Quando Kobe Bryant annunciò il ritiro dal basket giocato, chiese un meeting con Jeanie Buss. La controlling owner dei Los Angeles Lakers incontrò The Black Mamba nella casa che all’epoca condivideva con Phil Jackson.
Kobe mi disse «Voglio farlo in un determinato modo». Tutto quello che fece era stato pensato ed aveva uno scopo.
Come nel suo stile, Bryant pianificò ogni cosa, compresa la lettera che i Lakers distribuirono al fortunato pubblico della gara contro Indiana del 29 Novembre 2015.
All 18,997 in attendance tonight will receive a copy of @kobebryant‘s “Dear Basketball” letter. pic.twitter.com/iV1V7V0i2E
— Los Angeles Lakers (@Lakers) November 30, 2015
Gli anni pre e post ritiro di Bryant furono difficili per la franchigia della famiglia Buss. Sul campo si esibì la peggiore versione della storia gialloviola, mentre Jeanie ebbe un feud con i fratelli Johnny e Jim per il controllo dell’organizzazione. La Buss ne uscì vincitrice e conferì la gestione sportiva nelle mani dell’amico Magic Johnson.
Da leggere ascoltando Dani California (2009) dei Red Hot Chili Peppers.
La determinazione di Jeanie Buss
Nonostante il clamoroso arrivo di LeBron James, la stagione si trasformò in un fallimento, con la mancata qualificazione ai playoff. Ma Jeanie è stata risoluta nel perseguire il suo obiettivo: riportare i Lakers agli standard fissati dal padre, il Dottor Jerry Buss.
Con il certosino lavoro del factotum Rob Pelinka, i californiani hanno affiancato Anthony Davis a James e costruito un roster finalmente competitivo. In una stagione segnata da difficoltà enormi – dalla morte di Kobe, Gianna e altre sette persone fino alla pandemia di COVID-19 – gli angeleni hanno infine conquistato nella bolla di Orlando il diciassettesimo titolo della loro storia.
Avete scritto il vostro entusiasmante capitolo nella grande storia dei Los Angeles Lakers.
Jeanie Buss rivolta a LeBron James e compagni dopo il successo contro gli Heat
Un posto al tavolo
La Buss è diventata la prima owner donna nella storia della NBA a conquistare l’anello. Di questo e tanto altro, Jeanie ha parlato con Katherine Rosman del The New York Times.
Jeanie non è solo una dei migliori proprietari nell’NBA. Lei è una dei migliori owner in tutto lo sport.
Magic Johnson
Se il 2020 è stato per tanti versi un anno drammatico, quantomeno diverse donne sono salite alla ribalta nello sport professionistico. Danita Johnson del DC United, primo President of Business Operations di colore nella storia della MLS; Cherie Pridham della Israel Start-Up Nation, primo Direttore Sportivo donna nella storia dell’UCI World Tour; Kim Ng dei Miami Marlins della MLB, primo General Manager donna nella storia dello sport professionistico nord-americano; infine, proprio contro i Lakers, Becky Hammon dei San Antonio Spurs è stata la prima donna a guida una squadra NBA.
Nel corso della sua carriera, Jeanie – 60 anni a Settembre – ha cambiato tante convenzioni su come un dirigente donna dovrebbe comportarsi. È stata legata sentimentalmente per tanti anni con l’ex coach Phil Jackson, ha vinto diversi concorsi di bellezza prima di posare per Playboy nel 1995.
«È stata una decisione molto importante. Ho ricevuto tanti rifiuti nella mia vita, ma ancora troppe persone vogliono che ti vada bene quelle che sono le loro aspettative su di te.»
La Buss ha avuto un ruolo fondamentale nell’accordo ventennale da 3 miliardi di dollari che i gialloviola hanno firmato nel 2011 con la Time Warner Cable, oltre che essere una voce importante nelle decisioni della Lega del commissioner Adam Silver.
La sua visione ha un peso enorme, sia con gli altri owner che per gli atleti. Lei è la nobiltà della NBA.
Adam Silver
Quando Jeanie successe al padre nel 2013, l’organizzazione Lakers valeva 1 miliardo di dollari. Secondo l’ultima stima di Forbes, il value della franchigia è salito a 4.6 miliardi, il terzo nella Lega dopo Golden State Warriors e New York Knicks.
