In copertina: Kobe Bryant of the Los Angeles Lakers plays defense against the Portland Trail Blazers at STAPLES Center on March 16, 2007 (Noah Graham, NBAE via Getty Images)
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Una settimana da… Kobe 🐍
25 Marzo 2007. Allo STAPLES Center i Los Angeles Lakers battono i Golden State Warriors 115 a 113 per la quinta vittoria consecutiva, Kobe Bryant mette a segno 43 punti. A fine partita dirà:
Off night (serata di pausa, ndr)
Il commento di Kobe è il momento conclusivo di dieci giorni in cui è stato letale ed efficace, dieci giorni in cui realizza un’impresa epica riuscita fino a quel momento solo al grande Wilt Chamberlain: quattro gare consecutive sopra i 50 punti.
16 Marzo 2007, STAPLES Center
Bryant e i Portland Trail Blazers hanno avuto una serie infinita di incroci – come la sfida del 2004 decisa da due canestri del Black Mamba – e in questa occasione, la squadra dell’Oregon rappresenta l’inizio di uno dei momenti di onnipotenza cestistica che Kobe ha mostrato nel corso della sua carriera.
I Lakers sono reduci da sette sconfitte consecutive e i Blazers non sono in formissima (26-32) ma Roy e soci hanno un approccio migliore e mettono il muso avanti a fine primo quarto, complice anche un Bryant distratto e poco aggressivo, il vantaggio per la squadra in trasferta è di 8 punti, ed i soli 16 punti segnati dai lacustri fanno presagire l’ennesima serata difficile.
Il secondo periodo, al contrario di quanto potesse sembrare il trend della gara, è totalmente di marca gialloviola, ed in particolare di Kobe che piazza 19 punti con 6/10 al tiro. Un jumper, un and-one dopo una spinta di Martell Webster, due triple consecutive dalla punta ed un incredibile canestro da metà campo dopo una rubata a Roy sono solo alcune delle differenti modalità con cui Bryant demolisce il piano gara ed i singoli difensori di Rip City, che invano cercheranno di arginarlo.
Nel terzo quarto iniziano i raddoppi e le letture di Kobe sono meno felici di quello che dovrebbero, Portland torna in partita entrando nell’ultima frazione sul 68 pari.
(Andrew D. Bernstein, NBAE via Getty Images) (Andrew D. Bernstein, NBAE via Getty Images)
Quindici minuti leggendari
Nei primi minuti dell’ultimo periodo, Bryant riposa. Il Mamba rientrerà in gara con 10 minuti sul cronometro con la gara in parità e da quel momento non ci sarà nessun modo per fermarlo. Kobe inizia con 10 punti consecutivi, segnerà 16 dei 22 punti dei Lakers fino a quando a 1:53 dalla fine Zach Randolph segna due tiri liberi per il +7 Blazers che sanno quasi di sentenza.
Invece, come è capitato già altre volte, Portland si schianta contro Kobe: tripla da sinistra dopo un hand off con Lamar Odom. -4. Tripla da destra in uscita da un blocco verticale. -1.
Un gran canestro di Brandon Roy regala ai Blazers 3 punti di vantaggio con 31 secondi da giocare, Phil Jackson sa a chi consegnare il pallone.
Nell’ultimo possesso il geniale Kwame Brown quasi riesce ad incastrare Bryant in un angolo con l’idea di bloccarlo, ma il Mamba è lucido a scappare in tempo dal blocco e costringere Randolph al cambio, arresto senza ritmo, torsione innaturale del busto piedi, movimento scomposto, tre punti e partita all’overtime.
Lo show terminerà nel supplementare con altri 9 punti e con una line stats degli ultimi 15 minuti in campo impressionante: 33 punti con 11/13 dal campo, cinque triple senza errori e 6/7 dalla lunetta. 116-111 il finale.
Bryant chiuderà la gara con 65 punti (23/39 al tiro, 8/12 da tre, 11/12 ai liberi), 7 rimbalzi, 3 assist e 3 recuperi in 50 minuti [Box Score].
Il finale è stato incredibile, non sono riusciti a contenerlo. Ha segnato un canestro dopo l’altro con tutte quelle triple. È stato notevole.
Phil Jackson

18 Marzo 2007, STAPLES Center
Lo show contro Portland aveva fatto rumore in tutta la nazione e due giorni dopo i Lakers erano pronti ad ospitare i Minnesota Timberwolves dell’oggetto del desiderio Kevin Garnett.
