I Los Angeles Lakers sono in testa alla classifica della Western Conference. Fa un po’ specie anche solo scrivere questa frase dopo che, negli ultimi sei anni, la squadra gialloviola è stata ben lontana dai piani alti della NBA e mestamente fuori dai playoff.
Gli arrivi di LeBron James e Anthony Davis, più un roster e uno staff tecnico totalmente rinnovati, hanno cambiato però le ambizioni di una compagine che ora deve dimostrare di meritare l’appellativo di contender.
L’inizio di stagione è certamente incoraggiante. Complice anche un calendario non impossibile, i Lakers guidano la Western Conference grazie ad un attacco sopra la media NBA e soprattutto ad una difesa asfissiante, capace di tenere i propri avversari a 99.8 punti per 100 possessi (primi nella Lega).
Per analizzare cosa sta funzionando e comprendere quali sono, invece, gli aspetti da migliorare, abbiamo deciso di lanciare una nuova rubrica. Il nome scelto è High Five: esamineremo, infatti, 5 situazioni di gioco attraverso varie clip video per scoprire set offensivi, principi difensivi, caratteristiche tecniche ed esecuzioni più o meno corrette della squadra di LA.
Indice dei Contenuti
LeBron & AD: una coppia devastante
Quando i Lakers hanno scambiato quasi tutto lo young core più svariate prime scelte (e swap di prime scelte) per Anthony Davis, si sono accese subito le fantasie dei tifosi gialloviola. Mettere insieme, infatti, un talento generazionale come AD e un fuoriclasse assoluto come LeBron James, significa creare una coppia potenzialmente con pochi eguali nella storia del gioco per fisicità, completezza dello skillset offensivo e complementarietà.
Le capacità di passatore e di penetratore di LBJ si abbinano, infatti, alla perfezione con la verticalità di Davis, un lungo dalle braccia infinite che gli consentono di ricevere il pallone a vette inimmaginabili e di chiudere al ferro con enorme facilità.
La domanda più gettonata, forse di tutta la NBA, è a che punto sia l’intesa tra questi due giocatori dopo dodici partite di stagione. Siamo ovviamente solo all’inizio, ma i primi segnali sono sicuramente incoraggianti.
La situazione di gioco in grado, sulla carta, di massimizzare il loro talento è senza dubbio il pick-and-roll. Il two man game tra James e Davis costringe le difese ad effettuare scelte estremamente complesse: se decidi di stare vicino ad AD è probabile che LeBron vada dritto al ferro, viceversa se scegli di aiutare sulla penetrazione di James è praticamente matematica l’alley-oop per l’ex giocatore dei Pelicans.
Pick your poison direbbero gli americani.
In questa parte iniziale di stagione, però, i Lakers hanno trovato qualche difficoltà ad attivare il pick-and-roll tra James e Davis. I gialloviola sono, ad esempio, penultimi per numero di possessi giocati dal portatore di palla nel pick-and-roll (14.1) e terzultimi per possessi completati dal rollante sempre in situazioni di p’n’r (5.5).
Moltissime squadre, inoltre, hanno scelto di cambiare immediatamente sui blocchi, trasformando così un gioco potenzialmente immarcabile – come il pick-and-roll tra LeBron e AD – in un isolamento, ovvero la situazione più inefficiente di tutto il basket.
Per evitare, dunque, che l’attacco sia eccessivamente statico, l’head coach Frank Vogel ha inserito alcune varianti interessanti nel two man game tra James e Davis, con il coinvolgimento anche dei tiratori. Contro i Bulls, ad esempio, abbiamo visto una delle giocate più efficaci di questo inizio di stagione.
Quinn Cook consegna la palla in post ad AD, LeBron porta un blocco sull’uomo dell’ex giocatore degli Warriors (split action) forzando un cambio e gioca un hand off con Davis che si conclude con un alley-oop ed una facile schiacciata del prodotto di Kentucky.
Sono aumentate anche le situazioni di pick-and-roll con un doppio blocco portato da Davis e Danny Green per LeBron, il più delle volte terminate con due punti facili di The Brow o LBJ.
Questo tipo di azioni offensive permettono di massimizzare il potenziale delle due star losangeline attraverso il vantaggio creato dai blocchi lontano dalla palla e la “gravità” offerta da due ottimi tiratori come Cook e Green.
Don’t mess with Alex Caruso
Nonostante una pre-season complicata, Alex Caruso è entrato ormai stabilmente nelle rotazioni di coach Vogel riuscendo addirittura a chiudere in quintetto diverse partite punto a punto come i match contro gli Heat, i Suns e i Kings. Merito soprattutto di una difesa solida (94.4 di Defensive Rating, nettamente il migliore di squadra), intensa e di giocate come questa.
Caruso non è particolarmente veloce negli scivolamenti, né tantoméno può contare su una grande lunghezza delle braccia, però sa dove posizionarsi, quando ruotare e possiede istinti naturali che gli permettono di tenere botta anche contro attaccanti pericolosi. Non è un caso che Vogel, nella partita contro Phoenix, abbia deciso di affidargli la marcatura di Devin Booker con discreti risultati.
Il numero quattro gialloviola non ha paura di posizionare il suo corpo nella linea di penetrazione degli avversari, anzi sembra provare particolare piacere nel subire contatti contro giocatori più possenti. Al momento Caruso è quarto tra le guardie per numero di sfondamenti subiti a partita, un dato che conferma la sua sfrontatezza e il suo IQ cestistico, specie nella metà campo difensiva.
