28 Aprile 2013, gli Spurs infliggono un pesante sweep ai Los Angeles Lakers di Kobe, Pau, Dwight e Steve. Sono trascorsi sette anni, tre mesi e ventuno giorni dall’ultima apparazione ai playoff della franchigia californiana, un’enormità. Nei precedenti sessantacinque anni di storia, i gialloviola avevano fallito l’appuntamento con la post season.
- Il ritorno di un grande classico (Giovanni Rossi)
- Gli alti e bassi di Portland (Filippo Pugnalini)
- I precedenti stagionali (Giuseppe Critelli)
- Le chiavi tattiche (Nello Fiengo)
- LeBron vs. Lillard (Andrea Vecchiato)
- Le insidie per i Lakers (Francesco Andrianopoli)
- Cosa aspettarsi dai gialloviola (Luca Novo)
- I pronostici di LakeShow Italia
Indice dei Contenuti
Il ritorno di un grande classico
by Giovanni Rossi
Dopo sei anni bui, durante i quali sono scesi in campo alcuni tra i peggiori Laker di sempre, la firma di LeBron James nella Free Agency del 2018 aveva riacceso l’entusiasmo della Città degli Angeli. Dopo il fallimentare anno uno della LABron Era, l’arrivo via trade di Anthony Davis ha ribaltato le prospettive lacustri.
Al termine di una stagione tramortita dall’improvvisa scomparsa di Kobe Bryant e stravolta dalla pandemia di COVID19, i Lakers sono tornati al vertice della Western Conference e sono pronti ad affrontare i Portland Trail Blazers nel primo turno dei playoff.
Quella tra le franchigie della California e dell’Oregon è un classico della Western Conference, poiché dal 1977 al 2002 sono state undici le serie disputate. I Lakers hanno vinto 32 delle 48 gare disputate, eliminando Rip City in 9 occasioni. Portland, forte dell’MVP della bolla Damian Lillard, è intenzionata a vendere cara la pelle e sovvertire il pronostico.
20 years ago, the Lakers-Blazers WCF matchup was an instant classic.
— NBA on ESPN (@ESPNNBA) August 15, 2020
Now, they’ll meet once again 🔥 pic.twitter.com/bDnCZ0NrlL
Gli alti e bassi di Portland
by Filippo Pugnalini
Prima della sospensione, la stagione dei Portland Trail Blazers poteva essere riassunta da una parola: incostante. La franchigia dell’Oregon, infatti, aveva vinto solo 29 delle 66 partite disputate. Record negativo per una squadra collaudata come i Blazers, guidata dal dinamico duo Damian Lillard e CJ McCollum.
All’inizio della stagione la qualificazione di Portland alla post season era praticamente data per certa. Nonostante gli infortuni patiti da Jusuf Nurkic (frattura della tibia) e Zach Collins (operato alla spalla) i Blazers erano comunque reduci dalle finali di conference perse contro gli Warriors. Ma qualcosa è andato storto.
La mini rivoluzione estiva (fuori Aminu, Harkless e Curry, dentro Whiteside, Hezonja e poi Melo) ha fatto crollare soprattutto il rendimento difensivo della squadra di Terry Stotts. Il Defensive Rating è passato dal 109.5 (16° assoluto) della scorso anno 113.6 (27°) nelle gare pre sospensione. Di conseguenza il Net Rating di Portland è crollato da 4.2 (7°) a -1.5 (20°).
Le partenze dei glue-guy Moe Harkless e Al-Farouq Aminu hanno privato la squadra di versatilità, difesa e tiro dagli angoli. Mentre Hassan Whiteside nonostante i numeri roboanti non ha inciso e per larghi tratti di stagione è stato deleterio per il gioco dei Blazers.
Lo spettro di una clamorosa quanto inaspettata stagione perdente ha spinto il front office a firmare Carmelo Anthony, che dopo tanto tempo lontano dai campi NBA, ha dimostrato di saper ancora mettere punti a referto con una certa facilità. Non che da Melo ci si attendesse un impatto nella propria metà campo, ma complessivamente dal suo arrivo Portland ha tratto dei benefici.
