Game 66: Los Angeles Lakers vs Utah Jazz at ESPN Wide World of Sports Complex
Terza sfida nella bolla di Orlando per i Los Angeles Lakers 💜💛 (50-15), che dopo il successo contro i Clippers e la sconfitta coi Raptors affrontano gli Utah Jazz (42-24).
I gialloviola – vittoriosi sia nella gara dello STAPLES Center a Ottobre che in quella di Salt Lake City a Dicembre – sono alla ricerca del successo che significherebbe primo seed nella Western Confernce. I mormoni hanno vinto coi Pelicans e perso coi Thunder, avversari diretti nella corsa alla terza piazza a Ovest.
Nessun problema per Vogel, che schiera l’abituale starting five: KCP, Green, James, Davis e McGee. Tutti disponibili anche per Snyder che risponde con Conley, Mitchell, Ingles, O’Neale e Gobert.
Game Recap
Reduce dalla brutta prestazione contro Toronto, Anthony Davis prova ad aggredire la gara fin dal primo possesso. Dopo aver tentato solo 7 conclusioni contro i Campioni NBA, dopo pochi minuti sono ben 8 i tiri dal campo del prodotto di Kentucky. Se i jumper e le iso in post sono poco efficaci (1/4 con 2 errori da tre), maggiore fortuna hanno gli attacchi da ricezione dinamica. Sei punti e due recuperi per AD, 10-11 dopo cinque minuti di gioco.
This just in: Davis doesn’t stop.
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Dal canto suo, Utah prova ad eseguire il pick-and-roll per servire Rudy Gobert, spinge la transizione e a difesa schierata si affida alle iniziative di Mitchell. La lineup lacustre con il doppio lungo non convince: oltre a non produrre vantaggi in attacco, nella propria metà campo è lenta nelle rotazioni e si espone alle penetrazioni degli esterni dei Jazz.
Dopo la tripla di Davis, Vogel abbassa il quintetto inserendo il terzetto Caruso/Waiters/Kuz che tanto bene ha fatto nelle gare precedenti. I compagni continuano a servire il numero 3 gialloviola (13 con 6/14), mentre i mormoni restano in scia grazie alle giocate dell’ex Jordan Clarkson e Mudiay. Un jumper di Conley chiude la frazione, 24-24.
Mitchell scatenato
I Lakers ripartono con LeBron più Dion, Smith, Kuz e Howard. I primi minuti del secondo quarto mostrano quanto siano diametralmente opposte le filosofie delle due squadre. Utah muove la palla e cerca maniacalmente l’uomo libero (sia con il penetra e scarica che con il pick-and-roll) e genera triple non contestate (a segno Mike Conley e Ingles) o facili alley-oop per Gobert e Bradley. L.A. invece, per scardinare la zona avversaria si affida al QI di James, che assiste le schiacciate dei compagni e la tripla di Kyle Kuzma.
Da segnalare, dopo qualche indecisione difensiva, i primi punti (due liberi) in gialloviola di J.R. Smith e un Dwight Howard finalmente presente soprattutto in aiuto difensivo. 34-36 a 6:58 dall’intervallo lungo.
I californiani faticano a contenere le iniziative di Donovan Mitchell, a segno due volte dalla lunga distanza, e in generale concedono troppe conclusioni wide open. LBJ segna quattro punti prima di lasciare il campo a Caruso, mentre Howard (nonostante la buona presenza sotto le plance) palesa quanto sia indietro fisicamente concedendo a Tony Bradley facili roll a canestro. Un and-one e due liberi di Davis mantengono la gara in equilibrio, 49-50 con poco meno di tre minuti da giocare nel 2Q.
Pass with intent ✔ Finish with power ✔
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Nel finale, per nulla impensierito dalle attenzioni di Caruso e KCP, Spida Mitchell (14 nel quarto, 21 totali) continua ad imperversare. Coach Frank Vogel mischia le carte schierando Cook e Dudley, ma a muovere il punteggio per gli angeleni sono i soliti noti: LeBron lancia la transizione chiusa da Davis, che poi segna quattro liberi per il 58-56 di fine primo tempo.
Dopo centoventi minuti di gioco nella bolla, 23/89 (25.8%) dalla lunga distanza per i Lakers, che sia necessario intonare la motivazionale marcia di Mickey Mouse come i marines di Kubrickiana memoria?
