdo alla corte di Gregg Popovich.
Il quadriennio con North Carolina
Dopo aver frequentato la North Babylon Union Free School District di Long Island, Green comincia la sua carriera collegiale come sesto uomo alla University of North Carolina. I numeri dei primi due anni con i Tar Heels non fanno impazzire gli scout, così decide di non dichiararsi al draft fino al suo terzo anno. Resosi elegibile per l’NBA Draft 2008, ritira la candidatura a pochi giorni dalla serata newyorkese.
Il suo anno da senior è quello che si può definire un ultimo grande ballo, infatti UNC raggiunge le Final Four, dove battono in semifinale Villanova e nel Championship Game gli Spartans di un giovanissimo Draymon Green.
Questa volta non può scappare dal draft ed il 25 Giugno 2009 saranno i Cleveland Cavaliers di LeBron James a selezionarlo con la pick #46.
Il difficile inizio tra i pro
L’avventura nell’Ohio non è fortunata, dopo aver disputato solo venti gare per centoquindici minuti complessivi viene tagliato nell’Ottobre del 2010. Dopo poco più di un mese coach Pop, interessato dalle sue skill, lo porta ai San Antonio Spurs. In Texas però ha vita ancor più breve, venendo tagliato dopo solo due gare disputate.
L’ultima fermata per restare in orbita NBA è il Nevada, con gli allora Reno Bighorns – attuali Stockton Kings – della vecchia D-League. Tra Dicembre e Marzo disputa 16 partite mettendo a referto 322 punti che gli valgono un’altra chance con gli Speroni dove chiude la stagione con altre quattro presenze.

La consacrazione
Danny, dopo aver iniziato l’anno con l’Olimpija Ljubljana a causa del lockout, inizia a scalare le gerarchie degli Spurs. Complici i numerosi problemi fisici di Manu Ginobili conquista minuti, fiducia ed un contratto triennale nell’estate del 2012.
La stagione 2012/13 è quella della definitiva consacrazione: Pop lo schiera come guardia titolare per tutta la stagione, playoff compresi. Nelle prime tre gare delle NBA Finals 2013 assomiglia molto ad un uomo in missione, non sbagliando quasi mai da tre punti e stabilendo l’allora record di triple in una finale, 27.
A decidere le Finals fu però un’altra, incredibile, tripla: il miracle shot di Ray Allen in gara sei che svoltò emotivamente la serie lanciando i Miami Heat verso il back-to-back. L’anno seguente va in scena il secondo atto della sfida ai Tres Amigos, questa volta gli Spurs non si fanno trovare impreparati e battono 4-1 i campioni in carica.

Nelle stagioni seguenti, pur giocando con continuità, Green non ha più toccato i picchi offensivi dei primi anni nel Texas, anche a causa di un problema agli occhi.
Tuttavia, si è consolidato come uno tra i migliori 3&D della Lega, grazie alla precisione dall’arco ed all’efficienza difensiva. Nel 2016/17 viene inserito nel secondo quintetto All-Defensive e rientra costantemente tra i top 20 nel Defensive Rating.
Lo sbarco in Canada
Il 18 luglio 2018, Danny, Kawhi Leonard e cinque milioni finiscono ai Toronto Raptors, a causa della richiesta di trade del nativo di San Diego.
Nella squadra di coach Nick Nurse s’impone subito come leader dello spogliatoio e contruibisce allo storico successo canadese che mette fine alla dinastia dei Golden State Warriors.
In this edition of #NBABreakdown, we highlight Danny Green’s 2019 NBA Finals chasedown block! #NBABlockWeek pic.twitter.com/ahyrsHgeuU
— NBA (@NBA) August 25, 2019
Dopo aver conquistato il secondo anello con l’amico Kawhi, Green sbarca in California – insieme all’assistente Phil Handy – dove si ritroverà ad affrontare il compagno di mille battaglie nel derby cittadino.
Stats complete su NBA.com
Il ruolo ai Lakers
Tiro e difesa sono tutto quello che dovrà portare in casa Lakers. Se nella fase offensiva vive alti e bassi, in difesa è da anni uno dei migliori della NBA.
In attacco, gli aspetti in cui eccelle sono pochi poiché oltre al tiro – 40.4% in carriere con 4.6 tentativi a partita – non ha molte altre qualità. Non può portare la palla nell’azione e si trova in difficoltà quando deve mettere palla a terra.
Dall’arco oltre alla precisione non manca la mentalità: nel caso in cui dovesse sbagliare 3/4 triple non rinuncia mai a prendersi tiri nelle sue corde o tiri in ritmo.
Green non è solo un ottimo difensore di sistema ma grazie a doti atletiche e letture riesce a recuperare molti palloni che fanno ripartire immediatamente il contropiede.
#CGV Grades:
Filippo Pugnalini aka Pugna, Francesco Anelli aka Checco, Giovanni Rossi aka odino e Luca Novo aka noeuf esprimono la loro valutazione sui membri del roster lacustre. NB: Il rating – da una a cinque stelle – e la valutazione sono state fatta sul fit nei Lakers e sulle aspettative per la prossima stagione, non sul valore assoluto dell’atleta.
Checco | noeuf | pugna | odino |
⭐️⭐️⭐⭐ | ⭐️⭐️⭐⭐️ | ⭐️⭐️⭐️⭐️ | ⭐️⭐️⭐️⭐ |
Il vero prezzo pregiato nella categoria role player, ai Lakers dovrà ritagliarsi un ruolo à la Klay Thompson: tiro sugli scarichi e difesa. Il tutto condito con una buona dose di continuità.
Checco
Firma che non si discute, ha dimostrato di essere uno starter da 25/30 minuti in squadre da titolo come Spurs ’14 e Raptors ’19. Porterà difesa sul migliore degli esterni avversari, tiro sugli scarichi in attacco e affidabilità dal punto di vista fisico. Non si potrà però chiedergli di creare gioco o essere il terzo miglior giocatore di una squadra da titolo.
noeuf
Probabilmente era il role player che tutte le squadre volevano. Esperienza, tiro da tre, difesa e voglia di sacrificarsi. Saranno i giocatori come lui a fare la differenza tra vincere e perdere una serie. È in assoluto il leader tecnico del supporting cast. La costanza non è il suo punto forte, avendo disputato diverse gare di playoff senza segnare una tripla ma nonostante ciò in difesa non ha mai mollato così come dal punto di vista mentale, restando sempre dentro la partita.
Pugna
Dopo Davis, l’innesto più importante dell’estate. Danny porta esperienza e mentalità vincente oltre a tiro e difesa. Con il supporto di Bradley dovrà costruire e reggere la fase difensiva del backcourt lacustre. In attacco sembra fatto apposta per giocare con dei catalizzatori con The Brow e LeBron, potendo aprire il campo grazie al suo tiro. L’ideale sarebbe non spremerlo troppo durante la RS, concedendo un po’ di spazio a Daniels e KCP per averlo fresco quando conterà.
odino
Tutte le valutazioni pubblicate sono disponibili nella sezione: 2019/20 Lakers Roster Grades.
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