In copertina: Kobe Bryant shot vs Dwayn Wade, Los Angeles Lakers vs Miami Heat at STAPLES Center on December 4, 2009 (John W. McDonough, Sports Illustrated via Getty Images)
Raccontare le gesta sul parquet di Kobe Bryant – deceduto nel tragico incidente sulle colline di Calabasas con la figlia Gianna ed altre sette persone – non è semplice. Impossibile scegliere le giocate più belle, più importanti o più decisive. Con indosso la canotta gialloviola numero 8 prima e 24 poi, The Black Mamba ha conquistato cinque titoli NBA, due premi di MVP delle NBA Finals, uno della regular season, due medaglie d’oro olimpiche, 18 convocazioni all’All-Star Game (con quattro MVP della partita) e collezionato una serie di giocate, record e prestazioni che rimarranno per sempre nelle memorie degli appassionati
La crew di LakeShow Italia ha deciso di ripercorrere la carriera della leggenda dei Los Angeles Lakers attraverso ventiquattro Mamba Moments, per un countdown tra i momenti più significativi di una carriera come pochissime nella storia del basket.
Indice dei Contenuti
Closers and Chokers
Negli ultimi minuti di una sfida incerta ed equilibrata, quando la fatica e la pressione mettono a dura prova fisico e psiche, i leader designati delle contendenti provano a lasciare il segno sulla gara. In funzione dell’esito della giocata, un Campione più o meno affermato può diventare closer oppure choker.
Se dal punto di vista del contesto, quando si incide in the clutch è tutto sommato circoscrivibile – fare la giocata offensiva o difensiva che decide una partita – lo è meno dal punto di vista statistico. In un mondo affamato di numeri, classifiche e ranking come quello NBA, individuare quali sono gli atleti più decisivi è un compito arduo.
Nella sezione dedicata di NBA.com vengono definiti come clutch time gli ultimi cinque minuti di una gara con un margine pari o inferiore ai cinque punti. Una definizione chiara, ampia e tutto sommato debole poiché un layup sul +4 a quasi cinque minuti dalla fine è indubbiamente meno pesante di una tripla sul -2 nell’ultimo minuto. Per cui sono state stilate le più svariate classifiche e analizzati l’impatto ed il peso di ogni singola giocata in un determinato momento della partita.

Di conseguenza tra le giocate più iconiche delle leggende della pallacanestro occupano una posizione di rilievo i game-winner messi a bersaglio, soprattutto quando realizzati sul suono della sirena: i buzzer-beater.
Le prime volte di Kobe Bryant
La ventennale carriera del Mamba con i Los Angeles Lakers è stata costellata da tante prime volte: oltre all’esordio e al primo punto, il primo incontro con Michael Jordan e il primo trofeo – lo Slam Dunk Champion – nell’anno da rookie; la prima convocazione all’All-Star Game e il primo MVP della partita delle stelle; il primo Oro olimpico e tante altre prime di cui parleremo in altri momenti.
10 Maggio 2000, STAPLES Center. Nel corso della campagna che si concluderà con la conquista del primo titolo del three–peat insieme a Shaquille O’Neal, durante Gara 2 delle Western Conference Semifinals contro i Phoenix Suns, Bryant – dopo aver rischiato di finire dall’altra parte della storia a causa di una persa ed un libero sbagliato nell’ultimo minuto – mise un’altra importante spunta all’elenco delle prime volte: il primo game-winner. ✔️
22 Febbraio 2002, Charlotte Coliseum. Quasi due anni dopo – con in mezzo altri quattro game-winner griffati Kobe – i gialloviola cercano un successo per restare in scia ai lanciatissimi Kings. Shaq completa il gioco da tre punti per il +2 lacustre, ma i lunghi di coach Phil Jackson regalano due extra possessi agli Charlotte Hornets per il pareggio di P.J. Brown a 9.7″ dalla sirena. Palla all’allora #8, che realizza il primo buzzer-beater della sua carriera. ✔️
Curiosamente, Kobe realizzò il suo primo game-winner nella serata in cui venne consegnato a Shaq il trofeo di MVP. Il buzzer-beater invece, è passato alla storia anche per il commento di Stu Lantz. (© NBA Media Ventures, LLC.)
La corsa di Sacramento verrà invece interrotta da un altro canestro vincente, diventato tra i più famosi della storia dei Lakers e della Lega.
Un morso dopo l’altro 🐍
Nella stagione 2009/10, forti dell’innesto Ron Artest aka Metta World Peace, i Lakers di Kobe & Pau sono intenzionati a ripetersi e il percorso verso il back-to-back gialloviola venne segnato dalle giocate di Kobe Bryant. Ma di quella stagione ne parleremo in un altro momento.
4 Dicembre 2009, STAPLES Center
La gara contro i Miami Heat è caratterizzata dal duello tra Bryant e Dwayne Wade. Il primo, forte di un supporting cast decisamente migliore, gioca bene per tutta la gara mentre il secondo predica nel deserto ed è costretto a fare gli straordinari come tutte le sere.
Dopo aver completato un gioco da tre punti per il +2, Kobe fallisce due conclusioni nell’ultimo minuto consentendo a Flash e compagni di allungare dalla lunetta, +4 a 9.3″ dalla sirena. I Lakers però sono duri a morire: Derek Fisher segna da oltre l’arco, Bryant commette fallo su Wade che fallisce il primo libero: 105-107 e possesso lacustre con 3.2″ da giocare.
Rimessa nelle mani di Metta. I blocchi orizzontali aiutano la ricezione di Kobe braccato da Dwayne, il #24 gialloviola riceve spalle a canestro ed è costretto ad allontanarsi prima di virare verso l’area avversaria. Il tempo scorre, la difesa lo costringe a tentare una tripla fuori equilibrio contro il braccio esteso del #3 avversario che pare destinata a non entrare.

