I want to be Defensive Player of the Year

Anthony Davis

Questo viaggio inizia da qui: siamo ai primi di Settembre del 2019, all’inizio della settantatreesima stagione NBA dei Los Angeles Lakers e Anthony Davis dichiara di voler vincere il premio di Difensore dell’Anno.

In questo momento i Lakers hanno il terzo miglior Defensive Rating della NBA e la struttura e la chimica difensiva migliorano giorno dopo giorno. Grandi meriti vanno a Frank Vogel e ad alcuni giocatori ritrovati come Bradley e Howard, ma l’elemento fondamentale di questa equazione è proprio lui, AD.

I numeri dell’inizio della stagione sono stati impressionanti: dopo 10 partite la percentuale al tiro degli avversari contro il monociglio era il 27%, un numero irreale per la quantità di possessi che si trovava a difendere (32% di frequenza). Con il passare delle settimane c’è stato un fisiologico calo di questo tipo di numeri, ma l’impatto di Davis non si è ridotto, è semplicemente mutato diventando per certi aspetti chirurgico.

Quello che ha impressionato di AD fino ad ora è la varietà di situazioni in cui riesce a fare la differenza nella sua metà campo, sia in azioni singole che in concerto con il team.

(Not) Lost in Transition

Se guardiamo i Lakers quest’anno non vediamo una squadra con un Pace altissimo (100.77, #16 nella lega): l’idea offensiva di Vogel è per ora sicuramente più’ efficace a metà campo che in transizione.

Uno dei motivi per i quali secondo me il buon Frank non ha provato ad aumentare il ritmo è perché i Lakers si troverebbero consequenzialmente ad affrontare molte situazioni di difesa in transizione dove non stanno brillando: in stagione gli avversari segnano 18.7 punti in transizione contro i Lakers.

È ovvio che questa tendenza sia nota ai preparatissimi coaching staff della lega che cercano in ogni modo di mettere LeBron James e soci nella posizione di dover correre indietro e ridurne così l’efficienza.

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Ovviamente un highlight non fa primavera ma Davis sta coprendo il campo in transizione difensiva come raramente si era visto quando era ai Pelicans. L’estensione ai 28 metri di un certo tipo di aggressività è stata una delle novità in questo incredibile inizio di stagione di AD.

Nella situazione proposta nel video è principalmente la natura di freak di Anthony a portare alla stoppata, ma non è l’unica situazione di transition defense dove AD sta dominando.

Nei due video che seguono si vede chiaramente come Davis non solo abbia i mezzi per correre e difendere su 28 metri, ma che le sue letture in questo tipo di situazioni siano eccellenti sia per il tipo di decisioni che prende che per il tempismo con cui poi esegue.

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Sulla ricezione di Trae Young, Davis sa che i suoi compagni proveranno a blitzare per fare in modo che la palla esca dalle mani del giocatore avversario piu’ pericoloso. Per questo motivo AD lascia completamente andare il suo uomo, segue Trae con lo sguardo e quando la palla esce dalle sue mani ha già un piede in area, pronto alla puntuale chiusura al ferro.

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In quest’altra situazione AD parte come uomo più vicino alla palla, la presenza di Davis quasi costringe Tyus Jones a dare via la sfera in quanto non ha alcuna possibilità di segnare con un floater o un arresto. In quel momento Davis legge la posizione di Cook e va al ferro consapevole delle poche chance del compagno di fermare Grayson Allen in corsa: contatto e palla recuperata.

La magistrale difesa del pick&roll di Anthony Davis

Tra gli aspetti del gioco dove ci si aspettava un Davis dominante sin da subito non si puo’ non pensare alla difesa del pick-and-roll: le letture, il footwork e le braccia infinite lo portano ad essere un natural per questo tipo di situazione tecnica.

Non è un caso che quando è coinvolto in una situazione di pick-and-roll la percentuale al tiro degli avversari sia del 31%.

I principi difensivi di Vogel per difendere questa situazione di gioco sono molto semplici e conservativi. Non so se rischierà qualche cosa in più nei Playoff, ma ad oggi è Drop Coverage fino alla morte!

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Nell’azione in video Ed Davis blocca per Donovan Mitchell che trova lo spazio per fronteggiare Davis, la posizione di AD è corretta e fa perdere l’attimo all’attaccante dei Jazz permettendo il rientro di Caruso che costringe Mitchell ad un tiro difficile sul quale Anthony piazzerà la stoppata in aiuto.

