Nei giorni scorsi, Rob Pelinka aveva dichiarato che i Los Angeles Lakers non avrebbero passato il periodo di free agency con le mani in mano, e la prima giornata di accordi ha fatto capire che il General Manager gialloviola diceva sul serio.

Gli arrivi di Wesley Matthews da Milwaukee (annuale da 3.6 milioni) e di Montrezl Harrell dai Clippers (due anni a 19 milioni totali, con player option dopo il primo anno) ne sono una dimostrazione. Concentriamoci su quello che l’ex Bucks e Mavs può dare ai Lakers.

* Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.

** Le statistiche citate, salvo diversa indicazione, sono tratte da Cleaning The Glass, NBA.com e Basketball Reference.

Shooters Shoot

È evidente che Matthews sia arrivato a LA con l’obiettivo di aggiungere pericolosità sul perimetro. I Lakers sono una delle squadre che ha tirato meno triple a partita nella scorsa stagione (31.6, solo sette squadre ne hanno tirate meno) e le hanno convertite con percentuali mediocri (34.9%, ampiamente nella metà bassa della Lega).

È vero che la squadra di Frank Vogel ha dimostrato nei playoff di non essere dipendente dal tiro dalla lunga distanza per vincere le partite (il 30% di conversione si è dimostrato spesso sufficiente per garantirsi la vittoria), ma non occorre che vi ricordi io quanto le triple siano importanti nel gioco moderno.

Il figlio di Wesley Joel Matthews Sr. lo scorso anno ha tirato con il 36% in stagione regolare e con il 39% nei playoff, percentuali decisamente buone. Era uno dei titolari dei Bucks sulla carta, ma raramente ha finito le partite in quintetto, e soprattutto ha veramente poche pretese in termini di possessi offensivi: il suo 12.5% di usage lo scorso anno è il terzo più basso tra i giocatori dei Bucks con almeno 14 minuti di media in campo.

Matthews è un buon tiratore praticamente in qualunque circostanza. Tira con il 37.7% in catch & shoot, è nel sessantaseiesimo percentile di Lega sui tiri in uscita dai blocchi e quasi nell’ottantesimo percentile sui tiri spot up (1.14 punti per possesso in questa situazione per lui). Sa approfittare delle attenzioni riservate dalle difese avversarie ai suoi compagni più pericolosi offensivamente e muoversi di conseguenza, punendo eventuali disattenzioni o eccessi di zelo delle difese:

Per Wes 1.663 triple in carriera, venticinquesimo all-time.

Il tiro piedi per terra rimane comunque l’arma che preferisce maggiormente sfruttare: dei 4.4 tiri dalla lunga distanza presi di media nella scorsa stagione, 3.6 sono tiri di questo tipo.

Una situazione interessante è quella legata alla questione “transizione”. Milwaukee è una squadra che corre tanto (seconda in NBA per frequenza nell’uso della transizione), ma produce poco in proporzione (1.07 punti per possesso, al pari dei Cavs e appena sopra Hornets e Knicks). Matthews non è certamente un giocatore che si esalta in velocità, però potrebbe essere un’arma efficace se si posizionasse negli angoli lasciando condurre il contropiede a chi di dovere e aspettando che gli venisse servito il pallone con spazio per tirare, un po’ come è avvenuto qui:

Dalla difesa all’attacco.

Qui invece, sempre in transizione, sfrutta un blocco pindown per crearsi spazio e segnare con l’aiuto del tabellone.

La fortuna aiuta gli audaci.

Nell’ultima stagione, il numero 9 ha convertito quasi il 40% dei tiri da tre considerati wide open da NBA.com. A Milwaukee ha giocato con un giocatore dominante come Giannis. A LA avrà come compagni ben due giocatori altrettanto dominanti, uno dei quali si dà il caso sia uno dei più grandi passatori di sempre. Se questa non è un’occasione per avere tiri comodi e sufficientemente aperti, allora non so quale sia.

Quando gli avversari hanno il pallone

L’ex Blazers non è certo un ragazzino – ha compiuto 34 anni il mese scorso – ma la sua presenza difensiva non passa inosservata.

Matthews è un solido difensore sul pallone, lotta sui blocchi per rimanere davanti all’attaccante o per contestargli la ricezione.

L’uso del fisico è il valore aggiunto nel suo bagaglio difensivo.

In questi due esempi vediamo la disciplina difensiva di Matthews, che in entrambi i casi si trova a dover chiudere su un tiratore sul perimetro. Nel primo caso, Wes si trova sul cambio contro Ibaka. Dopo una leggera finta, lo spagnolo lo porta vicino a canestro, dove però la guardia tiene col fisico e arriva anche a recuperare il pallone. Nel secondo caso, invece, contro Matt Thomas, è doppiamente bravo perché a quel punto della partita l’ex giocatore del Valencia aveva già segnato tre triple, e quindi cadere nella tentazione di saltare sulla finta di tiro è un errore che molti avrebbero commesso.

Dicasi “difensore tignoso”.

In queste altre due situazioni vediamo una difesa ancora più dinamica. Contro Van Vleet difende in maniera egregia passando sopra i blocchi in due occasioni; alla fine, il giocatore dei Raptors riesce a guadagnarsi lo spazio per il tiro che quasi entra: è vero che Matthews non è riuscito a passare sopra il terzo blocco di Ibaka, ma è anche vero che la posizione difensiva di Lopez è abbastanza passiva in quella circostanza, a maggior ragione visto che il cronometro stava scadendo e la guardia di Toronto non aveva molte alternative al tiro.

Nel secondo caso, invece, lo vediamo difendere contro un giocatore più simile a lui per caratteristiche fisiche, TJ Warren. In quella partita, l’ex Suns ha dovuto sudare per avere la meglio dell’avversario, anche quando i tiri sono effettivamente entrati, come questo. Matthews è bravissimo a contestare la ricezione finchè può, passando sopra i blocchi e usando il fisico in maniera totalmente legale. Poi Warren è più bravo e segna col floater.

In quella partita ci sono state altre occasioni in cui la nuova firma dei Lakers ha mosso benissimo i piedi, forte anche di un matchup a lui più favorevole rispetto a quello di prima con VanVleet, che ha decisamente un’altra marcia. Complessivamente, Matthews è ancora un difensore capace, furbo e volenteroso. Può patire contro avversari più piccoli di lui nell’uno contro uno ma, anche quando è successo, la difesa di Milwaukee ha sempre risposto presente con aiuti puntuali: da questo punto di vista sa di lasciare una grande squadra difensiva, ma anche di arrivare in una squadra altrettanto capace da questo punto di vista.

Il ruolo nei Lakers

È ancora difficile capire come sarà strutturato il roster e chi sarà titolare oltre ai Big 2, essendo la free agency ancora in via di sviluppo e i Lakers sembrano essere particolarmente vigili e desiderosi di migliorare ancora la squadra. Detto questo, per le cifre e la durata del contratto e per il fit che rappresenta, Matthews è indubbiamente un’aggiunta di valore.

Potrà giocare come “due” ma anche come “tre” in quintetti più grandi, ruolo che ha ricoperto per il 30% dei suoi minuti spesi in campo, con buoni risultati anche dal punto di vista difensivo (come ala piccola ha concesso il 48.6% al tiro agli avversari, nel 96esimo percentile di Lega secondo Cleaning The Glass).

È ancora capace di dare 18-20 minuti di qualità dalla panchina, e siamo contenti possa farlo con la maglia dei Lakers alla ricerca di un altro anello.

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