Affari di Famiglia
Jerry Buss – un chimico diventato imprenditore immobiliare – acquistò i Lakers nel 1979 ed è unanimemente considerato uno dei protagonisti della trasformazione della NBA da lega sportiva in entertainment mondiale. Dal matrimonio con JoAnn Mueller arrivarono Johnny, Jim, Jeanie e Janie; dal fidanzamento con Karen Demel ebbe Joey e Jesse.
«Credo abbia sempre desiderato che i suoi figli lavorassero con lui, la classica impresa di famiglia che si tramanda di padre in figlio.»
«Non mi sono mai approcciata ai Lakers con l’intenzione di essere l’unica, ho semplicemente detto a mio padre “Voglio lavorare nell’azienda di famiglia. Cosa vuoi che faccia?”»
I suoi genitori divorziarono quando aveva 9 anni, essendo cresciuta con la madre, non vedeva l’ora di trascorrere più tempo con il carismatico Jerry. Pertanto, fin da subito, Jeanie è stata la spalla del padre.
Quando il Dr. Buss comprò da Jack Kent Cooke i Lakers, i Los Angeles Kings della NHL, la futura casa dello Showtime – The Great Western Forum di Inglewood – e una tenuta in Sierra Nevada da oltre 5.000 ettari per 67.5 milioni di dollari, la Buss stava per iniziare il suo primo anno all’University of Southern California e trascorse tutta l’estate col padre a Bel Air.
«Durante la mia infanzia, non ho avuto modo di passare abbastanza tempo con lui, perché lavorava molto. Voleva realizzare un obiettivo: fare fortuna nel settore immobiliare e costruire il suo impero.»
«Ma quando ho terminato gli studi, ho scoperto che potevamo fare molte cose insieme, nello sport.»
Il primo impiego di Jeanie fu quello di gestire gli L.A. Strings – una delle franchigie della World Team Tennis League, tra le cui fila militava anche Martina Navratilova – e di conseguenza arrivò il trasferimento a Pickfair, nella villa compratagli dal padre a Beverly Hills.
«Mi sentivo come se avessi una nonna a vegliare su di me. Mary Pickford (l’attrice che con Douglas Fairbanks rese famosa Villa Pickfair, nda) era una donna che aveva un posto al tavolo, aveva potere e lo utilizzò per migliorare la condizione dei suoi colleghi attori.»
Girl Power: Jeanie & Linda
Nella gestione degli String, Jeanie venne affiancata dalla giovane Linda Zafrani, che sarebbe diventata la signora Rambis nel 1985 in seguito al matrimonio con il quattro volte campione NBA Kurt. Il sodalizio tra le due prosegue da quarant’anni.
«Grazie al lavoro di Jeanie, la mia popolarità a Los Angeles è salita alle stelle. Erano delle semplici esibizioni, ma potevano contare oltre 20.000 spettatori.» Jimmy Connors
I risultati ottenuti dalle due furono eccellenti, i match di esibizione del Forum potevano contare su stelle del calibro Ivan Lendl, Andre Agassi, Jimmy Connors e John McEnroe.
«Jeanie ha imparato il mestiere negli sport minori ed è il modo giusto per iniziare, perché teoricamente dovrebbe cambiare poco, si aggiungono solo degli zeri.» Billie Jean King
Buss padre portò nuovi spettatori al Forum grazie al tennis, al volley e all’hockey su pista. Buss figlia lavorò sodo, provando a portare nella Città degli Angeli il Grande Circo di Mosca, viaggiando nell’ex Unione Sovietica insieme alla Rambis.
Due donne forti possono lavorare davvero bene insieme, come abbiamo fatto noi per molto tempo.
Linda Rambis, Direttore Esecutivo per i progetti speciali e i rapporti con la comunità
Lo Showtime, Magic & Phil
Mentre la figlia faceva esperienza, il Dr. Buss sparse sul parquet del Forum la stardust di Hollywood. Sotto la sua gestione nacque una delle ere più iconiche della storia della NBA: lo Showtime.
Comparvero i posti speciali per i VIP – the Jack Nicholson seat – e gli ingressi riservati; videro la luce le Laker Girls, con cui mosse i primi passi Paula Abdul. Ma soprattutto, Jerry e i Lakers scelsero Magic Johnson al draft del 1979. Nove Finals disputate dal 1980 al 1991, con cinque titoli conquistati.