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Contro gli Hornets, la pericolosità di Marvin Williams dall’arco ha costretto i Lakers a concedere qualche switch in più, cosa che secondo me Vogel non vorrebbe mai. Nel caso specifico l’avversario di AD è Devonte’ Graham, gli tiene tre palleggi, lo insegue e gli nega il reverse layup stoppandolo.

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In qualche momento, si è visto anche qualche principio di show sul pick and roll. In particolare nei due match contro Utah sul handoff che Rudy Gobert e Mitchell giocano spesso, Davis è riuscito costantemente ad oscurare la linea di penetrazione di Donovan per poi chiudere il roll di Gobert, in questa azione con una stoppata.

Have you ever met the boogeyman?

Difesa del pick-and-roll elite, presenza su 28 metri e tanti altri elementi hanno reso questo inizio di stagione di AD difensivamente clamoroso; quando si discute del next step per The Brow si parla di come si possano migliorare le letture e ci si chiede come lavori in sala video e quanto tempo dedichi allo studio degli avversari.

In parte condivido la necessità di passare ore in film room per quanto riguarda l’attacco, ma in difesa per comprensione delle situazioni o per istinto, le letture di Davis sono da primo della classe. La sua presenza, in particolare sul lato debole, restringe automaticamente il campo per gli attacchi che sanno di dover sempre tenere presente la posizione di AD per evitare di vederlo arrivare in aiuto.

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Contro i Kings Davis piazza una delle giocate difensive più importanti della stagione, la sua lettura in termini di posizione e di tempismo è perfetta. Harrison Barnes, nella situazione mostrata nel video, è bravissimo a sfruttare la preoccupazione di Alex Caruso per Bogand Bogdanovic, con AC che si prepara a fare show/switch per stare vicino al pericolo pubblico numero uno.

Se si osserva Davis, la posizione dell’avambraccio a tenere contatto con Richaun Holmes e la testa ruotata per leggere cosa succede dopo la rimessa sono la chiave per preparare l’aiuto perfetto che seguirà.

Una frazione di secondo prima che Barnes sfrutti la magnitudo di Bogdanovic per “spezzare” la difesa di LBJ e Caruso, AD si è già staccato da Holmes. Come si è visto in altre situazioni in questo articolo, nel momento in cui l’attaccante punta il canestro lui è già con i piedi in area: una porzione di campo troppo piccola per sperare che non arrivi dove voglia. Ovvio che Barnes inciampi ed arrivi a tirare in condizioni non ottimali, ma il tempo e la verticalità di Davis in aiuto chiudono una giocata decisiva.

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Una tendenza poi degli avversari dei Lakers in questo primo quarto di stagione è stata quella di evitare di portare un blocco con l’uomo marcato da Davis, anzi spesso l’idea dei coach che affrontano i Lakers è quella di tenere lontano dall’area AD prima possibile.

I Mavericks hanno provato spesso ad allargare Kleber/Powell per allontanare AD dal ferro. Nel video è Maxi Kleber a tentare di aprire l’area Davis però come sempre si piazza in maniera corretta “flotta” verso il centro, e non perde di vista la palla. Quando Luka Doncic batte Caruso AD ha già iniziato la sua corsa, stacca insieme a Luka e lo stoppa, seguiranno recupero e tripla in transizione gialloviola.

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Anche un difensore di questo livello è però umano.

In questo frammento di partita contro Utah Davis e JaVale McGee non comunicano e restano entrambi vicini a Gobert, con AD che probabilmente avrebbe dovuto prendere Joe Ingles. Quando la palla si sposta sul lato LBJ decide di chiudere l’australiano lasciando però campo aperto a Bojan Bogdanovic che in stagione sta viaggiando ad un superlativo 44% da 3PT.

AD è sorpreso: è una partita di Regular Season, +13, in back 2 back, nel 99% dei casi il 99% dei giocatori avrebbe lasciato perdere, ma il mindset di quest’anno di AD è semplicemente differente.

Ingles passa la palla a Bogdanovic, AD ha quasi 8 metri da recuperare, impresa quasi impossibile eppure l’apertura alare e la rapidità lo portano ad impensierire il tiratore dei Jazz che spaventato dall’arrivo di The Brow finta il tiro conscio che Davis non avrà l’equilibrio necessario per reagire alla finta e fermarsi.

Questo era il pensiero di Bojan. La realtà è un miracolo di coordinazione: rallenta, salta, si riposiziona con il corpo verso la palla mentre esce dal campo appena atterrato risalta per stoppare Bogdanovic da dietro. Avevo detto umano? No, spaziale.