Tutto è cambiato nella bolla, quando trascinati da Lillard (e dai recuperati Nurkic e Collins) e dalla sua folle motivazione, i Blazers hanno vinto 6 delle 8 gare disputate conquistando l’accesso ai playoff.

I precedenti stagionali
by Giuseppe Critelli
Lakers e Blazers si sono affrontati tre volte nel corso della stagione 2019/20. Il bilancio è di 2-1 a favore dei gialloviola. C’è un aspetto curioso nelle sfide di quest’anno: in tutte e tre le circostanze si è imposta la squadra in trasferta.
I due successi dei Lakers sono arrivati nella prima fase della stagione, ovvero quando i Blazers faticavano a trovare la giusta alchimia dopo i tanti infortuni patiti e i numerosi cambiamenti avvenuti in off-season. L’affermazione di Portland è arrivata, invece, in una partita dall’elevato carico emotivo trattandosi del primo match giocato dai Lakers dopo la morte di Kobe Bryant e disputatosi al termine di una cerimonia commemorativa estremamente commovente.
In generale è difficile trarre degli spunti significativi dagli scontri stagionali, soprattutto perché la Portland vista ad Orlando è profondamente diversa da quella apparsa nel resto della stagione regolare. Nelle partite contro i Lakers, ad esempio, hanno avuto tanti minuti Trevor Ariza (fuori dalla bolla), Bazemore e Tolliver (ceduti) e Whiteside (il cui minutaggio si è notevolmente ridotto). Il rientro di Nurkic e la crescita esponenziale di Gary Trent Jr., invece, hanno cambiato il volto dei Blazers dando la possibilità a Stotts di avere una soluzione efficace ai raddoppi sistematici su Lillard grazie alle doti di playmaking del centro serbo e di poter schierare, con Trent Jr., un 3&D affidabile contro gli esterni avversari.
I successi dei Lakers
Nelle gare stagionali tra Lakers e Blazers, i gialloviola hanno avuto vita facile contro la difesa di Portland come dimostrano i 121.2 punti segnati per 100 possessi. La chiave del successo avuto dalla compagine di Frank Vogel contro la squadra dell’Oregon va ricercata principalmente nella capacità di segnare punti ad alta percentuale nel pitturato e in transizione. I Lakers sono la seconda squadra della Lega per Points in the Paint (52.8) e nelle tre partite in questione sono riusciti a fare meglio rispetto alla loro già elevata media stagionale mettendo a segno ben 56 punti nei pressi del canestro. Merito del dominio fisico dei lunghi angeleni (Davis su tutti) e di LeBron James.
Nella partita del 28 Dicembre, ad esempio, LeBron ha servito ben 16 assist (seconda miglior prestazione stagionale dell’ex Cavs ), la maggior parte dei quali erano alley-oop per JaVale McGee e AD.
L’unico in grado di infastidire James è stato Ariza nel match di fine Gennaio, ma come sappiamo l’ex gialloviola non sarà della serie, quindi Stotts dovrà trovare altre soluzioni per provare ad arginare lo strapotere atletico del Prescelto. Il rientro di Nurkic, invece, sarà importante per tenere botta contro i lunghi dei Lakers che hanno banchettato nei precedenti stagionali con Anthony Davis, nello specifico, che ha viaggiato a ben 32 punti di media, 11 rimbalzi, 4 assist, 2.7 stoppate e il 40% da tre.
Ma un altro elemento essenziale delle vittorie gialloviola in regular season vs Portland è rappresentato dai Fast Break Points (ben 27.7 contro una media stagionale di 18.4). I Blazers sono una delle peggiori difese in transizione e i Lakers sono stati bravissimi ad esplorare questa debolezza ricorrendo in maniera sistematica ai passaggi a tutto campo di LeBron per Davis. Una situazione che vedremo verosimilmente anche ai playoff.
