È passato poco più di un anno da quando Frank Vogel è diventato il coach dei Los Angeles Lakers. In virtù del deludente anno uno della LABron Era e con l’arrivo qualche settimana dopo di Anthony Davis, l’allenatore sapeva che avrebbe dovuto sopportare una pressione enorme.

Né il coach gialloviola né qualcun altro, avrebbe potuto immaginare quanto sarebbe stata complessa, dentro e fuori dal campo, la stagione 2019/20. Dagli NBA China Games 2019 della preseason turbati dell’affaire Daryl Morey, alla tragica scomparsa di Kobe Bryant, dalla pandemia COVID-19 alla proteste del movimento Black Lives Matte, la stagione è stata a dir poco difficile.

A oltre tre mesi dalla sospensione della stagione NBA, le squadre hanno ricominciato a lavorare nelle proprie strutture, prima di ritrovarsi il 9 Luglio in Florida per il mini training camp in vista dell’esordio del 30 Luglio contro gli L.A. Clippers.

Date e orari italiani delle otto partite che concluderanno la Regular Season

L’assenza di Bradley, i dubbi di Howard

Mentre allo UCLA Health Training Center di El Segundo proseguono i workout individuali, Vogel – dopo aver lavorato da casa in sinergia con il suo staff – deve far fronte ad alcune novità.

In primis, l’assenza di Avery Bradley. Il veterano ha deciso di non partecipare alla ripartenza della Florida per tutelare la salute del figlio. Nelle ultime ore i Lakers hanno ufficializzato che sarà J.R. Smith ad occupare lo slot lasciato libero dalla guardia ex Celtics e Pistons. In secondo luogo, Dwight Howard non ha ancora sciolto le riserve in merito, anche se – come ha ricordato il GM Rob Pelinka – l’ex Superman non ha comunicato nulla entro la scadenza stabilita dalla Lega.

Al termine dei workout del Lunedì, Vogel ha risposto alle domande dei reporter su questi e altri temi.

Siamo rimasti in contatto con Dwight in ogni modo possibile, anche se non sappiamo esattamente quanto sia coinvolto nella vicenda.

Lui vuole giocare, speriamo possa unirsi al gruppo. Siamo fiduciosi e ottimisti del fatto che sarà con noi a Orlando.

La presenza del tre volte Defensive Player of the Year sembra probabile, anche perché col trascorrere dei giorni diventerebbe praticamente impossibile trovare un centro che possa tappare la falla (DH ha giocato quasi venti minuti a partita in stagione).

Per capire come modificare le rotazione in virtù dell’assenza di Bradley, il coach attende di lavorare sul campo con Smith. Anche se ha ben in mente cosa può aggiungere il compagno di LeBron James nello storico titolo del 2016.

Smith porta esperienza, poiché ha giocato tante partite importanti nel corso della sua carriera, dimostrando quanto vale. Sappiamo che può darci una mano.

Siamo stati vicini alla firma già a Febbraio, quando poi abbiamo preso Dion Waiters. Ora abbiamo il lusso di averli entrambi.

Non abbiamo intenzione di chiedergli di fare l’Avery Bradley, lui scenderà in campo e sarà J.R. Smith.

Verosimilmente, l’ex Cavaliers allungherà le rotazioni soprattutto nello spot delle cosidette wings. Per cui, buona parte del minutaggio di Bradley potrebbe essere occupato da Rondo, KCP e Alex Caruso, in funzione di avversari e necessità.

L’a perdita di Avery è importante per noi, ma come detto da inizio anno siamo una squadra “next-man-up”. Alex è a suo modo un difensore d’élite, pur facendolo in maniera diversa, così come KCP.

In attacco ovviamente non eseguiremo per Caruso i set che usavamo con Bradley, ma cercheremo di utilizzare Alex nel modo più efficiente possibile.

Se The Bald Mamba può sopperire in parte ad alcune skills di Bradley, sembra probabile che altre vengano affidate a Kentavious Caldwell-Pope, che ha già sostituto il compagno in quintetto nel corso della stagione. In particolare, Kenny aggiunge maggiore pericolosità dalla lunga distanza avendo realizzato 87 triple con l’ottimo 39.4% dal campo.

Dwight Howard and Avery Bradley, Los Angeles Lakers vs Phoenix Suns at STAPLES Center
Dwight Howard and Avery Bradley (John McCoy, Getty Images)

La gestione delle rotazioni

Forte delle cinque partite e mezzo di vantaggio sulla seconda, il coach angeleno potrà utilizzare le otto gare in programma per definire al meglio rotazione.

Abbiamo una prospettiva diversa rispetto alle altre squadre che devono conquistare un posto ai playoff, ma non vuol dire che non giocheremo per vincere.

Affronteremo queste gare con il massimo impegno. È così che cresce la mentalità del gruppo. Ciò non vuol dire che spremeremo i ragazzi per 47 minuti a partita.

Anche perché durante il lungo stop non tutti gli atleti hanno potuto allenarsi con costanza.

Saremo cauti, cercheremo trovare il ritmo giusto per far crescere di condizione il nostro gruppo, valutando quotidianamente lo stato di forma dei ragazzi.

Utilizzeremo tutte le precauzioni necessarie in queste otto gare, ma non ci sono dubbi, giocheremo per vincere.

La ripartenza sta arrivando.

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