Il suo contributo però non si ferma alle hustle plays. Quest’anno l’ex giocatore dei South Bay Lakers sta confermando la particolare intesa con LeBron, mostrata già nelle ultime partite della passata stagione. Caruso è senza dubbio uno dei migliori bloccanti del roster di L.A., una skill che consente a James di forzare un cambio sul difensore avversario più debole e di attaccare i mismatch.
Una partnership offensiva, quella tra LBJ e AC, che si è rivelata però particolarmente efficace anche con Caruso portatore di palla.
Avere James come bloccante permette, infatti, al nativo del Texas di sfruttare tutta l’attenzione riservata dalla difesa a LeBron per arrivare nel pitturato con discreta facilità e chiudere al ferro o creare per i compagni. Situazioni di questo tipo sono sicuramente interessanti e utili a ridurre il carico offensivo del Prescelto.
Le forzature di Kuzma
Kyle Kuzma è senza dubbio uno dei giocatori più importanti del roster dei Lakers. La squadra di Vogel ha tremendamente bisogno di una terza arma offensiva in grado di ottenere punti facili e di segnare sugli scarichi di LeBron e AD.
Nelle prime partite dopo il suo rientro, però, l’ex prodotto di Utah ha faticato tantissimo come testimonia anche il -19 di Net Rating di squadra con lui in campo. Kuzma è sembrato ancora in ritardo di condizione e soprattutto in difficoltà nella selezione dei tiri.
Azioni come questa, dove si trova ad attaccare nonostante sia circondato da ben quattro avversari, sono quasi all’ordine del giorno e spiegano alla perfezione i problemi di un giocatore che deve ancora trovare i suoi tiri nel nuovo attacco gialloviola.
Kyle Kuzma, Los Angeles Lakers vs Phoenix Suns © NBA
Nelle ultime tre partite, però, Kuz è sembrato più a suo agio nel sistema di Vogel, sfruttando al meglio la sua abilità naturale come tagliante dal lato debole e il suo tocco delicato nel floater. E sicuramente tirare con il 47% da tre (9/19 per la precisione negli ultimi tre incontri disputati) ha aiutato.
Il mostro sotto il ferro
Sorpresa, sorpresa: Anthony Davis è già il favorito per il premio di Defensive Player of the Year. Se i Lakers hanno il miglior Defensive Rating dell’intera Lega, gran parte del merito è suo.
Coach Vogel ha impostato tutti i principi difensivi dei losangelini in funzione delle capacità da rim protector di AD, JaVale McGee e Dwight Howard. L’obiettivo chiarissimo della difesa dei Lakers è mandare a sbattere le guardie avversarie contro i propri lungi; questa strategia consente a giocatori come Bradley, Caruso e James di essere particolarmente aggressivi nei close-out, invitando gli avversari a prendere tiri dal mid-range. Un’impostazione sicuramente old school ma comunque efficace, soprattutto se hai nella tua squadra un autentico mostro dalle braccia infinite.
C’è un dato che spiega alla perfezione l’impatto difensivo di AD. Gli avversari dei Lakers stanno tirando con il 29.8% quando le loro conclusioni al ferro sono contestate da Davis (nettamente la percentuale più bassa di tutta la NBA). AD guida anche la classifica delle stoppate con 3 blocks di media e il suo livello di intimidazione sotto il ferro ha raggiunto vette davvero inesplorate.
La stoppata decisiva contro i Kings è solo un highlight della stagione difensiva che sta disputando l’ex giocatore di NOLA. La sua mobilità e la sua “apertura alare” gli permettono di muoversi con leggiadria anche sul perimetro e di effettuare dei close-out impossibili per la maggior parte degli essere umani.
Se ancora qualcuno avesse dei dubbi su chi sia il migliore unicorno della Lega, Davis sta lavorando per cancellare ogni tipo di incertezza.
La sorpresa Bradley
La firma di Avery Bradley è stata accolta con scetticismo da molti. Le ultime due stagioni dell’ex Celtics, infatti, sono state così negative da mettere in dubbio la sua utilità in una squadra di alto livello.
Prima dell’infortunio che lo costringerà a stare lontano dal parquet per almeno una/due settimane, Bradley ha però dimostrato di avere ancora tanto da dare. La sua difesa aggressiva è stata sicuramente una delle chiavi del successo dei Lakers nella prima parte della stagione.
Ma la sorpresa positiva è rappresentata dal suo rendimento offensivo. Vogel ha deciso di utilizzarlo principalmente come tagliante, ma anche come portatore di palla secondario o tiratore in uscita dai blocchi.
Mentre però in passato queste situazioni lo hanno portato sovente a forzare diversi tiri dal mid range, quest’anno sembra essere più giudizioso nelle scelte. In particolare, pare avere trovato subito un’ottima intesa con Dwight Howard. L’hand-off che coinvolge Bradley e Howard è una delle giocate più utilizzate dalla second unit dei Lakers, una situazione che si conclude spesso e volentieri con una conclusione al ferro della guardia gialloviola o con una schiacciata di Howard.
Proprio le qualità da passatore di Bradley sono una delle note più liete di queste prime dodici partite, una skill che sarà fondamentale in un roster carente in termini di playmaking al di fuori di James e Rajon Rondo.
Per saperne di più:
- 2019/20 Lakers Roster Grades, la sezione che racchiude tutti gli approfondimenti sui membri del roster dei Lakers.
- Game Recap, la sezione che racchiude tutti i recap – scritti, audio, key takeaways, gli MVP – delle gare disputate.
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Calabrese, gobbo, tifoso Lakers: insomma, una persona orribile. Ossessionato dallo sport in ogni sua forma, dopo aver visto Kobe e Shaq su Tele+ ho sviluppato una grave dipendenza dalla NBA.