La vittoria dei Blazers
L’ultimo scontro stagionale, infine, ha visto un Lillard in formato deluxe con 48 punti, 10 assist e 9 rimbalzi in una serata, come accennato in precedenza, particolarmente difficile dal punto di vista emotivo per tutto il mondo Lakers. In quella partita nessuna delle guardie gialloviola è riuscita ad opporre resistenza al numero 0 di Oakland; in particolare Alex Caruso non è stato un fattore (solo 8 minuti in campo a causa dei problemi di falli). Vogel ha provato diverse soluzioni difensive (compreso il blitz sul pick-and-roll) per fermare Lillard ma si sono rivelate tutte inefficaci.
Vedremo in questa serie, invece, quale strategia difensiva metterà sul campo l’ex coach dei Pacers e soprattutto se riuscirà a porre un freno all’MVP della bolla di Orlando.
Le chiavi tattiche
by Nello Fiengo
Per tutta la stagione Stotts e i Blazers hanno dovuto affrontare i raddoppi sistematici su Lillard senza l’arma principale per uscirne: Nurkic.
Se i Lakers dovessero scegliere – come tante squadre fanno – di contenere il talento di Dame raddoppiando molto in alto sul pick-and-roll, la problematica maggiore sarà quella di contenere il centro bosniaco appena riceve il pallone sullo scarico di Lillard. In questa situazione Nurkic può diventare letale per via della sua capacita di leggere i movimenti senza palla degli altri uomini in campo.
È verosimile che Vogel chieda all’uomo impegnato su Nurkic di sacrificare qualcosa in aiuto, in modo da conservare la strutturazione difensiva preferendo qualche scarico di Lillard verso gli angoli o sotto canestro piuttosto che lasciar che Nurkic contribuisca come playmaker secondario.
Un altro set molto utilizzato nel sistema offensivo di Stotts è l’handoff, con Lillard e McCollum a girare intorno a Nurkic. In questa situazione la difesa è costretta a fare delle scelte e quella di passare dietro il lungo che consegna il pallone all’esterno contro giocatori del calibro di Dame e CJ può diventare letale. Ci si aspetta che alcuni giocatori – come Danny Green – provino il jump verso la palla, ovvero tentino di passare insieme alla palla. In tal caso sarà fondamentale che la difesa cerchi di tenere l’handoff il più lontano possibile dalla linea dei tre punti, cercando di pressare e anticipare per far allontare la circolazione dal canestro.
Obiettivo Nurkic
Per mettere in difficoltà i Blazers, i Lakers dovranno focalizzare l’attenzione su Nurkic, soprattutto per quello che si è visto nel play-in contro Memphis. Jusuf può fare malissimo alla difesa gialloviola e la principale arma da utilizzare per limitarne l’efficienza è quello di coinvolgerlo nel maggior numero possibile di pick-and-roll nella propria metà campo. Con lui in campo, Portland sostanzialmente difende in drop coverage ma nei playoff non è scontato che Stotts continui su questa strada, soprattutto se LeBron o KCP sono efficaci dal mid-range.
È fondamentale che Nurkic venga messo fisicamente sotto prova, perché comunque è rientrato da poco e nonostante abbia dimostrato giocando 31 minuti di media di essere in una buona condizione fisica, non è detto che possa resistere per tutta la serie a questo livello. Saranno fondamentali l’efficienza di James nell’esecuzione del pick-and-roll e soprattutto il rollaggio di Davis che insieme a percentuali dignitose dalla lunga distanza possono essere l’arma letale per battere Portland.
Una prima serie di playoff difficile è sicuramente allenante, una prima serie di playoff troppo lunga potrebbe essere sfiancante per le nostre ambizioni.

LeBron vs Lillard
by Andrea Vecchiato
La sfida nella sfida della serie sarà sicuramente il duello tra le rispettive star, ovvero LeBron James e Damian Lillard.
Le stelle arrivano alla palla a due di Gara 1 in modo quasi diametralmente opposto: se la star gialloviola è andata a sprazzi nei seeding games, Lillard ha letteralmente trascinato la sua squadra ai playoff con prestazioni leggendarie. Una parte importante della serie per LA sarà trovare un modo di limitare Dame, perché fermarlo sarà impresa pressoché impossibile.
