Battendo gli Houston Rockets in cinque gare, dopo dieci anni i Los Angeles Lakers tornano alle Western Conference Finals. A contendere ai gialloviola l’accesso alle NBA Finals, i Denver Nuggets.
- Dalle Scoring Machines alla Joker Era (Giovanni Rossi)
- La stagione dei Nuggets (Filippo Pugnalini & Giacomo Vannuzzi)
- Le chiavi tattiche (Nello Fiengo)
- Quello che i Gialloviola (non) devono fare (Francesco Andrianopoli)
- I numeri della serie (Giuseppe Critelli)
- Cosa aspettarsi dalla serie (Luca Novo & Andrea Vecchiato)
- I pronostici di LakeShow Italia
Indice dei Contenuti
Dalle Scoring Machines alla Joker Era
by Giovanni Rossi
L.A. e Denver si ritrovano, dodici anni dopo, a lottare per un posto alle Finals. Se per i californiani questa travagliata stagione è quella della rinascita, per i coloradian potrebbe essere quella della consacrazione del progetto targato Malone.
Nelle cinque stagioni sotto la guida del figlio di Brendan Malone – ideatore secondo alcuni delle famose Jordan Rules dei Bad Boys – i Nuggets hanno raggiunto lo status di contender (o quasi) nella competitiva Western Conference. Dopo aver fallito l’ingresso ai playoff per una sola partita (40 vittorie nel 2017, 46 nel 2018), la scorsa stagione Denver ha vinto la Northwest Division venendo poi eliminata in sette gare da Portland.
Nonostante le pepite (d’oro, non di pollo) abbiano raggiunto la post season in 26 delle 44 stagioni disputate nella NBA, la sfida tra le franchigie dello Stato d’Oro e lo Stato del Centenario ai Playoff si è vista in sole sei occasioni. Nel 1979 i Lakers di Kareem Abdul-Jabbar sconfissero al primo turno la squadra di Dan Issel e del primo Skywalker, David Thompson. Altre due serie vennero disputate negli anni ottanta, quando gli angeleni guidati da Magic Jonhson sconfissero alle WCF nel 1985 (4-1) e ancora al first round nel 1987 (sweep) la macchina da canestri ideata da Doug Moe e armata da Alex English. Probabilmente la migliore edizione mai scesa in campo – fin’ora – dei Nuggets.
Kobe vs. Melo
Alla fine dei duemila Kobe Bryant e Paul Gasol eliminarono ancora al primo turno (sweep nel 2008) e alle WCF (4-2 nel 2009) la Denver di Carmelo Anthony, J.R. Smith, Allen Iverson prima e Chauncey Billups poi. Della battaglia della stagione 2009/10 ne abbiamo parlato nell’episodio Lakers Is… Magic del podcast Lakers Speaker’s Corner.
La sesta sfida avvenne nel 2012, ancora nel primo turno. A condurre al successo in sette gare gli angeleni fu il solito Black Mamba, che vinse l’ultima serie di PO prima del lungo digiuno interrotto solo quest’anno.

L.A. complessivamente ha vinto 21 delle 28 gare disputate, aggiudicandosi tutte e sei le serie. Inoltre, quando i Lakers hanno battuto i Nuggets nelle Western Conference Finals hanno anche conquistato l’anello.
Scaramanzia portami via.
La stagione dei Nuggets
by Filippo Pugnalini
Reduci dalla positiva stagione 2018/19, in offseason il GM Arturas Karnisovas – dopo aver eserticato la team option su Paul Millsap – ha provato a migliorare il roster acquisendo via trade l’ala Jerami Grant.
L’obiettivo dei Nuggets per la stagione era solo uno: riconfermarsi tra le migliori franchigie ad Ovest. Dopo un Mondiale tutt’altro che esaltante, Nikola Jokic si è presentato ai nastri di partenza non esattamente tirato a lucido. Nonostante ciò, forte di una solida organizzazione e un sistema rodato, la squadra di Malone ha iniziato bene la stagione.
Difatti le altalenanti prestazioni di Jamal Murray e Gary Harris sono state compensate dal buon rendimento del supporting cast. Will Barton si è dimostrato un ottimo role player e glue guy, mentre Paul Millsap ha giocato una prima parte di stagione ad All-Defensive Team. A Febbraio Denver ha provato a valorizzare parte dei suoi asset cedendo a Minnesota Beasley, Hernangomez e Vanderbilt in cambio di Napier e Gerald Green (subito tagliati) oltre a Vonleh, Bates-Diop e una prima scelta 2020 dai Rockets.
