Ad oggi, i Los Angeles Lakers – oltre al miglior record (6-1) della Lega in coabitazione con i Boston Celtics – hanno il miglior Defensive Rating della NBA (97.9) che sottratto all’Offensive Rating (106.7, sedicesimo) determina il secondo miglior Net Rating (+8.8) dietro ai soli Milwuakee Bucks.

A prescindere dalle qualità delle due superstar presenti nel roster gialloviola, è evidente quanto la difesa sia una delle componenti del positivo avvio di stagione dei californiani.

Risultati raggiunti grazio al lavoro di coach Frank Vogel, che hai tempi degli Indiana Pacers riuscì a costruire un sistema difensivo di alto livello.

«Sono soddisfatto dell’impegno che stiamo mostrando in difesa. È l’unico modo per riuscire ad ottenere risultati come l’ultimo quarto di Chicago. Costringere gli avversari a degli stop consente di restare in partita oppure di riaprirne una che sembra chiusa.»

A Chicago, dopo un primo tempo disastroso, la second unit dei Lakers ha prodotto un parziale di 29-4 con il quale ha ribaltato la gara. Dimostrando con alcune giocate quanto l’abnegazione sia di squadra e non dei singoli.

«I ragazzi stanno apprezzando l’impegno che richiede la metà campo difensiva e cosa si prova quando fai parte di una lineup contro cui è difficile segnare.»

«Ci si sente bene e loro si stanno facendo coinvolgere da questo, ne sono contento.»

Tra i singoli però, emerge l’effort e l’intensità del trentacinquenne LeBron James, autore in queste due settimane di giocate difensive che solitamente preservava per i playoff.

«LeBron sta lavorando duramente. Credo che non potrei essere più impressionato del suo impegno e della volontà stabilire uno standard al gruppo, come ha fatto. Tutti ne stanno facendo parte. In ogni sessione video, ogni atleta viene catechizzato duramente e responsabilizzato. Ripeto, è incredibile quanto si stia impegnando James.»

Per Vogel, nonostante l’evoluzione perimetrale del gioco moderno, resta fondamentale la protezione del canestro. Che ad L.A. non manca: grazie al fresco Western Conference Player of the Week Anthony Davis (3.0, primo) e Dwight Howard (2.1, ottavo) i lacustri sono i migliori stoppatori della NBA (8.4).

«Ci auguriamo di abbassare per niente o quasi il livello della difesa  e di consentire ai nostri lunghi di restare nel pitturato il più a lungo possibile. Quando hai rim protection e lunghezza di quel tipo vicino al canestro, puoi chiedere alla guardie di essere più aggressive.»

«Questo è quello che siamo riusciti a fare finora, ma dovremo impegnarci ancora: non solo spingere verso il pitturato ma essere anche capaci di tornare sul perimetro e difendere sui tiratori.»

La scelta per ora funziona, dato che grazie al contributo di Bradley, Green, Caruso e KCP la difesa angelena è settima sia per punti concessi nel pitturato (42.6) che per percentuale da tre concessa agli avversari (32.1%). Ovvero una delle tre squadre capaci di essere nella top ten di entrambe le graduatorie.

Avery Bradley

Dopo aver saltato in via precauzionale la sfida con i Bulls a causa della botta presa a Dallas, Avery Bradley dovrebbe rientrare per la gare della notte contro gli Heat.

Il #11 in purple & gold conferma quanto siano importanti i big men nel sistema difensivo.

«Credo di poter parlare per tutte le guardie, il nostro sistema ci permette di azzardare un po’ di più e spingere maggiormente. Essere più aggressivi in difesa e spingere gli avversari verso i nostri lunghi, che sono in grado di stoppare e contestare parecchi tiri.»

L’esterno ex Celtics e Pistons è fiducioso che anche l’attacco possa migliorare, soprattutto dopo il rientro di Kyle Kuzma.

«Ci stiamo ancora conoscendo, stiamo imparando come giocare tra noi. Kuzma è appena tornato ed è un gran realizzatore. Lui sta ancora imparando quali opportunità può sfruttare, non solo in attacco ma anche in altri aspetti del gioco.»

La strada è ancora lunga da percorrere, la stagione è appena iniziata. Tuttavia, con la difesa vista nelle prime sette gare difficilmente non arriveranno altre vittorie.

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