Lillard e più in generale i Trail Blazers potrebbero pagare la fatica delle nove partite disputate, quindi è lecito attendersi che il numero 0 di Portland venga spesso attaccato nella propria metà campo dove storicamente non è a proprio agio, soprattutto in queste condizioni in cui deve gestire le forze per poter essere super efficace in attacco. Probabile che Vogel provi diversi giocatori su Lillard, in modo da dargli meno punti di riferimento possibili.
Passando al capitolo James, è auspicabile che il quattro volte MVP scenda in campo per tutta la serie con la stessa mentalità del primo tempo contro Indiana e dell’ultimo quarto contro i Clippers. Portland difensivamente per strutturazione manca di giocatori accettabili, quindi è verosimile che l’attacco dei Lakers faccia meno fatica e LeBron riesca a servire al meglio i compagni.
Le insidie per i Lakers
by Francesco Andrianopoli
Come accoppiamento, in un mondo ideale la serie con i Trail Blazers sarebbe molto vantaggiosa per i Lakers.
In primis, per mettere in difficoltà i gialloviola devi avere una forte second unit che possa punire le riserve lacustri, che non sono eccezionali. In secondo luogo devi disporre di lunghi agili e mobili che ti impediscano di giocare con i quintetti grossi, insomma che tolgano dal campo Howard e McGee costringendo Davis a giocare sempre da cinque.
Fortunatamente Portland non possiede nessuna di queste due cose. Non ha panchina (ruotano soprattutto 5/6 elementi) e impiegano quasi sempre due lunghi di ruolo se non addirittura tre, quindi in teoria sarebbe un buon abbinamento.
Ma nella realtà, i Lakers sono reduci da una bolla giocata sostanzialmente in ciabatte e quindi sono molto arrugginiti sia dal punto di vista fisico che tecnico, lo dimostra il fatto che nessuno eccetto Kuzma ha tirato con percentuali decenti. Al contrario i Blazers vengono da una bolla giocata sempre sul filo del rasoio, sono emotivamente pronti e carichi di energia per i playoff.
Ciò considerato e in virtù del mostruoso stato di forma di Damian Lillard, è plausibile che soprattutto le prime gare saranno molto difficili e non sarebbe una sorpresa se Portland vincesse almeno una delle prime due partite. La speranza poi è che sul lungo periodo i Lakers possano e debbano levarsi un po’ di ruggine di dosso e avere la meglio su una squadra che, nonostante il suo backcourt e Nurkic, è complessivamente inferiore.

Cosa aspettarsi dai gialloviola
by Luca Novo
Può apparire banale, ma la prima cosa che viene in mente è la vittoria. I Lakers mancano ai playoff dal 2013 e l’ultima serie vinta risale all’ultima post season giocata da Kobe Bryant, ovvero la vittoria contro i Denver Nuggets per 4-3 nel 2012. Sarebbe un fallimento troppo grande per la squadra ammirata fino a Marzo uscire contro questi Blazers.
Ci si aspetta inoltre un aumento di intensità e di vedere il roster gialloviola entrare nel clima playoff. La vittoria contro i Clippers nella partita inaugurale della bolla ha di fatto chiuso la corsa al primo posto a Ovest e reso le altre sette uscite dei gialloviola poco significative. Non sarà possibile accendere di colpo l’interruttore e probabilmente ci saranno alti e bassi, ma è ora per la squadra di ritrovare aggressività, attenzione ai dettagli, voglia di sacrificarsi per i compagni, in modo da essere pronti non solo per affrontare Portland ma per gli avversari più impegnativi lungo il cammino dei playoff.
AAA Supporting Cast cercasi
Se James e Davis sono i punti fermi dei Lakers, dalla serie si attendono risposte per capire quali sono gli elementi del roster che saranno in grado di stare in campo nei playoff e non rappresentare potenziali anelli deboli sfruttabili dai coach avversari. Per vari motivi tutti i giocatori a roster devono dare risposte a Frank Vogel.