I gialloviola avevano bisogno di un’altra vittoria per morale e classifica oltre che per dare un’ulteriore iniezione di fiducia alla squadra. In questo senso Coach Zen prima della gara, commentando quanto successo contro i Trail Blazers, fa capire che a suo modo di vedere i californiani non avevano la chimica necessaria per vincere le partite nel modo in cui vorrebbe e che se proprio si deve andare da Kobe, a suo avviso sarebbe meglio farlo all’inizio per evitare finali drama.
Detto, fatto, i lacustri mettono la testa avanti subito e non si guarderanno mai più indietro.
Ricky Davis prima del match aveva dichiarato che il game plan della squadra del Minnesota sarebbe stato quello di togliere la palla dalle mani di Bryant e farsi battere da suoi compagni. Il piano non va a buon fine: Kobe segna 14 punti nei primi 8 minuti mettendo insieme anche 4 rimbalzi e 2 assist. +7 e Phil accontentato.
Nella seconda frazione Minnesota cerca di tenere botta, Bryant è meno aggressivo e segna solo 8 punti ma, in generale, gli angeleni danno la sensazione di non essere neanche in terza marcia.
(Andrew D. Bernstein, NBAE via Getty Images) (Noah Graham, Getty Images)
Bryant inarrestabile
Dopo l’intervallo il Black Mamba entra per chiudere i giochi: altri 16 punti che portano il computo parziale a 38 e un set di giocate incredibili. Nei primi 4 minuti abusa di Marko Jarić segnando due canestri con un quoziente di difficoltà altissimo, con il malcapitato serbo che fa del suo meglio senza troppo successo. Dopo un paio di palle recuperate in difesa dalle quali Kobe tira fuori un assist ed un and-one su un bel servizio in contropiede di Luke Walton, Minnie cerca di limitare i danni mettendosi a zona.
Spoiler: non una buona idea.
Il figlio di Jelly Bean segna due canestri da tre dal lato destro su altrettanti scarichi, il secondo a 2:54 dalla fine porta i Lakers sul +18 mettendo in ghiaccio la gara. Ma lo show non è ancora finito: 6 secondi dalla fine, hand off con Smush Parker e Davis incollato, James e Hassell vanno a triplicare sperando che il Mamba dia via il pallone.
Spoiler: non la passa.
Kobe si alza da quasi otto metri lasciando increduli i tre difensori che quasi non contestano il tiro. Canestro, +19 per i padroni di casa.
Nell’ultima frazione Minnesota continua a difendere a zona e i Lakers faticano a trovare la via del canestro, Bryant cerca di arginare il rientro dei Wolves segnando un jumper dalla linea del tiro libero prima di andare in panchina.
I Lakers condurranno la partita tenendo il vantaggio in doppia cifra per l’intero quarto e Kobe segnerà altri 10 punti diventando il secondo Laker dopo Elgin Baylor a realizzare cinquanta o più punti in due gare consecutive.
Al termine della gara il tabellino di Kobe recita 50 punti (17/35 dal campo, 4/9 da tre, 12/14 dalla lunetta), 6 rimbalzi, 3 assist e 3 recuperi [Box Score]
Kobe è entrato subito in ritmo, avremmo dovuto raddoppiarlo fin dall’inizio.
Kevin Garnett

22 Marzo 2007, FedEx Forum
I Lakers volano in Tennessee per affrontare i Memphis Grizzlies. La squadra dell’ex Jerry West non è esattamente al top della Western Conference ed è orfana di Kyle Lowry e Damon Stoudamire.
I gialloviola partono forte e Bryant, preso in consegna da Mike Miller, lascia intendere all’ex Gator che la serata non sarà delle più semplici. Ricezione al prolungamento del tiro libero sulla destra, cambio mano rapido e Miller è piantato. Il tentativo di recupero è lontano dall’essere efficace e senza aiuto al ferro Kobe piazza una schiacciata rovesciata per il +4 lacustre. Pochi secondi dopo, il #24 cattura il rimbalzo, prende il lato destro e con i suoi compagni ancora in recupero fa canestro dalla media. Miller, spaventato dalla partenza precedente, non si avvicina sufficientemente per disturbare la conclusione di Bryant.
