Wesley Matthews è stato il primo free agent firmato da Rob Pelinka nella off season dei Campioni NBA. In seguito alla trade che ha portato Dennis Schröder ai Los Angeles Lakers, il GM angeleno per prima cosa ha pensato alla sostituzione di Danny Green e la scelta è ricaduta sulla guardia ex Bucks.

Le premesse dopo l’ottima annata di Milwaukee erano ottime, ma le prime 37 partite di stagione regolare hanno mostrato un Matthews in declino e senza una chiara collocazione nel roster in vista dei Playoff.

Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Cleaning The Glass (CTG), NBA Advanced Stats (NBA) e Basketball Reference (BR). Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.

Un fit complesso

Secondo Cleaning the Glass, Matthews è il Laker con il peggior differenziale On/Off con -13.8 punti su 100 possessi giocati, che lo colloca nel 7%ile NBA.

Coach Frank Vogel ha faticato a trovare una collocazione efficace all’interno delle rotazioni per il prodotto della Marquette University. Wesley a inizio stagione è stato impiegato in uscita dalla panchina nei momenti in cui alternativamente riposavano Davis o James, ma i risultati non sono stati positivi. Su tutti spiccano quelli della ormai nota All Wings Lineup (con LeBron, Kuzma, Morris e Harrell) titolare di un pessimo Net Rating di -17.5 in 135 possessi.

La conseguenza è stata l’esclusione del numero 9 dalle rotazioni durante il road trip di Gennaio. Matthews ha riguadagnato spazio e minuti con l’infortunio di Anthony Davis, ma non ha tuttora trovato una posizione stabile nelle rotazioni.

Le difficoltà al tiro

La lettura è banale, ma nella metà campo offensiva il suo rendimento è legato alle prestazioni al tiro dalla lunga distanza in quanto il 79% delle sue conclusioni arriva da oltre l’arco: il 33.7% di realizzazioni è un dato che non può soddisfare il coaching staff lacustre.

In particolar modo l’ex Golden Eagles non è efficace nel gioco dall’angolo, elemento importantissimo per un esterno che divide il campo con LeBron James.

Il rendimento al tiro è deficitario nelle corner three, posizione da cui ha sempre avuto percentuali superiori al 40% in carriera. In questa stagione è 10/30, pari al 33.3%.

Oltre a percentuali basse, anche il volume di tiri dall’angolo è basso, con solo 1 tentativo a gara. Questo significa che non impegna la difesa come ad esempio faceva il predecessore Danny Green, il quale dall’angolo tirava con il 41% su oltre 2 tentativi a partita.

Lo slump al tiro sta influendo sulla fiducia del giocatore, non a caso nelle ultime 4 uscite dei Lakers ha preso solamente 3 tiri dall’arco complessivi rinunciando a dei tiri aperti. Il risultato è stato pessimo per l’attacco viste le carenze in creazione del gioco.

Wesley rinuncia al tiro e prova senza successo ad attaccare Crowder verso la linea di fondo.

Un sistema difensivo

Nella metà campo difensiva Matthews sta pagando i diversi compiti richiesti dal coaching staff rispetto all’annata trascorsa ai Bucks.

La passata stagione coach Bud ha sfruttato al meglio le doti di difensore in uno contro uno del texano, schierandolo abitualmente contro l’esterno più forte degli avversari. Nei matchup di Milwaukee emerge come sia stato il difensore primario, per numero di possessi, in marcatura su creatori del calibro di James, Doncic, Butler, Leonard, Harden, Tatum.

Il punto di forza dell’ex Marquette è la difesa sulla palla. In questo caso sta benissimo davanti a Leonard, disturba il tiro e ne forza l’errore.

Diverso l’approccio di Vogel, ad eccezione della partita contro Miami e Butler, Wesley non è mai stato il difensore primario sulla stella avversaria. Il ruolo richiesto è simile a quello svolto da Danny Green, ovvero agire lontano dalla palla grazie a rotazioni puntuali, lavoro sul pick-and-roll come terzo uomo e presenza sulle linee di passaggio avversarie.

I numeri relativi alle deflections mostrano come Matthews non riesca ancora a incidere come Green, per Wes 1.9 contro le 3.9 di Danny su 36 minuti di gioco. Inoltre, il figlio dell’ex gialloviola Wesley Sr. non è un buon rimbalzista difensivo, il 5.6% di palloni catturati rappresenta il 3%ile percentile tra le ali, fattore che espone i californiani ai secondi possessi avversari.

Impiegato sul lato debole, è troppo passivo a rimbalzo e soffre la maggior fisicità e stazza di Bjelica che conquista un extra possesso per i Kings.

Verso i Playoff

Alla luce dei problemi emersi è lecito domandarsi se Matthews possa essere considerato parte integrante della rotazione dei Lakers per la post season. Le percentuali al tiro incideranno molto sulle possibilità di fornire un contributo positivo, ma oltre alla speranza di ritrovare ritmo dall’arco ci sono un paio di fattori che inducono all’ottimismo.

Nei 43 minuti in cui Wes è stato sul parquet con James e Davis, il Net Rating è pari a un ottimo +13.8. Per contestualizzare, un dato in linea con KCP (+14.2) e Schröder (+14). Nei playoff i minuti delle due stelle sono destinati ad aumentare ed è importante che lui sia in grado di rendere al loro fianco.

Il secondo fattore riguarda i progressi nelle difesa off the ball richiesti da Vogel. Nelle prime 17 partite di stagione, ovvero fino al momento dell’esclusione dalla rotazione, ha totalizzato 14 deflections e 4 stoppate. Nelle successive 13 i numeri sono saliti a 18 e 7, segno di come stia metabolizzando i principi difensivi.

L’aiuto sul gioco a due tra Morant e Valanciunas è perfetto ed arriva la stoppata con recupero sul centro lituano.
Non è il difensore di Booker, ma i tempi e l’aggressività nell’aiuto forzano la palla persa della stella dei Phoenix Suns.

I margini per cui un veterano come Wesley Matthews possa rivelarsi utile per la causa gialloviola ci sono, spetta al coaching staff e al numero 3 trovare la giusta soluzione in campo.

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Torinese, consumatore seriale di eventi sportivi. Grazie a Magic Johnson nasce la passione per la pallacanestro, i Lakers e la costa Ovest degli Stati Uniti. Esperienza NBA trentennale dal divano di casa. Phil Jackson è la guida spirituale di riferimento.

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