Davis e la difesa alimentano l’allungo
Il rientro in campo dei lacustri è disastroso. Joe Ingles prima arriva nel pitturato senza opposizione, poi – dopo una persa di KCP – assiste la tripla di O’Neale. Lo stesso Royce intercetta un passaggio di James e avvia la rapida transizione chiusa ancora da tre punti di Mitchell. 8-0 Jazz, inevitabile timeout dopo appena 76″ di gioco.
La sosta giova ai gialloviola, che difendono con maggiore intensità riuscendo a distendersi in transizione. LeBron schiaccia e assiste Green, Kentavious Caldwell-Pope segna da tre e in penetrazione. La tripla di Conley ferma il 9-0, mentre Danny Green – in attesa che passi lo slump da oltre l’arco – trova maggiore fortuna avvicinandosi al canestro, 71-71 con cinque minuti da giocare nel quarto.
Col trascorrere dei minuti i Lakers ritrovano anche l’intensità difensiva perduta e costringe Utah a quattro turnover in pochi possessi, mentre Clarkson (disastroso fin qui, 1/11 al tiro) e Conley devono accontentarsi di conclusioni a bassa percentuale. Dion Waiters nella propria metà campo collabora alla pressione sugli esterni, mentre in attacco segna e assiste due canestri dalla lunga distanza di Davis.
The ol’ bait and switch… works every time.
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Una tripla di tabella sulla sirena di Emmanuel Mudiay chiude la frazione, 86-76. Dopo tre quarti, ad esclusione di Smith (-1) gli unici lacustri con Plus/Minus negativo sono McGee e Howard (-4 per entrambi). Riduttiva ma significativa misura di quanto il quintetto big abbia faticato.
In cima alla Western Conference
Dopo aver lasciato per quasi tutta la gara le luci della ribalta a The Brow, LeBron James decide di prendere il controllo della partita. Il quattro volte MVP colpisce da nove metri e, dopo aver alzato un alley-oop per Howard, segna due volte nel pitturato. I Jazz restano in partita grazie ai liberi di Mike Conley e Gobert. LBJ viene sostituito da Alex Caruso che imita l’illustre compagno realizzando in fadeaway e assistendo DH39. 102-88 a 6:42 dalla sirena, timeout per il visibilmente insoddisfatto coach Quin Snyder.
Il ritmo della gara si abbassa, LeBron segna ancora da tre e assiste la schiacciata del +14 di Davis. Utah però non si arrende, Gobert e Conley segnano otto punti consecutivi e l’ex Grizzlies risponde anche alla tripla di Kuzma, 110-104 ad un minuto dalla fine.
James affida la palla nelle mani di AD, che supera la metà campo e fronteggia Gobert. Palleggio tra la gambe, step-back da oltre l’arco, canestro con annesso fallo del francese. Gioco da tre punti che chiude la gara.
#3 for FOUR. pic.twitter.com/whwpJnk0XH
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Kuzma regala un gioco da quattro punti all’amico Mitchell, che insieme ai liberi di AD fissa il punteggio finale: 116-108. Per la prima volta dalla stagione 2009/10 i Los Angeles Lakers conquistano la vetta della Western Conference.
Stats & Box Score
Riscatto doveva essere e riscatto è stato. Davis si mette alle spalle la brutta prova della gara precedente e risponde con una prestazione super, tra l’altro contro il DPoY in carica. Per AD 42 punti (13/28 al tiro, 4/8 da tre, 12/15 ai liberi), 12 rimbalzi, 4 assist, 3 recuperi, 1 stoppata e 1 persa.
Ordinaria amministrazione per LeBron, che osserva il compagno imperversare per quasi tutta la gara salvo assestare una spallata delle sue all’inizio dell’ultimo quarto. James chiude con 22 punti (9/16 dal campo, 2/5 da oltre l’arco, 2/2 dalla lunetta), 8 rimbalzi, 9 assist, 4 perse, 2 recuperi e 1 stoppata.

Coi big sugli scudi, sono meno appariscenti le prestazioni di Kuzma (9 con 2/3 da tre e 5 falli), Caruso (3+3+5) e Waiters (7+3 con 4 perse e 2/6 al tiro). Il trio colleziona comunque i migliori Plus/Minus e Net Rating tra i lacustri.
Meglio rispetto alle ultime uscite Green (8 punti, 3 rimbalzi) e KCP (10+4) che recuperano due palloni a testa e tirano entrambi 4/7 dal campo. Primi punti per Smith (4 con 1/3 dal campo e 2/2 dalla lunetta). Invisibile McGee (1 rimbalzo e 1 fallo in quasi 14 minuti), segnali di ripresa da Howard (11+5, 4/4 al tiro e 3/4 ai liberi). Due minuti a testa per Dudley e Cook.