Jeanie è mia sorella.
Magic Johnson
Magic è mio fratello.
Jeanie Buss
Nel 1990 Jeanie sposò Steve Timmons, pallavolista due volte oro olimpico, ma il matrimonio durò solo tre anni. Nel 1999, il padre assunse Phil Jackson, reduce dai trionfi con i Chicago Bulls di Michael Jordan.
«Non pensavo che fosse una buona idea. Dissi a mio padre “Abbiamo Kobe e Shaq. Se porti un coach che pensa di essere una star, potrebbe compromettere l’equilibrio.”, mi sbagliavo.»
Dopo che Jackson ottenne il lavoro, la Buss si scoprì attratta da Phil. Il primo approccio avvenne con una fetta di torta, cui seguì un invito a cena.
«Conoscere il nuovo allenatore, una cosa normale per il ruolo che ricoprivo.»
Tra i due ci fu una chimica immediata ed entrambi decisero di informare l’intera organizzazione. Una relazione durata fino al 2016.
Conoscevo il lato manageriale ma Phil mi ha insegnato come educare una squadra grazie al suo modo di creare una “famiglia” e trattare un giocatore nel suo complesso.
Ho imparato molto sull’amore per il gioco e quello che significa, ma anche sui sacrifici delle persone e come il Noi sia più importante dell’Io.
Jeanie Buss
Dal canto suo, The Zen Master confermò in una mail come la compagna fosse capace di recepire le insicurezze e le preoccupazioni di coach e atleti, peculiarità poco diffusa tra gli owner che spesso agiscono marginalmente all’organizzazione.
L’attestato di Jackson rafforzò la successione al trono dei Lakers, anche se de facto King Jerry aveva già passato la corona nell’estate del 2002. Poche settimane dopo il terzo anello griffato Shaquille O’Neal & Kobe Bryant, venne a mancare Chick Hearn, lo storico broadcaster dei Lakers. Buss padre era in viaggio in Europa e decise di non rientrare, lasciando tutto nelle mani della figlia.
Jeanie non deluse le attese e si occupò di ogni cosa: dalla conferenza stampa al Northridge Hospital Medical Center, al funerale di Hearn compresa la commemorazione allo STAPLES Center con oltre 18.000 fan. Inoltre, la Buss gestì la trattativa per l’assunzione di Paul Sunderland, successore di Chick. Fu ancora lei ad orchestrare, qualche mese dopo, le celebrazioni commemorative per atleti e staff dei Minneapolis Lakers, titolari del primo three-peat della NBA.
Jim vs Jeanie
L’armonia dell’insieme è divenuta discordia dopo la morte del Dr. Buss, che ha lasciato un’eredità equa ad ognuno dei suoi sei figli ma ha nominato Jeanie controlling owner della franchigia e rappresentante della stessa in seno alla NBA.
A quel tempo Jim Buss, il secondogenito, ricopriva il ruolo di Vice President for Basketball Operations ovvero il responsabile della scelta del coach, delle scelte e delle firme degli atleti. Dopo che Jackson e Bryant guidarono i Lakers al titolo contro i Boston Celtics nel 2010, la gloriosa franchigia visse il peggior momento della sua storia. Alla guida degli angeleni si alternarono sei coach in cinque anni.
Non riuscivo a capire cosa stesse facendo mio fratello, era l’opposto di quello che ci aveva insegnato nostro padre.
Vale a dire firmare una superstar e costruire un supporting cast con giocatori di talento.
Nel 2014 Jim comunicò ai suoi fratelli che avrebbe fatto un passo indietro se i Lakers non fossero tornati al successo entro tre anni. Obiettivo ambizioso e mestamente fallito, così Jeanie licenziò il fratello e assunse l’amico Magic.
«Gli ho detto “So che sarai sincero con me e ho fiducia in te perché siamo stati cresciuti dalla stessa persona”, lui conosce come mio padre gestiva il business.»
La mossa della Buss non venne apprezzata dal primogenito Johnny Buss, che disse di aver scoperto di quanto stesse avvenendo dai media. La disputa legale ha poi consolidato il controllo di Jeanie.
Johnny, proprietario del The Ice House Comedy Club di Pasadena e sempre distaccato dalla gestione operativa dei Lakers, con il passare del tempo ha riconosciuto i meriti della sorella.
