Da leggere ascoltando Helicopter (2004) dei Bloc Party.
Dopo la disastrosa prova di Gara 1, i Los Angeles Lakers hanno pareggiato la serie in Gara 2 apportando importanti correttivi a rotazioni e scelte difensive. Nel secondo tempo di Gara 3 i gialloviola hanno fatto un ulteriore passo in avanti costringendo gli Houston Rockets a soli 38 punti grazie ad un Defensive Rating di 82.6.
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Indice dei Contenuti
Lo strano caso del dottor Rondo e del signor Rajon
by Luca Novo
Oltre al duo James-Davis, Rajon Rondo è stato il grande protagonista della vittoria dei Lakers, in particolar modo nel quarto periodo dove ha contribuito con giocate decisive in entrambe le metà campo.
Attacco
Il piano tattico della squadra di Mike D’Antoni prevede di lasciare metri di spazio al non tiratore avversario e Rondo è stato la vittima di tale strategia.
Lasciare, però, a un grande passatore il tempo e lo spazio di operare può essere controproducente per la visione e la tranquillità con cui può eseguire il passaggio.
La scelta di ignorare Rondo diventa poi controproducente se, come è accaduto martedì, il numero 9 sfrutta al meglio la libertà concessagli e segna due triple fondamentali nell’allungo decisivo del quarto periodo.
Il beneficio tattico più interessante derivato dalla presenza di Rondo nell’attacco gialloviola ha però a che fare con la grande prestazione di LeBron James. Il prescelto, sgravato da alcuni compiti di playmaking, in alcuni momenti della partita ha potuto agire da vero e proprio lungo “bullizzando” gli esterni di Houston nei pressi del ferro.
Con Davis in campo, è interessante notare come AD e LeBron possano essere sfruttati insieme lontano dalla palla. Nell’azione seguente si vede James agire da bloccante per poi muoversi verso l’area, ricevere il passaggio di Rondo ed esibirsi in uno splendido fadeaway.
Difesa
Rubare palloni grazie alle mani veloci e alla capacità di comprendere le intenzioni dell’avversario è da sempre una delle grandi abilità di Rondo. E proprio grazie a questa innata qualità nel leggere le situazioni, l’ex guardia dei Celtics piazza una delle giocate fondamentali della gara a 8 minuti dal termine. Dopo lo switch con Kuzma riesce ad anticipare l’intenzione di Harden di uscire dal raddoppio con il suo classico passaggio dietro la schiena per il compagno libero.
Le qualità da rubapalloni di Rondo, però, non portano sempre dei benefici, anzi… Troppo spesso, infatti, Rajon scommette sull’errore avversario e abbandona il proprio assegnamento difensivo, aspetto che nel bilancio complessivo lo rende il più delle volte un minus difensivo.
All’interno del grande quarto periodo messo insieme da Vogel in gara 3, è stato però bravissimo a seguire lo spartito e a restare sulla stessa pagina dei compagni. Non si sono viste distrazioni o azioni pigre, ma è stato preciso nelle rotazioni e sopratutto bravo a negare le linee di passaggio.
In the zone
by Francesco Andrianopoli e Giuseppe Critelli
La chiave della vittoria dei Lakers in Gara 3 va sicuramente ricercata nella metà campo difensiva. L’idea centrale della strategia di Vogel è stata quella di togliere la palla dalle mani di James Harden attraverso raddoppi sistematici, portati soprattutto alla fine dei 24 secondi.
Una tattica di questo tipo richiede però grandissima disciplina e delle rotazioni a cascata puntuali. Harden, infatti, è un maestro a fare uscire la palla nei modi e nei tempi giusti dopo l’arrivo del secondo uomo. Ma nel secondo tempo di Gara 3, quando i gialloviola hanno eseguito un raddoppio sul Barba, i Rockets hanno segnato solo 0.54 punti per possesso (via Zach Lowe di Espn). Numeri che certificano la riuscita del piano tattico gialloviola.
Con l’aiuto di Francesco Andrianopoli cerchiamo allora di capire nel dettaglio qual è stato il piano difensivo dei Lakers e soprattutto perché questa volta è stato eseguito alla perfezione.
Il breakdown difensivo dell’ultimo quarto
by Giuseppe Critelli e Filippo Pugnalini
I Lakers sono stati molto aggressivi sui closeout costringendo i tiratori dei Rockets a mettere palla per terra e a fare scelte complesse.
— LakeShow Italia (@LakeShowIta) September 9, 2020
Risultato: nel 4° periodo Houston ha preso solo 6 tiri da tre e ha perso 5 palloni. L’attacco dei Rockets è sembrato essere in confusione. pic.twitter.com/JYRSQL3FRJ
Cutting Kuz
By Nello Fiengo
Nelle preview stagionali e nelle analisi in regular season, spesso si è discusso di come Kyle Kuzma sarebbe dovuto essere la terza opzione di questi Laker. Non sempre però le cose sono andate in questo senso un po’ per l’attitudine e la pigrizia del numero 0 gialloviola, ma anche perché Vogel non è riuscito a costruire intorno al prodotto di Utah situazioni offensive adatte a sfruttare il suo potenziale.
In G3, probabilmente sollecitato dalla maggiore fluidità dei Lakers con un doppio ball handler in campo, Kuz è riuscito a mettere in mostra la sua qualità migliore: la capacità di leggere spazio e tempo per muoversi senza palla verso il ferro.
La capacità di Kyle di concludere in avvicinamento è decisamente sottovalutata dal coaching staff dei Lakers. Per dare punti e forza alla nostra second unit è di fondamentale che Vogel e soci provino a creare situazioni che permettano a Kuzma di arrivare al ferro o poterlo almeno puntare senza ricezioni statiche o palleggi sul posto che lo portano a perdere ritmo e a forzare conclusioni che non ha nel suo arsenale.
Come scritto in precedenza, la serata di maggiore fluidità offensiva ha sicuramente permesso a Kuz di muoversi e di essere il bersaglio perfetto per ‘Bron e Rondo. Ma a prescindere da quanto i nostri palleggiatori siano in forma, è un delitto non provare a creare qualche situazione apposita per Kyle ed i suoi tagli.
Series Coverage
- Series Preview: due filosofie a confronto.
Game Recap:
- Davis non basta, Harden affonda i Gialloviola
- Reazione Gialloviola, serie in parità
- Super LeBron conquista il 2-1
Analisi Post Partita:
Lakers Speaker’s Corner: Ep. 038 – Small Goal
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