Per i Jazz i top scorer sono Mitchell (33+5+4 con 9/22 dal campo e 4/10 da tre) e Conley (24+2+8, 8/17 al tiro e 3/9 dalla lunga distanza). Doppia doppia per Gobert (16+13), mentre Ingles (5+2+5, 6 TO), O’Neale (5+13+5) e Clarkson (6 e -19 di Plus/Minus) combinano 3/18 da oltre l’arco.
Highlights
Key Takeaways
Le impressioni sulla gara dello ESPN Wide World of Sports Complex by Luca Novo.
✔️ Plus
I grandi campioni si vedono per come reagiscono alle difficoltà. Dopo la brutta prestazione contro i Raptors, Anthony Davis risponde alla grande con una prova mostruosa che evidenzia tutto il suo talento e la sua versatilità. Spicca la sicurezza e la convinzione con cui ha preso 8 triple (4 a bersaglio), tra cui quella decisiva in step back a un minuto dalla fine davanti al due volte difensore dell’anno Gobert. Notevoli anche due splendidi assist che hanno portato ad altrettanti layup di KCP.
Il trio in uscita dalla panchina Kuzma-Waiters-Caruso contro i Jazz è stato meno brillante rispetto alle prime due uscite, ma il fatto che i tre siano risultati i migliori Lakers per Plus/Minus (rispettivamente +12, +11 e +8) dimostra come siano il fit giusto per la squadra di Vogel. È fondamentale per i giocatori di ruolo dare un contributo positivo anche nelle serate in cui non si eccelle a livello individuale.
Dwight Howard ha mostrato progressi e una condizione fisica migliore rispetto alle prime due partite e agli scrimmage. Non è ancore il Superman di inizio stagione, ma è apparso più concentrato e pronto, aspetto che fa ben sperare affinché possa essere al top per i playoff.

❌ Minus
Prestazione negativa per Javale McGee sia a livello individuale che di fit tecnico. Coach Snyder ha scelto di marcare Davis con Gobert fin dalla palla a due, affidando McGee a Ingles. Il 7 gialloviola non è però riuscito ad approfittare del mismatch e la sua presenza ha creato pessime spaziature in attacco, non a caso il suo Offensive Rating di 92.9 è di gran lunga il peggiore dei lacustri (tutti gli altri ben sopra 100). È evidente come contro i Jazz il doppio lungo sia una strada non percorribile per coach Vogel.
J.R. Smith appare ancora in ritardo e un corpo estraneo alla squadra. In 14 minuti di impiego si vede davvero poco e stupisce come in alcune circostanze si sia mostrato addirittura timido ed esitante davanti alla possibilità di prendere un tiro. Un J.R. più coinvolto sarebbe un’importante assicurazione in caso di latitanza di KCP o Green.
I Jazz presentano una super coppia di guardie come Mitchell e Conley. Per quanto la prova difensiva di Caruso, Pope e Green sia stata discreta, aumenta il rimpianto per l’assenza di Avery Bradley, la sua tenace difesa sulla palla si sarebbe rivelata un’arma in più contro ball handler del livello di Donovan Mitchell in quanto nessuno nel roster attuale ha tali capacità di mettere pressione a tutto campo.
Post Game Quotes
Il coach mi ha solo detto di essere più aggressivo. Fare le giocate giuste e farle con aggressività.
Il primo seed? È una bella sensazione, ma questo è solo l’inizio.
Anthony Davis
Davis ha dominato la partita. Lo ripeto da tanto tempo: è il difensore più talentuoso e versatile della Lega. Anthony lo dimostra ogni sera, partita dopo partita.
Frank Vogel
Game MVP
Votate il vostro MVP della gara tra i Los Angeles Lakers e i Utah Jazz!
— LakeShow Italia (@LakeShowIta) August 4, 2020
Pick your Game MVP! Let's Vote!!!#LakeShow vs #TakeNote #WholeNewGame
Next Game
I Los Angeles Lakers tornano in campo nella notte – alle 3:00 italiane – tra Mercoledì 5 e Giovedì 6 Agosto per affrontare all’ESPN Wide World of Sports Complex gli Oklahoma City Thunder.
Per saperne di più, ascolta il podcast:
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