La tabella aiuta The Black Mamba a realizzare uno dei buzzer-beater più difficili della sua carriera, contro la difesa super di Flash, all’epoca due volte 2nd All-Defensive Team. Bryant chiuse con 33 punti (12/25 al tiro), 7 rimbalzi, 3 assist e 3 recuperi. Wade rispose con 26 punti (7/21 dal campo, 12/18 dalla lunetta), 8 rimbalzi, 9 assist e 2 stoppate [Box Score].
Se mi avessi detto prima della partita che la giocata decisiva sarebbe stata una tripla di tabella su una gambe di Kobe, beh lo avrei accettato. Questa volta gli Dei del basket sono stati dalla sua parte.
Dwayne Wade
Credo sia stato uno dei tiri più fortunati che abbia mai realizzato. È stato bello, ma non credevo sarebbe entrato.
Kobe Bryant
16 Dicembre 2009, BMO Harris Bradley Center
Back-to-back per i Lakers, che dopo aver battuto Chicago (42 per Bryant) fanno visita ai Milwaukee Bucks. I californiani faticano per tutta la gara e trovano il +2 a trenta secondi dalla fine. Andrew Bogut pareggia a 20.7″ dalla fine, ma fallisce il libero supplementare. Palla nelle mani di Kobe che sbaglia il jumper del sorpasso, 95 pari e overtime.
Il leader dei gialloviola sembra non riuscire ad incidere (41% dal campo e 7 perse nei regolamentari), a causa delle energie spese la sera precedente oltre che della frattura all’indice della mano destra rimediata contro Minnesota cinque giorni prima.
I Bucks – complici gli errori di Artest, Gasol e Odom – allungano con i canestri di Michael Redd e Luke Ridnour, 100-106 a 1:25 dalla sirena. Timeout Lakers. The Black Mamba entra finalmente in scena: jumper dalla media e, dopo l’errore degli avversari, gioco da tre punti per il -1. Ridnour e Redd, sull’extra possesso, sbagliano. Palla Lakers con 5.4″ da giocare.
Dopo il timeout i lacustri ripartono dalla propria metà campo, Bryant riceve fronte a canestro marcato da Charlie Bell, autore di una difesa più che competente nel tentativo di fine secondo tempo. Kobe accelera verso sinistra, portandosi nello stesso spot da dove aveva sbagliato. Due palleggi in post-up prima del consueto jumper cadendo all’indietro.