I Nuggets così formati conquistano il terzo accesso consecutivo alla post season, il tutto schierando Michael Porter Jr. per meno di 15 minuti a partita. Ma ne riparleremo.
Quattro gare equilibrate
by Giovanni Rossi
I californiani hanno vinto tre delle quattro gare disputate quest’anno. Tutte le partite sono state equilibrate ed hanno avuto uno scarto minimo.
Nella sfida di inizio Dicembre i Lakers conquistarono uno dei primi successi significativi della stagione, passando in casa di una diretta concorrente al termine di un match combattuto e deciso nel finale dalla difesa super di Anthony Davis. Poco prima di Natale i californiani, privi di James, vennero battuti allo STAPLES Center dai Nuggets che approfittarono di una pessima prestazione dell’attacco gialloviola.
A Febbrario i californiani conquistarono un altro successo in Colorado, imponendosi in overtime grazie alle ottime prove di LeBron James, Davis, Alex Caruso e Dwight Howard. L’ultimo atto è storia recente, con i Lakers vincitori nella gara della bolla grazie alla tripla sulla sirena di Kyle Kuzma

Il segreto dietro due storiche rimonte
by Giacomo Vannuzzi
I playoff nella bolla hanno dimostrato che nessuna previsione sulla carta è abbastanza accurata, gli upset a volte accadono e in fondo anche questo è il bello dello sport con la palla a spicchi. Una delle squadre che è riuscita in questa romantica impresa risponde al nome dei Denver Nuggets, fresca di ben due serie portate a casa sul filo di lana vincendo in Gara 7 dopo essere stata sotto 1-3.
Il pick-and-roll Jokic-Murray
I giochi a due tra Jamal Murray e Nikola Jokic sono senza dubbio l’arma che porta più frutti all’attacco degli arrembanti Nuggets, che sfruttano le abilità di passatore del centro serbo per tenere sotto scacco le difese, che non possono adottare una difesa in drop coverage per via delle alte percentuali che entrambi stanno tenendo nei PO (49.1% per Jamal, 44.0% per Nikola).
Spesso i possessi che si aprono con un p’n’r o con un handoff, sono utilizzati per far arrivare la palla a Jokic in post, chiamare il raddoppio della difesa per liberare sul perimetro Grant, Harris e Millsap. Sia Jazz che Clippers hanno faticato a limitare le capacità di passaggio di Joker, per raddoppi tardivi, deficit di centimetri o rotazioni non ottimali.
Le intangibles di Harris e MPJ
Il rientro di Gary Harris in Gara 4 contro Utah è stato la chiave di volta per la post season di Denver. La sua assenza (insieme a quella di Barton) aveva pesato molto sul gioco dei ragazzi di Malone, che mancavano completamente di quei facilitatori difensivi che servono come il pane per poter coprire le lacune difensive di Jokic e Porter. Harris è rientrato evidentemente non al meglio ed ha avuto difficoltà palesi a trovare ritmo al tiro, tuttavia nella serie contro i Clippers, è stato un mastino indomabile sempre pronto a mordere le caviglie a Kawhi Leonard e a forzare la palle perse (1.7 recuperi a partita).
Nota di merito per l’effort profuso da Michael Porter Jr. sotto le plance, che ha catturato il 27.6% dei rimbalzi difensivi disponibili, come Jokic. Il rookie ha personalità e non ha mai rifiutato la responsabilità di un tiro, ma ha comunque lottato a rimbalzo e provato a recuperare sull’avversario sfuggito ai compagni nelle rotazioni difensive.
Defense!
Entrambe le serie dei Nuggets sono state contrassegnate da un numero esorbitante di parzialoni inflitti e subiti, i secondi a causa dei momenti di calo di concentrazione nella propria metà campo. La grande sfida di Mike Malone è quella di nascondere i limiti difensivi di Jokic e Porter ed evitare che l’intera squadra perda di concentrazione nei momenti cruciali della gara. D’accordo che ai ragazzi del Colorado piace rimontare da -15 o più (4 volte in questi playoff), ma in una gara punto a punto, questi Nuggets hanno le armi per competere con chiunque.
I pick-and-roll avversari sono le situazioni più ostiche da difendere per Denver, a causa della limitata mobilità e verticalità di Jokic. La serie contr i Jazz è stata esemplificativa: cambi sistematici e adeguamenti dei single coverage hanno potuto poco o niente contro Mitchell e Gobert, almeno fino al rientro di Harris spesso incaricato di passare su tutti i blocchi.

