NBA Finals Game 2: Los Angeles Lakers vs Miami Heat at AdventHealth Arena, ESPN Wide World of Sports Complex

Secondo episodio delle NBA Finals tra Los Angeles Lakers 💜💛 e i Miami Heat. Dopo il netto successo di Gara 1, i gialloviola sono intenzionati a concedere il bis per mettere una seria ipoteca sulla sfida. I ragazzi di South Beach, nonostante i tanti infortuni patiti, vogliono dimostrare di poter dire la loro nella corsa all’anello.

Dei temi, delle chiavi di lettura e degli aspetti tattici della sfida tra le franchigie della California e della Florida ne abbiamo discusso nel podcast e scritto nella preview in compagnia di tanti graditi ospiti.

Come successo in Gara 4 contro Portland, Gara 2 contro Houston e Gara 2 contro Denver, i californiani indossano la canotta City Edition Black Mamba del 2018 dedicata alla memoria di Kobe Bryant, tragicamente scomparso con la figlia Gigi ed altre sette persone nel tragico incidente sulle colline di Calabasas.

Nessun problema per Vogel, che conferma il quintetto della gara precedente: KCP, Green, James, Davis e Howard. Al contrario, Miami deve fare a meno di Goran Dragic (fascite plantare) e Bam Adebayo (noie muscolari tra spalla e collo). Spoelstra promuove Herro e Leonard, che completano lo starting five con Robinson, Butler e Crowder.

Game Recap

I primi possessi della partita mostrano quanto sia elevata la qualità del sistema costruito da coach Erik Spoelstra. Nonostante l’assenza di due dei tre migliori giocatori, gli Heat fanno circolare la palla e costruiscono le triple – wide open o quasi – di Leonard e Herro. I Lakers invece hanno le polveri bagnate da oltre l’arco per cui provano ad imporsi, ancora, nel pitturato. Howard e Davis fanno la voce grossa in entrambi i lati del campo, con Dwight Howard che prima segna tre volte e poi stoppa Butler. 14-8 con 7:34 sul cronometro.

Con gli ingressi di Olynyk, Iggie, Kuzma e Rondo iniziano le rotazioni. L’ex Celtics colpisce subito da tre, risponde LeBron con la prima tripla dopo cinque errori dei lacustri. Kyle Kuzma prova subito ad accendersi colpendo dalla lunga distanza ed in penetrazione, Rondo dopo aver regalato tre liberi a Robinson si fa perdonare dalla sua mattonella. 25-17 con tre minuti da giocare.

Miami fatica a costruire in attacco e compie tre perse consecutive, mentre in difesa per compensare il gap fisico si schiera a zona. Rajon e Kyle commettono qualche discutibile scelta, pertanto L.A. riesce a muovere il punteggio solo grazie a due schiacciate di Davis ben servito da James spostato in punta da Vogel. Un fadeaway di Butler chiude la frazione, 29-23.

Lakers sornioni e in controllo

Vogel conferma l’abituale second unit (LBJ con Rondo, Caruso, Kuz e Morris), meno dominante sotto canestro ma dotata della mobilità necessaria per pareggiare il quintetto small degli Heat. LeBron prende il controllo delle operazioni: prima segna da tre, poi assiste Caruso oltre l’arco ed infine segna di forza contro Iguodala. Green e Crowder da tre fissano il 40-30 ad otto minuti dall’intervallo lungo, timeout per coach Frank Vogel.

I californiani – sfidati al tiro dalla zona – continuano a sparacchiare malamente da tre, trovando il canestro solo con Alex Caruso. Miami ne approfitta e prova a tornare sotto con le giocate di Jimmy Butler, che si procura viaggi in lunetta, segna in penetrazione ed assiste Nunn e compagni. I gialloviola ricordano di avere Davis in campo, che subito schiaccia e colpisce col jumper, prima che Morris – dopo una serie di nefandezze – colpisca dalla punta. 53-45 con 3:39 sul cronometro.

Col rientro in campo di James l’attacco dei Lakers ritrova fluidità. Il quattro volte MVP pesca KCP che si sblocca dalla lunga distanza, mentre Rajon Rondo premia prima il taglio di LeBron, poi la rapida transizione di AD. Il veterano lacustre si mette in proprio e segna due liberi ed un layup in contropiede. Robinson chiude il tempo con la prima tripla delle sue Finals, 68-54.

Nonostante il nuovo record di franchigia per triple tentate in due quarti (27 su 47 conclusioni, con 9 a bersaglio), gialloviola in controllo grazie al dominio nel pitturato (30 punti con 15/18 al tiro).