Sette punti negli ultimi settantotto secondi del supplementare per Bryant, autore di 39 punti (13/28 dal campo, 12/12 ai liberi), 7 rimbalzi e 4 assist [Box Score].
Ho cambiato la presa della palla dall’infortunio ed il primo tentativo l’ho fatto con quella vecchia, per cui è stato un brutto tiro. Mi ha sorpreso l’errore, dato quanto mi sono allenato negli ultimi giorni. Per fortuna ho avuto una seconda opportunità.
Kobe Bryant
1 Gennaio 2010, STAPLES Center
Dopo aver cercato in tutti i modi di perdere cinque giorni la sfida con doppio OT all’allora Power Balance Pavilion, Lakers e Sacramento Kings si ritrovano a campi invertiti. L’effort è lo stesso della gara precedente, poiché i lacustri oltre a regalare la career-night a Spencer Hawes (30+11 e 4 triple) affondano sul -20 poco prima dell’intervallo lungo.
Kobe spara a salve nel primo tempo (3/11), salvo suonare la carica nel secondo. Prima ricuce lo strappo, poi con tre canestri consecutivi e due liberi sigla il +2 a poco più di quattro minuti dalla fine. Bryant tira il fiato ed i compagni tengono a contatto i gialloviola, a 44.5″ Shannon Brown segna i liberi dell’ennesima parità.
Una magia in penetrazione di Beno Udrih riporta avanti i Kings e la gara sembra fuggire via quando il canestro sputa fuori la tripla wide-open di Brown. L.A. commette fallo su Ime Udoka (79% in stagione, 2/2 al momento) che fallisce entrambi i liberi. 106-108 a 4.1″ dal termine, timeout per coach Phil Jackson.
Rimessa nelle mani di Sasha Vujacic che serve Gasol. Il catalano serve con un lob The Black Mamba, che si libera della distratta marcatura di Sergio Rodriguez e si apposta oltre l’arco per un veloce catch & shoot sul suono della sirena.

Il #24 può alzare le braccia nel bel mezzo della panca di Sacramento. Per lui a 39 punti (13/27 al tiro, 5/7 da tre, 8/11 ai liberi), 5 rimbalzi e 5 assist [Box Score].
Sembrava stessero difendendo a zona e quel lato era completamente libero. Ho cercato di liberarmi il più velocemente possibile per avere il tempo di tirare. Phil ha disegnato un gioco per costruire un buon tiro da tre. Ci siamo riusciti.
Kobe Bryant
13 Gennaio 2010, American Airlines Center
La sera precedente, a San Antonio, un problema alla schiena aveva costretto Bryant a lasciare il campo a fine terzo quarto consegnando la vittoria nelle mani degli Spurs. In linea con la sua mentality Kobe fece arrivare in Texas il suo terapista per una seduta di tre ore in vista del back-to-back contro i Dallas Mavericks.
Dopo un primo tempo con un solo tiro tentato in undici minuti, Bryant resta in campo tutto il secondo per carburare in vista dell’imminente Grammy Road Trip. I Lakers provano ad allungare nel finale, ma i padroni di casa non mollano e rispondono con otto punti di Jason Terry e Dirk Nowitzki. Il tedesco pareggia dalla lunga distanza, 95 pari con 42.9″ sul cronometro.
Palla nelle mani di Kobe, che supera la metà campo e palleggia con calma fino alla linea dai tre punti. La posizione assunta lascia presagire un assalto al pitturato, ma la schiena non lo consente. Un rapido palleggio sulla destra e jumper contro la mano protesa di Josh Howard. Non è il canestro che fissa il punteggio finale – Dallas manderà in lunetta Bynum e Jordan Farmar – ma è quello che decide la gara.

Si tratta dell’unico canestro del quarto per Bryant che mette a referto solo 10 punti (5/10 al tiro), 2 rimbalzi ed 1 assist [Box Score].
Nel secondo tempo gli ho chiesto se stava bene, Kobe mi ha risposto che ora stava molto meglio. Dallas però non lo sapeva e gli ha concesso l’uno contro uno. Così ha potuto segnare un gran canestro.
Ron Artest aka Metta World Peace
Per qualche motivo, andare verso sinistra era più faticoso per cui sono stato costretto ad andare a destra. Nei prossimi giorni dovrò lavorare sodo.
Kobe Bryant
31 Gennaio 2010, TD Garden
Quale modo migliore per lasciarsi alla spalle la cocente sconfitta delle NBA Finals del 2008, se non realizzare un game-winner in casa dei Boston Celtics? Con la giocata apripista della grande rivincita gialloviola di fine stagione, è iniziato il countdown dei Mamba Moments.
23 Febbraio, FedExForum
Due giorni dopo il successo di Boston, i Lakers volarono in Tennessee per l’ostica sfida contro la squadra tutta Grit and Grind. Bryant realizzò 44 punti, superò Jerry West come miglior realizzatore della storia lacustre, ma i californiani furono battuti dai Memphis Grizzlies, complice l’errore sulla sirena di Metta World Peace.
Tre settimane dopo, giunse l’occasione per la rivincita. Kobe rientrava dopo cinque gare di assenza a causa di un infortunio alla caviglia sinistra e dimostrò di essere pianamente recuperato. La gara è combattuta, nel finale Bryant ricuce ogni allungo avversario realizzando otto degli ultimi nove punti dei suoi. Dopo aver deciso la gara precedente, Rudy Gay segna il jumper del 96-98. Dopo l’errore di Pau, O.J. Mayo sbaglia due liberi. Kobe attacca il canestro ma viene stoppato da Marc Gasol, timeout Lakers con 8.8″ sul cronometro.
Solita rimessa di MWP che serve Pau Gasol, il catalano passa a Odom prima di bloccare per The Black Mamba, che si libera di Gay. Lamar serve il compagno che riceve piedi per terra, con il vantaggio sufficiente per tirare indisturbato, esecuzione da manuale. Bryant segna la tripla del 99-98 con 4.3″ da giocare, nei quali Mayo fallisce l’ultima conclusione.