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In Florida i Lakers hanno affrontato uno dei match più difficili e una delle squadre che sta sorprendendo in particolare tra le mura amiche dove prima del passaggio dei gialloviola erano imbattuti.

Bam Adebayo sta facendo una stagione importante, e Spo sta preparando come al solito interessantissime soluzioni offensive: stagger con pin up di Bam per costringere McGee allo switch e passaggio di Jimmy Butler rapido per sfruttare il mismatch. Peccato per Spo e Bam che Davis non abbia intenzione di mollare nulla e nel momento in cui il centro degli Heat dà le spalle al ferro, AD parte con tempismo perfetto per chiudere con la stoppata.

Face 2 Face

Per vincere il titolo avere un’eccellente difesa di squadra è di primaria importanza, ma i singoli assignment difensivi, i duelli individuali vinti possono essere il dettaglio che fa la differenza quando ci sarà poco margine per sbagliare.

Nelle situazioni di single coverage è difficile pensare ad un avversario che possa mettere in difficoltà Davis. Per caratteristiche fisiche e per le tendenze della attuale NBA, AD è l’arma totale in marcatura individuale. Al momento la score frequency contro The Brow in questa situazione è al 36% con un superlativo 9% per possessi difensivi nei quali ha preso canestro e fallo.

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Aldrige è un attaccante efficace con un arsenale completo, ed una preferenza a fronteggiare il canestro nelle situazioni di low post. Davis conosce questa tendenza del suo avversario, AD chiude il fondo lasciando a LaMarcus Aldrige solo la possibilità di rifugiarsi nella sua signature move, recupera il gap tenendo sempre i piedi sul parquet e costringendo l’interno degli Spurs a prendere un brutto tiro: stoppata e recupero per Davis.

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Brandon Ingram è un giocatore che a Los Angeles conosciamo bene, un grande talento offensivo con qualche problema di continuità. Nel crunch time della sfida a New Orleans AD ha il compito di spegnere l’ex Duke. Nella prima situazione il duello è su un campo forse più congeniale ad Ingram che riceve in corsa mette palla a terra e punta l’area, AD è posizionato perfettamente e chiude la linea di penetrazione primaria, sul cambio di direzione l’attaccante dei Pelicans però lo buca e pare pronto a chiudere al ferro ma la rapidità di mani e di pensiero del #3 dei Lakers fanno la differenza: tocco sul pallone e palla sul ginocchio di BI, possesso Lakers.

Dopo l’1/2 dalla lunetta di AD i Pelicans rimettono da metà campo, 5 secondi su cronometro e -2 sul tabellone, J.J. Redick ed Ingram i due osservati speciali.

AD segue Ingram che si posiziona per bloccare per Redick, che passa sotto puntando l’angolo, Brandon si apre per la ricezione e Jrue Holiday rimette la palla in gioco; in questo momento i 227 centrimetri di wingspan di Davis e la prontezza nel cambio di direzione fanno la differenza: palla rubata, W Lakers.

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Nikola Jokic è un giocatore molto diverso da Aldridge ed Ingram, le ricezioni in post del serbo sono orientate più all’attacco dell’area, e a conclusioni in avvicinamento.

Jokic sceglie di andare di “power move” su Davis, l’idea del serbo è di prendere il fondo dove viene però neutralizzato dalla capacità di Davis di staccarsi leggermente e “passare” sotto il tentativo di Jokic di usarlo come perno. Il seguente tentativo di fintare di prendere il centro dopo lo spin non è veloce e deciso abbastanza per confondere AD che resta vicino e oscura il ferro al Joker stoppandolo quasi senza saltare.

Anthony Davis è il DPOY (per adesso)

Quando Davis ha dichiarato di voler essere DPOY sapeva che stava in qualche modo puntando il faro su se stesso e sui Lakers. Per vincere il premio non solo il rendimento individuale deve essere eccellente ma anche il prodotto finale, la difesa di squadra, deve essere d’élite.

Oggi i Lakers stanno mettendo in piedi prestazioni difensive della tipologia richiesta, la struttura preparata da Vogel sembra dopo ogni partita più solida, la sincronia dei movimenti migliora e il motore di AD aumenta i giri quando serve.

Oggi Anthony Davis è decisamente il Defensive player of the year.

Ingegnere, partenopeo disperso tra le Alpi svizzere, world traveler. Ho cominciato con Clyde Drexler per finire ai Lakers. Everything in its right place, no?

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