Miami non molla

Le squadre rientrano con gli stessi quintetti di inizio gara. Gli Heat provano a ridurre le distanze con le triple di Crowder e Duncan Robinson, ma il tentativo di rientro viene immediatamente fermato da uno straordinario Anthony Davis, autore di un vero e proprio clinic. The Brow – incurante delle braccia protese dei difensori – segna un canestro dopo l’altro: jumper, step-back, tripla dall’angolo e penetrazione contro Butler per 9 bellissimi punti in meno di due minuti. Wow.

Danny Green difende egregiamente su Butler, recupera un pallone e lancia la transizione chiusa dal gioco da tre punti di LeBron. 82-64 dopo poco più di tre minuti di gioco, inevitabile timeout per Miami.

La partita procede senza particolare scossoni, con gli Heat che restano in scia con le giocate di Butler e l’esperienza di Iguodala. Davis, dopo aver mostrato tutto il talento di cui dispone in 1 vs 1, si dedica al lavoro sporco catturando tre rimbalzi offensivi trasformati in altrettanti canestri.

Kelly Olynyk segna due triple e dopo le risposte di LBJ e Rondo trova l’and-one del 100-89 con 87″ sul cronometro. Quattro liberi di Tyler Herro e un altro canestro da tre di Rajon chiudono la frazione, L.A. avanti 103-93.

Stancamente si arriva all’epilogo

Vogel gioca la carta Smith, scongelato per aumentare l’efficacia da tre (3/19 per KCP, Green e Kuzma nei primi tre quarti) ed allargare il campo. Tuttavia, le triple arrivano dagli angoli con Kuzma e Markieff Morris. J.R. inoltre è impresentabile in difesa e dopo tre minuti convince il coach a riportarlo al suo fianco. Pure senza brillare, complice l’imballato attacco lacustre, gli Heat riducono le distanze grazie a Kendrick Nunn e Butler. 111-101 a 7:49 dalla fine.

La partita resta aperta, grazie all’effort a dir poco sloppy dei Lakers, che hanno le polveri non bagnate ma zuppe e continuano a saggiare la consistenza di ferri e tabelloni. Il punteggio si muove solo grazie al solito Olynyk e a due canestri di James, 115-104 a poco più di tre minuti da giocare.

Con qualche aggiustamento di Vogel (LBJ a smistare con AD sulla linea di fondo), i gialloviola scardinano finalmente la zona con LeBron e Davis, ponendo fine alla partita e all’ignobile spettacolo dell’ultimo quarto. Iguodala e KCP (da tre) ed Olynyk segnano gli ultimi canestri della partita, 124-114 e 2-0 Lakers.

Gara dal ritmo basso (PACE 91.50, -6 rispetto a Gara 1), nella quale i Lakers hanno realizzato il nuovo record di triple tentate nelle NBA Finals: 47 tentativi con 16 canestri realizzati. Fondamentali il dominio a rimbalzo (+10 gli offensivi) e la produzione nel pitturato (+10).

Stats & Box Score

La partita non richiede forzature, pertanto LeBron la controlla senza affanni. James chiude con 33 punti (14/25 dal campo, 3/8 da tre, 2/5 dalla lunetta), 9 rimbalzi e 9 assist senza TO. Nelle Finals, solo Magic Johnson ha messo a referto più assist (13) senza perdere neppure un pallone.

In alcuni momenti della gara Davis sembrava Gulliver tra i lillipuziani, tanto era dominante. Per AD 32 punti (15/20 al tiro con una tripla senza errori ed un solo libero), 14 rimbalzi con 8 offensivi, 1 assist, 1 recupero e 3 perse. AD è il terzo nella storia delle Finals a mettere a referto almeno 34+14 con il 75% dal campo dopo Larry Bird e Shaq.

Per la ventunesima volta LBJ e The Brow combinano per almeno sessanta punti. Con il successo odierno (20-1) agganciano Kobe Bryant e Shaquille O’Neal per percentuale di vittorie (95.2%).

Anthony Davis
Anthony Davis (Douglas P. DeFelice)

Serata da dimenticare al tiro per Green (anche un problema all’anca per lui) e KCP, che collezionano ferri su ferri. Danny (3+3+2 con 2 recuperi) chiude con 1/8 da tre, per Kenny (11+4+4) 4/14 dal campo con 2/11 dalla lunga distanza. Meglio sia Rondo (16+4+10 e una sola persa), preciso (3/4 da tre) ed ordinato, che Caruso (11 con 2/6 da oltre l’arco).