Il #24 dimostra di aver recuperato al meglio e chiude la gara con 32 punti (13/19 dal campo, 3/4 dall’arco, 3/3 ai liberi), 7 rimbalzi, 6 assist, 3 recuperi e 2 stoppate contro una delle difese più solide della NBA [Box Score].
Nessuno al mondo ormai si sorprende per quello che fa e apporta alla squadra, è salito di livello nel finale. È bello riaverlo con noi.
Pau Gasol
Ogni volta… è come la prima volta.
Fare queste giocate è una mia responsabilità, ed è una cosa che adoro.
Kobe Bryant
9 Marzo 2010, STAPLES Center
I Lakers tornano a casa dopo aver perso tre partite consecutive in trasferta, la peggiore streak della stagione. A Miami, dopo aver forzato l’overtime con una tripla, Bryant non riuscì a ripetere il miracolo di Dicembre. Contro Orlando, ancora cinque punti nell’ultimo minuto per Kobe prima di fallire il jumper del pareggio.
L.A. sta vivendo un momento di appannamento prima del rush finale e anche la gara contro i Toronto Raptors è sofferta. I canadesi conducono durante la fase centrale, prima del rientro dei californiani. Bryant segna 12 punti nell’ultimo quarto che non bastano per l’allungo definitivo, gli ospiti pareggiano a 9.5″ dalla fine con una tripla di Chris Bosh.
La rimessa lacustre è identica a quella di Memphis, questa volta però Gasol finta il passaggio a Odom in punta e passa a Bryant che riceve e palleggia verso destra. Andrea Bargnani porta l’aiuto per chiudere la penetrazione centrale, Kobe incrocia e con due palleggi attacca Antoine Wright verso l’angolo per alzarsi in sospensione incurante delle braccia dei due avversari.

Settimo game-winner stagionale per The Black Mamba, che chiude la gara con 32 punti (11/20 dal campo, 10/11 dalla lunetta), 6 rimbalzi e 6 assist [Box Score].
Chiudere è il mio compito. A Orlando ho preso lo stesso tiro, ma l’ho sbagliato.
Kobe Bryant
A Dream come true
:05 seconds on the clock
Ball in my hands.
5 … 4 … 3 … 2 … 1Love you always,
Dear Basketball, Kobe Bryant.
Kobe
Mamba Moments
- #15: l’Oro con il Redeem Team
- #16: il doppio buzzer beater contro i Phoenix Suns
- #17: l’Allievo supera il Maestro
- #18: Bryant vs Jordan, i duelli agli All-Star Game
- #19: il morso, doppio, del Black Mamba
- #20: Rookie Year and Slam Dunk Champion
- #21: back-to-back Scoring Champion
- #22: il Draft del 1996
- #23: il primo duello con Michael Jordan
- #24: il game-winner contro Boston
Remembering Kobe Bryant
Leggi L’ultimo Kobe: la famiglia, l’Oscar, i libri, l’Academy, l’ultima intervista prima della tragica scomparsa.
Ascolta Il mio miglior Nemico, l’episodio commemorativo di Lakers Speaker’s Corner dove la crew di LakeShow Italia ha deciso di celebrare il Black Mamba chiedendo ai tifosi italiani delle squadre NBA di raccontarci il loro Kobe attraverso ricordi, storie ed emozioni legate alle loro franchigie e al basket americano in generale.
Leggi Dear Kobe… We’ll miss you., l’intimo ricordo della redazione di LakeShow Italia al completo.
Ascolta Dear Kobe…, l’episodio di Lakers Speaker’s Corner registrato il giorno dopo la la tragedia che ha sconvolto il mondo gialloviola, L.A. e tutta la NBA.
Guarda Dear Kobe… Thank You, il video tributo di LakeShow Italia.
NBA & Lakers on the couch, minors & post on the court. 1987, Showtime!