Le chiavi tattiche
by Nello Fiengo
Lillard ed Harden sono stati due grossi problemi sulla strada dei Lakers verso le WCF, in entrambi i casi Frank Vogel ha mostrato capacità di adattare la difesa gialloviola, con qualche affanno iniziale, ma alla fine ha portato a casa il risultato. Dal punto di vista dello star power Dame e The Beard fanno rumore e sono spesso iper analizzati per trovare gli aggiustamenti migliori ma il tutto si può riassumere in: facciamoci battere dagli altri.
Contro i Nuggets, il coach lacustre non potrà pensarla cosi, perché scegliere di farsi battere o da Murray o da Jokic è sostanzialmente impossibile, i due sono una simbiosi perfetta ed il loro pick-and-roll sarà IL problema per i Lakers.
Guardando le scelte stagionali dei Lakers e qualche trend generale degli altri team contro Denver, la scelta migliore per difendere il p’n’r è probabilmente switchare, cosa che i californiani hanno dimostrato di non saper fare. L’obiettivo di questa scelta è quello di spingere Denver a giocare quante più ISO possibili, set in cui il duo è meno efficiente rispetto ad uno short roll con cui Jokic dispensa assist.
La mossa alternativa che Vogel potrebbe fare è quella di spingere il pick-and-roll verso il lato per poter avere un lato debole dove essere praticamente a zona e ridurre, in caso di ricezione del serbo, spazio e tempo per leggere i movimenti dei compagni. L’esposizione alternativa è il pull up di Murray, fin’ora letale nei playoff indipendentemente dalla distanza. Se dovessi scegliere, preferirei rischiare questa soluzione al playmaking di Joker.
Lunghi alla riscossa
Un altro aspetto difensivo rilevante sarà la possibilità di ricavare da Dwight Howard e JaVale McGee una quindicina di minuti in cui non vengano fatti a fatte sui pick-and-rool e diano una mano in single coverage a Davis su Jokic, nella speranza che il monociglio se ne debba occupare solo nei finali di gara.
Come dettaglierà più’ avanti Giuseppe, Denver è la terza squadra in NBA per postup ma Jokic nella bolla non è stato particolarmente efficiente nel fondamentale, ma certi numeri non rendono giustizia alla capacità del serbo di leggere i molteplici tagli dal lato debole degli altri esterni dei Nuggets che potrebbero rendere la vita difficile ai Lakers.
Per la marcatura in single coverage di Murray è probabile che nei momenti caldi Vogel vada con Caruso e forse LeBron in seconda battuta.

Quello che i Gialloviola (non) devono fare
by Francesco Andrianopoli
I numeri della serie
By Giuseppe Critelli
Quali possono essere le situazioni di gioco, i quintetti e i giocatori chiave della serie tra Lakers e Nuggets. Proviamo a scoprirlo con l’aiuto delle statistiche delle due squadre.
Il curioso caso di Dwight Howard
Prima della pausa forzata per il Coronavirus, Dwight Howard era stato una delle sorprese più grandi della stagione dei Lakers. Presenza a rimbalzo, fisicità sotto canestro e protezione del ferro, tre elementi che non sono mai mancati nel corso delle circa 60 partite giocate dall’ex giocatore dei Magic.
Poi è arrivato lo stop prolungato e nella bolla di Orlando l’Howard dei mesi precedenti è diventato solo un lontano ricordo. I tifosi gialloviola si chiedono se Dwight possa tornare improvvisamente su buoni livelli adesso che i Lakers potrebbero avere bisogno di lui.
Per tenere botta contro Jokic, infatti, la squadra di Vogel dovrà rivolgersi ai propri centri (almeno per 15-20 minuti). E i numeri di questa stagione ci suggeriscono che tra McGee e Howard, la scelta debba ricadere su quest’ultimo.
Denver è la terza squadra dei playoff per numero di postup giocati (11.9) e si trova nella top 3 anche in termini di efficienza in questa situazione di gioco (0.98 punti per possesso). Nonostante in questa post season Jokic abbia trovato qualche difficoltà a segnare in post (solo 46° percentile) rimane comunque un giocatore estremamente temibile quando gioca spalle a canestro, sia per la sua capacità di concludere al ferro che soprattutto per le sue straordinarie qualità di passatore.
