Il quinto overtime della stagione è stato fatale ai Los Angeles Lakers, sconfitti in casa dagli Washington Wizards. Dopo aver toccato il massimo vantaggio, i gialloviola hanno respinto il primo mini-parziale della squadra del District of Columbia riportandosi sul +15 con una tripla di LeBron James.

Un tracollo annunciato

Da quel momento, la luce dei californiani e del quattro volte MVP si è spenta. Nei primi 23 minuti sul parquet, James ha messo a referto 18 punti con 8/14 dal campo, servendo 9 assist a fronte di 3 palle perse. Gli ultimi 20 minuti di LeBron sono stati la sintesi perfetta delle difficoltà offensive degli angeleni: 13 punti con 6/15 al tiro (0/6 dall’arco), 1/3 ai liberi e più turnover (5) che assist (4). Inoltre, il numero 23 ha fallito il libero supplementare per il potenziale +1 con 9.8″ nella quarta frazione.

«Penso che abbiamo giocato abbastanza bene per lottare per la vittoria, ma non sufficientemente bene per vincere. Avevamo un buon vantaggio, ma li abbiamo fatti tornare in partita.»

«Ovviamente, sono responsabile di quell’errore. Dovevo segnare quel tiro libero, era un punto facile per noi. Non abbiamo perso la partita lì, ma mi assumo questa responsabilità. Devo essere migliore.»

A fine gara James non cerca scuse e riconosce di aver commesso un errore pesante. Terza sconfitta consecutiva per i Campioni in carica, ancora a secco di vittorie da quando Dennis Schröder ha raggiunto Anthony Davis nell’elenco degli indisponibili.

«È una sfida per noi, gli infortuni sono un’avversità da superare. AD è un pezzo enorme della nostra squadra, così come Dennis. Ma ce la caveremo.»

Una soluzione che al momento non sembra disponibile nelle corde di coach Frank Vogel. Dopo un promettente avvio di stagione, l’impiego di LeBron è schizzato alle stelle. Nelle prime 20 gare dell’anno, è stato impiegato per 33.1 minuti a partita, il minimo in carriera. A Febbraio, James – complici i tanti OT disputati – è rimasto in campo per oltre 38 minuti. Come ai tempi di Miami, dieci anni fa.

Contro Washington più di una tripla si è spenta sul primo ferro. Quella fallita nell’ultimo possesso, rimbomba fragorosamente nello STAPLES Center deserto. (© NBA Media Ventures, LLC.)

All’impennata dei minuti ha fatto seguito un tracollo nelle percentuali dalla lunga distanza, scesa dall’ottimo 41.7% (con 2.8 triple segnate a partita) al pessimo 25.9%. Che il nativo di Akron debba tirare il fiato?

«Mi sto riposando adesso, seduto qui a parlare con voi. Mi riposo quando sono in macchina sulla via del ritorno e quando sono a casa, riposerò domani.»

Il numero 23 non apprezza quanto l’attenzione dei media sia focalizzata sul discusso load management e ci tiene a precisarlo.

«Tutta la narrativa su “LeBron che ha bisogno di riposo” o che dovrei prendermi un po’ di tempo, è diventata una vicenda più grande di quanto sia in realtà.»

LeBron smonta la narrativa

James ci tiene a precisare che l’argomento “riposo” non lo tange né lo preoccupa.

«Io non ne ho mai parlato, non ne parlo, non ci credo. Tutti vorremmo avere più riposo, caz*o. Ne abbiamo avuto poco dopo la scorsa stagione, ci piacerebbe averne di più.»

E ribadisce che intende fare quello che ha fatto per tutta la carriera, dare il massimo per la squadra e i compagni.

«Ma io sono qui per lavorare, per timbrare il mio cartellino ed essere a disposizione dei compagni.»

Per cui, poco importa se alla 17esima stagione della sua carriera, LeBron è il giocatore più utilizzato nella NBA a Febbraio.

«Nel caso in cui mi infortunassi o non mi sentissi bene, ci penseremo. Intorno a me c’è gente onesta nel consigliarmi ed io lo sono con me stesso. Le cose a cui do maggiore importanza sono l’amore per il gioco ed essere sempre disponibile per i miei compagni.»

Un James meno provato non avrebbe concesso un facile layup ad un avversario temibile come Russell Westbrook. (© NBA Media Ventures, LLC.)

Obiettivo All-Star Break

Non contenti, i media incalzano ulteriormente l’ex Cavs e Heat sull’utilizzo, che minimizza…

«Non mi sto sforzando, non direi. Scendo in campo, gioco la partita, faccio il mio lavoro cercando di farlo ad alto livello. Ma ormai questa è la narrativa che circola per Lega.»

…e rincara la dose.

«Non ho mai chiesto di riposare durante la stagione, ma ormai la cosa è cresciuta così tanto che non importa quello che dico, “Ok, LeBron dovrebbe prendersi una pausa” oppure “Perché il suo carico di lavoro è questo?”.»

«Sento questi discorsi da tanti anni ormai, ma penso che il campo parli per me. Non chiedo niente a nessuno: il mio lavoro è giocare quando posso, nient’altro.»

Il cuore e l’anima dei Campioni NBA è consapevole del momento di difficoltà che la squadra sta vivendo e non è intenzionato a tirarsi indietro.

«Le responsabilità sono maggiori. Quando Dennis è in campo è uno dei nostri ball-handler primari. AD è la nostra fonte primaria sotto canestro. Senza di loro è diverso per tutti, me compreso. Ma sono delle cose che ho già fatto in passato e posso continuare a farlo.»

«Ovviamente preferirei che fossimo al completo e in salute. Non vorrei dover gestire così tanto l’attacco, ma in questo momento è necessario.»

James poi è tornato sul difficile momento sul campo, ritenendo inammissibili le otto palle perse, mentre è fiducioso sul tiro da fuori (11/56 dall’arco nelle ultime sette gare).

«Mi sento sereno e tranquillo, per cui continuerò a tirare. Questa mattina ho fatto un workout di oltre mezz’ora, tirando solo da tre. Mi sentivo benissimo.»

Infine, LeBron ha chiarito che tutto sommato qualche giorno di riposo c’è in programma.

«Mi ricaricherò dopo la gara contro Sacramento, riposerò fino all’All-Star Break.»

C’è solo un Capitano, anzi due.

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