Dopo un buon avvio, anche Kuzma (11 con 3/8 al tiro) si adagia alla poca intensità della gara. Howard (6+2 con 2 stoppate) dopo un avvio super, lentamente scompare dalla gara. Discreto Morris (6+5 con 2/5 da tre). Inutile cameo per Smith (solito trilione sporcato solo dai falli commessi).

Il top scorer degli Heat è Butler (25+8+13 con 7/17 al tiro e 11/12 ai liberi), in doppia cifra anche Herro (17+7 con 5/12), Crowder (12+7). Dalla panca producono Olynyk (24+9 con 9/16) e Nunn (13+4+3). 9 punti con 2/7 da tre per Robinson, 7 senza errori per Iggie.

Box Score at NBA.com

Highlights

Key Takeaways

Le impressioni sulla gara della AdventHealth Arena by Giuseppe Critelli.

✔️ Plus

Partita offensiva magistrale di LeBron. Cercando di andare oltre i numeri che sono comunque notevoli (33+9+9), James ha avuto il controllo totale dell’attacco gialloviola manipolando a suo piacimento la zona degli Heat. Se i Lakers non hanno chiuso la pratica prima è solo per l’imprecisione dei propri tiratori perché le scelte offensive di LeBron sono state praticamente sempre impeccabili.

Ormai stiamo terminando gli aggettivi per descrivere il livello raggiunto da Anthony Davis. A metà del terzo quarto aveva sbagliato solo un canestro dal campo, un dato che rappresenta alla perfezione il dominio imposto sulla partita. Gli Heat, soprattutto senza Adebayo, non hanno risposte contro AD. Se continuerà così sarà difficile togliergli il premio di MVP delle Finals.

Playoff Rondo is real. È inutile nascondersi: la versione di Rajon che stiamo vedendo in questa post season è lontana anni luce da quella “ammirata” nelle ultime stagioni. Le sue letture contro lo zona sono state fondamentali per battere degli Heat indomiti.

Andre Iguodala and LeBron James
Andre Iguodala and LeBron James (Mark J. Terrill, AP Photo)

❌ Minus

3/19 da tre. È questo il bilancio horror di Green e KCP dall’arco. Gli Heat hanno palesemente sfidato al tiro i Lakers vincendo però solo parzialmente la loro scommessa. Se le due guardie gialloviola avessero realizzato giusto un paio di canestri in più da tre la partita sarebbe finita con largo anticipo.

L’intensità difensiva dei Lakers è stata lontana anni luce da quella di gara due. Probabilmente le assenze di Dragic e Adebayo hanno comprensibilmente fatto calare il livello di attenzione dei gialloviola che adesso dovranno andare in sala video e prestare attenzione agli errori commessi in gara 2 per farsi trovare pronti nelle partite successive.

34 tiri liberi concessi agli Heat sono decisamente troppi. Come abbiamo scritto nella preview, Miami è una delle squadre migliori della lega a procurarsi falli e andare in lunetta. I Lakers non devono cadere in questa trappola e devono tornare a giocare un tipo di difesa intelligente e disciplinata.

Post Game Quotes

Io, il coach e AD non siamo per nulla soddisfatti del nostro approccio in difesa. Sappiamo che possiamo farlo meglio. Io e AD non siamo soddisfatti con la sola vittoria, vogliamo essere grandi.

Stento a credere che si parli di noi due insieme a Kobe e Shaq, è una cosa pazzesca.

LeBron James

Abbiamo provato diversi approcci contro la zona, perché abbiamo diverse esecuzioni che favoriscono il nostro attacco.

Davis? Ha la mentalità del campione, è un unicorno. A mio avviso è il miglior difensore della NBA.

Frank Vogel

Finché non vinceremo quattro partite, non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Dall’inizio della stagione non facciamo che pensare a quello, siamo uniti nel raggiungerlo.

Finché non vinceremo la quarta partita, saremo determinai, intensi, affamati.

Alex Caruso

Game MVP

Series Coverage

La Preview delle NBA Finals

Game Recap:

Analisi Post Gara:

Next Game

Gara 3 tra i Los Angeles Lakers e Miami Heat è in programma nella notte – alle 1:30 italiane – tra Domenica 4 e Lunedì 5 Ottobre alla AdventHealth Arena dello ESPN Wide World of Sports Complex di Orlando.


Per saperne di più, ascolta il podcast:

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NBA & Lakers on the couch, minors & post on the court. 1987, Showtime!

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