Per evitare di accoppiare Davis con il centro serbo per larga parte dell’incontro, rischiando anche problemi di falli, i Lakers dovranno allora rivolgersi ad Howard. Il centro gialloviola è sempre stato un eccezionale rim protector, ma è stato anche un eccellente difensore in post. Quest’anno non fa eccezione.
Secondo i dati di NBA.com, infatti, l’ex Superman si trova nel 90° percentile quando deve difendere in situazioni di low post (stessi dati anche per Davis). Un Dwight in forma e coinvolto mentalmente, dunque, potrebbe fare molto comodo ai piani difensivi di Vogel.
E la small Ball?
Quando hanno deciso di abbandonare la strutturazione con il doppio lungo e di giocare con Davis da cinque, i Lakers hanno cambiato l’inerzia della serie contro i Rockets e vinto le ultime tre partite abbastanza agevolmente. Cosa succederà ora con i Nuggets? Difficilmente i quintetti small avranno lo stesso minutaggio delle sfide contro Houston, ma saranno comunque una variante tattica fondamentale.
Nei confronti stagionali contro Denver i quintetti con Davis in campo senza né McGee né Howard hanno avuto un Net Rating di 28.3 in 56 minuti di utilizzo. Giocare small, quindi, per diversi tratti della partita, può essere un vantaggio competitivo anche contro la squadra del Colorado, soprattutto nella metà campo offensiva.
La serie precedente ha dimostrato quanto LeBron possa essere ancora devastante quando attacca il canestro con le giuste spaziature e senza un lungo ad intasare l’area. Denver è una squadra che non difende particolarmente bene il ferro e che concede tanti punti nel pitturato (44.4, quartultima ai playoff).
I Lakers dovranno allora essere bravi allora ad attaccare con frequenza il canestro (e Jokic), sia in transizione che in situazioni di pick-and-roll, soprattutto se Malone deciderà di far difendere la propria squadra in drop coverage. La squadra gialloviola è una delle migliori compagini dei playoff sia per punti segnati nel pitturato (prima) che in transizione (seconda) e questo ci fa pensare possa essere un rebus difficilmente risolvibile per Malone.
Cosa fare con Murray?
Un ultimo punto, trattato anche dall’analisi del nostro Nello, riguarda la difesa del pick-and-roll tra Murray e Jokic. Nel corso della stagione i Lakers hanno difeso questa situazione principalmente droppando, ovvero lasciando il lungo a protezione del ferro e concedendo alla guardia avversario un jumper dalla media o da tre.
Questo tipo di strategia difensiva sarà assolutamente da evitare contro Murray e contro i Nuggets. La guardia canadese si trova infatti nell’86° percentile ai playoff quando è il portatore di palla nel p’n’r e soprattutto sta tirando con un impressionante 51.7% (19/37) nel pullup da tre. I Lakers dovranno quindi provare a passare sopra i blocchi e cercare in tutti i modi di evitare che Murray entri in ritmo.

Cosa aspettarsi dalla serie
by Andrea Vecchiato
Per i Lakers la serie con i Nuggets regalerà difficoltà ben diverse rispetto a quella che abbiamo atteso tutto l’anno ma che non ci sarà contro i Clippers.
La forza di Denver, oltre ovviamente al duo Jokic-Murray, è il gruppo e la loro resilienza durante una partita, quindi fondamentale sarà evitare da parte dei gialloviola i blackout che sono costati la serie ai concittadini di Los Angeles.
Gran parte del successo dei californiani passa da come la squadra gestirà mentalmente la serie, perché sullo scacchiere tattico e in considerazione dei matchup i gialloviola partono con un leggero vantaggio ma che non è sinonimo di passaggio garantito.
LeBron vs The Joker
by Luca Novo
Il confronto tra LeBron James e Nikola Jokic vede contrapposte due stelle che apparentemente hanno poco o nulla in comune.
Bron è il Prescelto apparso sulla copertina di Sport Illustrated, il volto della Lega dal momento in cui è stata la prima scelta assoluta nel Draft, un atleta meraviglioso ed elegante che cura in modo maniacale il proprio corpo. The Joker invece è emerso in Serbia alla soglia dei 20 anni, entrato nella Nba dalla porta di servizio della 41esima pick e soprattutto ha una forma fisica e un portamento che non fanno pensare possa essere in grado di dominare in una Lega di superatleti.
