La probabile ultima firma dei Los Angeles Lakers per la stagione in corso è Ben McLemore, tagliato dai Rockets e firmato al minimo dai gialloviola.
La volontà principale della dirigenza californiana è probabilmente quella di introdurre nel roster un profilo diverso: uno shooter naturale e con un livello di affidabilità superiore rispetto agli altri giocatori della squadra.
Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports™ (SS), Cleaning The Glass (CTG), NBA Advanced Stats (NBA) e Basketball Reference (BR). Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.
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Esplorando il tiro da tre
Per comprendere a fondo perché i Lakers hanno firmato McLemore è interessante osservare l’andamento dei tiratori con maggiore volume a Marzo tra quelli a disposizione di coach Frank Vogel: KCP, Kuzma e Matthews.
Quello che probabilmente dovrebbe essere il tiratore principale dei Lakers, Kentavious Caldwell-Pope, ha tirato con il 38% dall’arco a Marzo, con il 40% nelle corner three e con una frequency del 49%. Quest’ultimo dato è forse quello più preoccupante perché Kenny, oltre a tirare male, sembra anche aver perso fiducia nel fondamentale.
Kyle Kuzma sta tentando un numero di triple senza senso per quello che è il suo ruolo (7.7 a gara). L’assenza di LeBron James sicuramente ha creato un vuoto da riempire, ma la shot selection di Kyle è stata quanto meno rivedibile nel mese in corso. I numeri anche in questo caso parlano chiaro: 35% generale da tre con il 44% dall’angolo.
Wesley Matthews sta viaggiando con il 36% dalla lunga distanza con un pessimo 35% nelle corner three. Considerando che il 74% dei suoi tiri arriva da dietro l’arco, i numeri in questione sono decisamente negativi nonostante adesso stia iniziando a giocare una pallacanestro più solida rispetto all’inizio di stagione.
E se fosse la shot creation?
Dietro l’aggiunta di McLemore si nasconde, dunque, la necessità dei Lakers di alzare le percentuali da tre. Se si valutano le ultime 10 gare, infatti, i gialloviola fanno registrare un pessimo 35% di squadra che piazza i lacustri al 23simo posto della lega in questa statistica.
Il riferimento alle ultime 10 partite non è però esattamente rappresentativo, e non aiuta a comprendere una problematica decisamente più ampia. Le percentuali pre All-Star Game erano infatti sostanzialmente le stesse, segno evidente che le difficoltà al tiro degli angeleni precedono l’infortunio di James.
McLemore è un’arma che tornerà utile sia adesso che quando LeBron e Anthony Davis saranno di nuovo a disposizione. James Harden, ad esempio, lo ha usato come bersaglio diverse volte nella scorsa stagione e nell’inizio, svogliato, della stagione attuale a Houston.
A che velocità devono andare i Lakers ?
McLemore ha mostrato negli anni con i Rockets un buon adattamento ad un sistema a PACE altissimo, anche grazie alla sua buona capacità di correre per il campo e posizionarsi con l’angolo giusto per essere servito dai gestori principali di palla.
Quest’anno però il sistema di Stephen Silas ha ridotto il PACE della squadra texana – passato da 105 a 101 possessi per gara – e introdotto uno spacing generalmente più tradizionale, con un interno versatile come Christian Wood ma sicuramente meno atipico del P.J. Tucker degli scorsi anni.
Il sistema di gioco ed il ritmo andranno sicuramente ad influenzare le performance del ragazzo, ma lampi di adattabilità e capacità di leggere gli spazi si sono già visti. La speranza dunque è che possa trovare il modo di essere efficiente in un attacco ancora più lento come quello dei Lakers (99 come PACE).
C’è infine da fare un’ultima considerazione sull’efficienza di McLemore nelle situazioni in cui ha giocato da “terzo uomo” nel pick-and-roll. Nella scorsa stagione, quando ha tirato dopo un passaggio del portatore di palla nel p’n’r, ha generato 1.32 punti per possesso finendo nel 92%ile della Lega. Insomma, pane per i denti di James!
Ben 2020 o Ben 2021?
Nella analisi di quanto il prodotto dell’Università del Kansas possa aiutare a cambiare il trend al tiro dei Lakers c’è da fare un disclaimer sulle percentuali di Ben in questa stagione: secondo le statistiche di NBA.com l’ex Jayhawks sta tirando con il 32% da tre rispetto al 40% dell’anno precedente.
Per capire meglio quale fosse l’apporto di McLemore, secondo i dati di Cleaning the Glass (ripuliti dal garbage time) la percentuale al tiro da tre generale sale al 36%, con il 50% nelle corner three. Numeri che non fanno sicuramente saltare dalla sedia, ma che fanno comprendere come il contesto di Houston 2021 non sia esattamente quello giusto per valutare il nuovo numero 7 gialloviola, sia in termini tecnici che motivazionali.
Continuando il deep-dive nelle stats di Ben, in stagione l’ex Rockets ha prodotto 1.074 punti per possesso nelle situazioni spotup (63%ile) e probabilmente questo è il numero più significativo, anche alla luce di quanto fatto a fianco ad Harden e Westbrook: l’anno scorso, infatti, nelle medesime situazioni Ben ha segnato 1.28 punti per possesso che lo hanno portato ad essere nel 95%ile della Lega nel fondamentale, un numero che è probabilmente il target di riferimento del coaching staff dei californiani.
In conclusione, Ben McLemore non sarà il salvatore della patria e potrebbe anche con il ritorno degli infortunati finire addirittura fuori dalle rotazioni, ma in questo momento della stagione degli angeleni avere un’arma ulteriore per allargare il campo e rendere l’attacco più fluido è probabilmente l’idea giusta. E chissà se con il ritorno del Re un tiratore di questo tipo non possa incappare in una stagione che aiuti i Campioni in carica a ripetersi…
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Ingegnere, partenopeo disperso tra le Alpi svizzere, world traveler. Ho cominciato con Clyde Drexler per finire ai Lakers. Everything in its right place, no?