I Grizzlies non riescono ad arginare Kobe e passano a zona per impedirgli di prendere l’area: cambia la forma ma non il risultato, tripla per il +9. Il quarto si chiude con il povero Terence Kinsey bullizzato da Bryant. L’inerme rookie viene prima battuto sulla linea di fondo con partenza forte e virata, poi con il più classico dei movimenti in post del Mamba che fronteggia, lo fa saltare e segna il 13esimo punto della frazione.
Nel secondo quarto Memphis trova continuità difensiva e argina i Lakers, costretti a soli 26 punti. Stromile Swift e Gasol sono meglio organizzati sui pick-and-roll e i raddoppi su Bryant cominciano ad essere efficaci. I tre minuti di riposo concessi da Jackson alla sua stella danno ai padroni di casa la possibilità di riavvicinarsi. Pau Gasol demolisce Brown, Turiaf e Bynum. A 58″ dall’intervallo lungo, due liberi di Hakim Warrick permettono ai Grizzlies di pareggiare.
Il mamba- segnale si accende: ricezione in post alto, finta con le spalle turnaround jumper, +2. 26″ al termine, ricezione a sette metri e mezzo, raddoppio in arrivo e canestro da tre punti, +4.
(Joe Murphy, NBAE via Getty Images) (Joe Murphy, NBAE via Getty Images)
Kobe vs Dahntay Jones, il prologo
I Lakers tornano in campo sopra di 6 punti, Memphis però sembra più pronta e concentrata mentre i compagni di Bryant non riescono ad entrare in ritmo, o magari Kobe non ha intenzione di farli entrare in ritmo, il risultato però non cambia. Il nativo di Philadelphia giocherà una frazione spettacolare realizzando 19 punti e mettendo una enorme pressione sui lunghi avversari, attaccando il ferro con costanza e cattiveria. Ben otto i tiri liberi tentati e segnati nella frazione.
Miller dall’altro lato è on fire e mette a segno 17 punti nel quarto con quattro triple, il match è vivo ed in diversi momenti Kobe si deve mettere in proprio per tenere i Lakers in partita.
Purtroppo (per lui…) Dahntay Jones fa la mossa meno intelligente possibile in relazione a Kobe, cerca di fare il duro. Dopo un momento di discussione in merito ad un fallo lontano dalla palla, Bryant lo demolisce: post basso, fadeaway, canestro, hesitation, spin move, fallo e due tiri liberi, canestro da tre punti dopo una finta, insomma caro Dahntay… not a smart move!
Il quarto si chiude con un canestro dal midrange del Mamba che fa saltare Warrick, venuto in soccorso di Kinsey, +1 Lakers.
Doveroso OT: Jones non contento della lezione subita, nel corso degli anni ha provato ad ergersi a Kobe Stopper con risultati pessimi oltre che pericolosi. Durante Gara 4 delle WCF contro i Nuggets, dopo una serie di provocazioni sgambettò “involontariamente” Bryant, facendo così nascere una delle espressioni più iconiche del Black Mamba. Non contento, passato agli Hawks, Dahntay Dirty Jones nel 2013 concesse il bis, con una delle giocate più sporche del baket, cercando il contatto sotto i piedi di Kobe dopo un jumper.
Bryant respinge Gasol
Nell’ultima frazione, Lamar Odom e Andrew Bynum iniziano bene impegnando i lunghi di Memphis in post, e da due assist dei big man gialloviola arrivano i primi 5 punti di Kobe che portano la squadra on the road sul +8.
Nel corso del quarto, complice l’entrata in bonus rapida di Memphis, i Lakers vanno moltissimo in lunetta (16 liberi tentati, otto per Bryant) e regolano il tentativo di rimonta di Memphis abbastanza agevolmente fino ad una fiammata a 5 minuti dal termine di Gasol e Miller che riducono il gap ad un solo possesso.
La zona dei Grizzlies è molto adattata e cerca sostanzialmente di togliere la palla dalle mani di KB, che troverà il modo di contribuire facendo un assist importante per una tripla di Shammond Williams dall’angolo prima di chiudere il match con 5 dei 7 punti finali dei Lakers.
60 punti (54% dal campo, 17/18 dalla lunetta) e quarto giocatore della storia dopo Chamberlain, Baylor e Michael Jordan a realizzare 50 punti in tre gare consecutive [Box Score].
Quando gioca così non c’è molto che puoi fare. Questo è il motivo per cui Kobe è quello che è.
