La deludente prestazione dei Los Angeles Lakers in Gara 1 contro i Portland Trail Blazers ha messo in subbuglio media, tifosi e addetti ai lavori che seguono la franchigia californiana. Dopo sette anni di assenza, le aspettative intorno ai gialloviola – titolari del miglior record ad Ovest e con a roster LeBron James e Anthony Davis – sono altissime.

I Lakers sono quelli visti a Marzo contro Clippers e Bucks o quelli involuti dei seeding games nella bolla? Ridimensionamento dopo due terzi di stagione super o inevitabile scotto da pagare nell’affrontare una franchigia caricata a mille dalla conquista dell’ottava piazza? A questi e tanti altri interrogativi, risponderà Gara 2 in programma questa notte alle 3:00 italiane.

Vogel predica ottimismo

Come di consueto, al termine dell’allenamento del Mercoledì Frank Vogel ha risposto in video conferenza alle domande dei reporter. Il coach ha raccontato che una parte della seduta è stata dedicata all’analisi video della gara, focalizzandosi sulle tante cose che non hanno funzionato.

Vogel non ha parlato delle reazioni dei suoi giocatori, piuttosto ha preferito inquadrare la prestazione contro Portland come un bicchiere mezzo pieno.

Non parlerò dello stato d’animo dei ragazzi, ma posso dirvi che siamo ottimisti. Sappiamo che ci sono delle cose che possiamo fare meglio e siamo stimolati a farlo.

L’aspetto incoraggiante è che siamo una squadra molto talentuosa. Quando una squadra come la nostra gioca come abbiamo fatto in Gara 1, l’aspetto positivo è che hai tanti margini di miglioramento per realizzare qualcosa di speciale.

Ottimismo sulla capacità di lavorare sugli errori e orgoglio per l’impegno che non è mancato.

Nonostante la brutta prestazione, sono comunque rimasto soddisfatto dell’impegno dei ragazzi, che hanno dato il massimo su entrambi i lati del campo.

Prima della sospensione, l’Offensive Rating dei Blazers era di 112. Nelle otto gare in Florida, le prestazioni dell’MVP della bolla Damian Lillard lo hanno fatto schizzare a 122.5. Vogel ha voluto enfatizzare il risultato della sua squadra, che ha concesso agli avversari un Off Rtg di 97.1.

Li abbiamo tenuti a 98. Portland è una squadra dinamica, con uno dei migliori attacchi della Lega.

Per questo sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto in difesa e conoscendo le capacità dei ragazzi, credo che possiamo continuare a farlo.

Quintetto grande o piccolo, è questo il dilemma.

Parafrasando Amleto, uno dei temi che tiene banco è la possibilità di varare la lineup small con uno tra Morris e Kuzma al fianco di The Brow sin dalla palla a due. Pertanto l’allenatore lacustre è stato sollecitato sull’eventualità di abbassare il quintetto rinunciando a JaVale McGee.

Per tutta la stagione siamo riusciti ad alternare quintetti con due lunghi a lineup più piccole. Continueremo a farlo, valutando di volta in volta cercando di trovare il giusto equilibrio.

Non ritenendo, al momento, necessarie decisione drastiche, non esclude che in futuro possano esserci poiché è consapevole che le certezze della regular season possono essere smentite dagli aggiustamenti degli avversari.

I cambiamenti vanno fatti quando sono necessari. In ogni serie, contro ogni avversario, è un aspetto che viene considerato e valutato sulla base degli accoppiamenti in campo.

Non sempre la via che intraprendi nel corso della stagione è quella che percorri nel corso di una serie lunga sette partite.

Quindi fiducia in quanto fatto fin’ora, ma occhi aperti.

Abbiamo conquistato il seed numero uno della Western Conference, ho fiducia nel quintetto che scende in campo. Ciò non toglie però che partita dopo partita faremo le nostre valutazioni, come avviene in ogni serie di playoff.

Tiratori con le polveri bagnate

Dopo aver convertito il 35.5% delle triple tentate fino a Marzo, dalla ripartenza i tiratori dei Lakers stanno vivendo uno slump clamoroso: nelle otto gare disputate la percentuale è scesa al 30.3% (mitigata dalle buone prove balistiche nelle ultime tre gare). Contro Portland è crollata al 15.6% (5/32). La crisi ha investito tutti gli angeleni ed in particolare il backcourt, che hanno messo a referto numeri da brividi. KCP (dal 39.4% al 27.8%), Green (dal 37.8% al 25%), Cook (dal 37.9% al 31.6%) e Caruso (dal 35.5% al 15.4%).

Di conseguenza, Danny Green (4/12 dal campo con 2/8 da tre in G1) e Kentavious Caldwell-Pope (0/9 dal campo con cinque triple fallite) nel corso dell’allenamento – insieme a Phil Handy e Jason Kidd – hanno lavorato sul tiro, in particolare sulle triple dall’angolo.

Per Vogel, nulla di speciale.

È un allenamento che fa parte della nostra routine, l’avrebbero fatto anche se avessero segnato dieci triple a testa l’altra sera.

Il coach è certo che i suoi ragazzi reagiranno, perché hanno bene in mente su quali leve dovranno intervenire. Fin da Gara 2.

Sono sicuro che reagiremo, già dalla prossima partita.

Rondo vicino al rientro

Gli atleti maggiormente impiegati in Gara 1 hanno svolto un allenamento differenziato, mentre Rajon Rondo ha partecipato attivamente a tutte le fasi compreso il 5 vs. 5 a tutto campo. Vogel specifica che il suo rientro non è imminente.

Rondo sta lavorando duramente per poter rientrare il prima possibile, però questo accadrà quando sarà pronto, non prima.

Anche se non è da escludere una sua presenza in tuta in Gara 2.

Vedremo come reagirà al lavoro di questi giorni.

Al momento è inserito come “questionable”, che per definizione ha una probabilità di esserci del 50%.

Il coach confida che il veterano possa aiutare lo sterile attacco dei Lakers.

Con la capacità di creare in attacco che Rajon si ritrova, non potrà che esserci d’aiuto.

Sarà così? Ai posteri l’ardua sentenza.

Kuzma pronto a dare il massimo

A differenza dei compagni sulla carta più specializzati di lui, Kyle Kuzma in Florida pare aver trovato maggiore fiducia nelle conclusioni dalla lunga distanza, passando dal 29.7% al 44.4% della Florida. Un Kuzma in fiducia, che non sente il peso della pressione.

Ho dormito bene, in fin dei conti si tratta solo di basket. Sono sereno.

Ad Orlando, l’ala gialloviola si è consolidata come terza bocca di fuoco e si è detto pronto ad entrare in quintetto nel caso fosse necessario.

Sono pronto? Direi di si, ma non sono io l’allenatore. Sono solo un giocatore e faccio quello che mi viene chiesto di fare. Questo è il mio lavoro, fare al meglio quanto mi viene chiesto.

E Kuz è consapevole di quanto stia contribuendo e del fatto che potrà farlo sia come titolare che dalla panchina.

Scendere in campo con il massimo impegno, con entusiasmo. Avete visto cosa ho fatto in campo e sono le stesse cose che continuerò a fare.

Se dovessero decidere di schierarmi dall’inizio, mi farò trovare pronto.

Questo e tanti altri dubbi saranno sciolti questa notte.

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C’è solo un Capitano, anzi due.

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