Ciò che però accomuna questi due campioni è la capacità di passare il pallone. Sono dotati di intelligenza cestistica superiore e hanno una visione tale da trovare linee di passaggio imprevedibili da ogni zona del campo. Nella storia recente del gioco, era dai tempi di Magic Johnson che non comparivano due giocatori oltre i due metri di altezza in grado di incidere così tanto nella costruzione del gioco.
James e Jokic, grazie al loro talento, sono in grado di andare facilmente oltre i 30 punti in ogni gara di playoff e di segnare in molteplici modi. Ma è grazie alla capacità di coinvolgere i compagni che i due alzano il livello delle proprie squadre. I due fenomeni sono la principale risorsa per armare Davis, Murray e i role player delle due finaliste ad Ovest. Una chiave della serie per entrambe le difese sarà riuscire a evitare che la Star avversaria incida come passatore ancora prima che come realizzatore.
Revenge
Per entrambi questi playoff sono stati una sorta di rivincita personale. LeBron ha mostrato al mondo di essere ancora il Re della NBA dopo aver mancato la post season nel 2019, Nikola ha risposto alle dopo il flop del mondiale cinese affermandosi come stella di prima grandezza.
Il 23 gialloviola sta disputando una post season di livello incredibile per un atleta di 35 anni. Parametrate sui 36 minuti, tutte le categorie statistiche sono superiori alla media in carriera nei playoff. Il punto più alto è stato Gara 3 contro Houston: dopo il dominio offensivo con 29 punti nel primo tempo, arriva il capolavoro difensivo nel terzo periodo con 4 stoppate che cambiano l’inerzia della serie e strappano il cuore dei Rockets.
Il centro serbo ha faticato all’inizio di entrambe le serie disputate. Contro i Jazz ha sofferto in difesa il pick and roll Mitchell – Gobert, mentre contro i Clippers in gara 1 è parso impotente contro l’atletismo avversario. Ma con l’avanzare delle partite è cresciuto di colpi ed è risultato decisivo nelle due gare 7. Contro Utah mette il canestro vincente, mentre nell’atto decisivo della sfida con i Clippers arriva la tripla doppia con 16 punti 22 rimbalzi e 13 assist, primo giocatore nella storia della Nba a registrarne due in gare 7 di playoff (su sole 4 disputate).
Il pericolo Joker aleggia sul cielo di Los Angeles. Lebron James è l’eroe di cui i Lakers hanno bisogno per arginarlo.

I Pronostici di LakeShow Italia
Andrea Vecchiato
Antonio Corsa
Lakers in cinque.
Perchè ha portato bene nei due turni precedenti, anche se non sarà affatto facile. AD atteso alla prova dal nove.
Davide Schiaffino
Lakers in cinque.
I Nuggets non hanno nulla da perdere e sono lanciati dopo la seconda Gara 7 vinta da underdog, ma se i Lakers sono davvero in missione non commetteranno l’errore dei cugini e la chiuderanno nel minor tempo possibile.
Francesco Anelli
Lakers in sei
I Lakers hanno tutti i mezzi per passare il turno contro questi Nuggets, che arriveranno emotivamente al meglio ma allo stesso tempo con due serie lunghe e provanti nelle gambe. Limitare Jokic nelle sue doti di passatore, a mio avviso, sarà la chiave della serie.

Filippo Pugnalini
Lakers in sei.
I Gialloviola in questa serie dovranno rimanere concentrati per tutta la gara perché questi Nuggets non si battono da soli, come hanno già dimostrato a più riprese contro Jazz e Clippers.
Fondamentale sarà la difesa su Jokic, possibile ago della bilancia insieme alle prestazioni offensive di Davis.
Giuseppe Critelli
Lakers in cinque.
I Nuggets hanno dimostrato di essere una contender credibile con una coppia di star che rappresenta il presente e il futuro della lega, ma LeBron James ha davanti a sé l’occasione irripetibile per tornare alle Finals e non credo se la lascerà sfuggire.
La possibile stanchezza di Denver dopo due Gare 7 consecutive potrebbe essere un fattore a favore dei Lakers.
Luca Novo
Lakers in sette.
La serie è più complessa del previsto e i Nuggets han mostrato che sono stati erroneamente sottovalutati per troppo tempo. Se Denver reggerà a livello fisico penso possa mettere in difficoltà i Lakers, ma credo in gara 7 LeBron non si farà sorprendere e porterà L.A. in finale.
Nello Fiengo
Lakers in sei.
La chiave sarà fermare il dynamic duo dei Nuggets e impegnare il Joker quanto più possibile nel pick-and-roll per togliergli lucidità in attacco.
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