Non sembrava stanco ed è in forma smagliante, ha tenuto il piede sull’acceleratore per tutta la gara.
Mike Miller
È una bellissima sensazione.
Quando ero piccolo Wilt, MJ, Elgin erano miei idoli. È un grande onore essere nella stessa categoria e nei libri di storia insieme a queste leggende.
Kobe Bryant

23 Marzo 2007, Ford Center
L’ultima tappa di questo racconto è il back-to-back di Oklahoma City, all’epoca casa dei New Orleans/Oklahoma City Hornets di CP3.
I Lakers necessitano di vittorie per rincorrere uno spot ai PO, ma il vero tema della serata è un altro: riuscirà Kobe a raggiungere Wilt Chamberlain come secondo uomo nella storia a fare quattro partite consecutive con almeno 50 punti? La risposta la conoscete.
Il primo quarto è sulla scia delle altre partite dei lacustri dell’epoca: attacco ingolfato, difesa altalenante e la speranza che Bryant risponda presente.
Andrebbe chiesto a Devin Brown come ha visto Kobe quella sera, 13 punti nel primo quarto con liberi tentati e il povero Devin che cerca invano di limitare Bryant. Il Mamba dal post lo batte in ogni modo: arresto in allontanamento per il jumper, fadeaway, pump fake e tiro con fallo. Insomma, Brown non riesce neanche lontanamente ad arginare il 24 gialloviola ma il resto dei californiani non risponde presente e gli Hornets guidati dal lob-duo Chris Paul & Tyson Chandler conducono alla fine della prima frazione.
Tra fine primo quarto ed inizio del secondo gli Hornets provano a cambiare qualcosa per cercare di contenere il Mamba. Prima giocano la carta Rasual Butler, poi tentano di raddoppiare Kobe ma la poca comunicazione tra i giocatori di OKC crea ancora confusione e Bryant batte agevolmente il raddoppio per segnare con due attacchi dalla linea di fondo da sinistra i suoi primi punti.
(Gregory Shamus, NBAE via Getty Images) (Gregory Shamus, NBAE via Getty Images)
Insieme ai più grandi
Sarà poi di nuovo il turno di Brown, che tornerà sulle piste di Kobe commettendo rapidamente altri 2 falli e partecipando allo show che in questo momento si sposta altezza lunetta dove KB metterà a segno tre jumper consecutivi. 14 punti nel quarto e 5/8 al tiro, i Lakers chiudono sotto di 1 con il Mamba che segna 27 dei 56 punti dei gialloviola.
Il terzo quarto è il momento dell’esplosione: 17 punti dei 31 di squadra ai quali aggiunge una buona intensità difensiva individuale nell’effort di squadra per vincere il match. Se il primo periodo era stato quello del post ed il secondo quello del midrange, il povero Brown dovrà in questo momento affrontare l’arsenale completo.
La partita prenderà la strada di L.A. ed a metà ultimo periodo il Black Mamba entra per l’ennesima volta nella storia e si va a sedere accanto al mitico Wilt. Per Bryant 50 punti (16/29 dal campo, 2/5 da tre, 16/16 ai liberi), 7 rimbalzi, 1 assist e 1 stoppata [Box Score].
Credo che la sospensione di due settimane fa lo abbia motivato. La sospensione non è stata un bene per noi, ma sicuramente ha fatto scattare qualcosa in lui.
Phil Jackson
È un onore pazzesco essere accostato a queste leggende. La cosa più incredibile è che le nuove generazioni hanno avuto l’opportunità di imparare da Elgin Baylor e da Wilt Chamberlain tutte le cose che sono riusciti a realizzare.
La loro eredità continuerà a vivere in tutti noi.
Kobe Bryant

Mamba Moments
- #14: i sette game-winner di Kobe nel 2009/10
- #15: l’Oro con il Redeem Team
- #16: il doppio buzzer beater contro i Phoenix Suns
- #17: l’Allievo supera il Maestro
- #18: Bryant vs Jordan, i duelli agli All-Star Game
- #19: il morso, doppio, del Black Mamba
- #20: Rookie Year and Slam Dunk Champion
- #21: back-to-back Scoring Champion
- #22: il Draft del 1996
- #23: il primo duello con Michael Jordan
- #24: il game-winner contro Boston
Ingegnere, partenopeo disperso tra le Alpi svizzere, world traveler. Ho cominciato con Clyde Drexler per finire ai Lakers. Everything in its right place, no?