In primo luogo si pensa a Danny Green. A livello teorico il più affidabile degli altri gialloviola, nella bolla di Orlando ha fatto molta fatica e ci si aspetta di vederlo tornare ai livelli delle postseason giocate con le maglie di Spurs e Raptors. Osservati speciali sono i due centri JaVale McGee e Dwight Howard, i quali dovranno mostrare di poter stare in campo nel basket del 2020, fatto di spaziature in attacco e lunghi in grado di difendere sul perimetro in difesa. Kyle Kuzma, Kentavious Caldwell-Pope, Alex Caruso sono all’esordio assoluto nei playoff e l’augurio è che possano mostrarsi pronti per tale livello di pallacanestro. Questo è un momento che definisce come si svilupperanno le loro carriere NBA. Infine i nuovi Morris, Waiters e perché no JR Smith. I tre veterani devono dare dimostrazione di continuità per poter entrare nella rotazione di coach Vogel.
Perché i Lakers possano essere considerati una contender credibile nella rincorsa all’anello, è necessario almeno cinque di questi giocatori si rivelino all’altezza di affiancare James e Davis.

I Pronostici di LakeShow Italia
Andrea Vecchiato
Lakers in cinque.
Serie non facile ma credo che i valori alla lunga usciranno. Se nella metà campo offensiva Portland è da élite NBA, lo stesso non si può dire della sua difesa.
Potendo disporre di Lebron James ed Anthony Davis mi sento abbastanza tranquillo.
Antonio Corsa
Lakers in cinque.
Il pericolo numero uno sarà il pick-and-roll con Dame coinvolto (95th percentile di efficienza, una macchina). Portland però non sembra avere risposte sufficienti in difesa, soprattutto contro LeBron James. Mi aspetto punti da Kuzma e Waiters.
Davide Schiaffino
Lakers in cinque.
Aspetterò Davis al varco, contro Portland ha già dimostrato in passato di poter dominare e non mi aspetto da lui nulla di meno. Con Anthony e LeBron in partita da subito potremo fermare senza troppe preoccupazioni la favola Blazers
Francesco Anelli
Lakers in sei.
Serie tosta per essere un primo turno (paragonandolo ad est ad esempio, dove i Bucks avranno vita molto più facile). Mi aspetto molto da Davis, visto che il solo Nurkic può impensierirlo. E mai abbassare la guardia contro Dame e soci, sono sempre un cattivo cliente.

Filippo Pugnalini
Lakers in sei.
Portland arriva sull’onda dell’entusiasmo del play-in e per questo può cogliere di sorpresa la compagine gialloviola, l’unica preoccupazione può essere questa. I Lakers sono i favoriti per questo turno e per superarlo gli basta solo dimostrare perché sono la testa di serie numero uno.
Giuseppe Critelli
Lakers in cinque.
Portland ha giocato le nove partite nella bolla come se fossero gara-7 delle Finals. Arriverà, dunque, ai playoff con il fiato corto, complici anche delle rotazioni limitate.
Non credo quindi che i Lakers visti quest’anno possano avere particolari problemi contro questi Blazers. Lo strapotere fisico di LeBron e Davis sarà un enigma pressoché irrisolvibile per Portland.
Luca Novo
Lakers in sei.
Portland è reduce da diverse partite ad alta intensità proprio per poter arrivare alla testa di serie numero 8. Penso quindi che rappresenterà un ostacolo complesso per la squadra di Vogel. In ogni caso non credo che i Blazers abbiano le armi per poter eliminare i Lakers di Davis e LeBron. Immagino una serie difficile, che magari andrà sul 2-2, ma che poi saremo in grado di chiudere soprattutto grazie al talento di James.
Nello Fiengo
Lakers in sei.
I Lakers hanno tutte le armi per vincere la serie. Tuttavia, la condizione scadente mostrata nei seeding games e Lillard in versione extra large mi fanno pensare che ci vorranno sei partite per chiuderla.
Il che non è necessariamente un male perché se si deve prendere qualche colpo meglio ora che nei prossimi turni.
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