Jeanie è maturata molto negli ultimi due anni, fino al punto di rendermi orgogliosa di lei. Non ci parliamo molto, ma sono fiero del suo operato.
Johnny Buss
Jeanie non ha ripensamenti.
«Mio padre aveva i suoi figli, ma i Lakers erano la sua creatura. Mi disse “In definitiva sei tu che comandi, abbi cura del mio tesoro”.»
«Assumere Magic è stato fondamentale per riportarci sulla via della stabilità e della rispettabilità.»
Ma nell’Aprile del 2019, al termine del tutt’altro che entusiasmante anno I della LABron Era, Magic rassegnò improvvisamente le dimissioni, comunicandole tramite una conferenza stampa paradossale e senza averle preannunciate alla sorella. La mossa inaspettata dell’icona dello Showtime focalizzò tutta l’attenzione dei media sulle vicende della famiglia Buss.
«Avrei desiderato affrontare la questione in privato.»
Ma da quel momento in poi, Jeanie ha dimostrato di poter condurre la franchigia nei drammatici mesi che sono seguiti: dalla morte di Kobe Bryant alla pandemia di COVID-19, passando per le proteste per i diritti civili fino alla bolla di Orlando dove i Lakers sono tornati agli standard fissati dal padre Jerry.
«Mi viene un groppo in gola al solo pensiero di cosa hanno fatto i nostri ragazzi nelle circostanze più difficili.»
Impresa diventata una pietra miliare nello sport professionistico a stelle e strisce.
Tante giovani donne ci stanno osservando e vedono Jeanie ricevere quel trofeo. Una circostanza che non avviene così spesso, praticamente mai.
Linda Rambis
Jeanie Buss, verso l’infinito… e oltre!
Dopo aver riportato i Lakers sul tetto del mondo, la Signora in gialloviola è intenzionata a fare di tutto per farceli restare. Come la spinosa off season che attende i Lakers, che potrebbero essere costretti ad allentare tanto i cordoni della borsa per confermare il roster di quest’anno. Ma Jeanie, intervendo a ESPN’s First Take, ha ribadito che si tratta di un sacrificio necessario.
«Viviamo un momento difficile non potendo contare sulle entrate portate dai tifosi nelle arene. Siamo in una Lega regolamentata da un contratto collettivo e un salary cap. La Luxury Tax è inevitabile per quelle squadre che hanno ambizioni da titolo e sicuramente faremo tutto il possibile affinché i Lakers restino competitivi.»
«Quando hai in squadra una superstar del calibro di LeBron James, devi provare a vincere. Faremo i conti con il cap, nel massimo rispetto delle regole.»
Per cui la Buss non si è tirata indietro quando si è trattato di mettere nero su bianco i rinnovi contrattuali di Davis e James. In particolare, LeBron indosserà la jersey in purple and gold fino ai 38 anni e mezzo.
Credo sia stato un buon accordo. Vogliamo che resti con noi finché vorrà giocare. Kareem ha giocato con noi fino ai 42 anni. Qualunque cosa voglia fare, vorremmo che la faccia con noi.
Del resto il quattro volte MVP fin dal suo arrivo a Los Angeles si è tuffato anima e corpo nell’opera di rilancio della prestigiosa franchigia dei Buss, riuscendo a spronare la stessa Jeanie, come da lei raccontanto nel Big Shot Rob podcast di Robert Horry.
«La prima volta che ho cenato con lui, dopo il suo arrivo, LeBron ha manifestato una profonda conoscenza della nostra organizzazione.»
«Mi ha detto “È motivo d’orgoglio per te essere stata messa al comando da tuo padre, considerando quanto teneva all’organizzazione. Continua così.”»
Spronare e motivare.
LeBron mi ha ricordato che mio padre, in 32 anni di gestione, ha saltato i playoff solo due volte. Mentre allora eravamo reduci da sei stagioni consecutive senza post season. Non erano assolutamente i Lakers che mio padre aveva immaginato quando ci ha lasciato la guida.
Sensibilità, accortezza ed empatia. Phil Jackson docet.
We love you Montrezl ❤️ here is a hug until I can see you🤗 https://t.co/HsDh1ge1QS
— Jeanie Buss (@JeanieBuss) March 10, 2021
So let’s celebrate!
Le pretendenti al trono dei Lakers sono tante, ma la Buss pur rispettando i guanti lanciati dalle corazzate LA Clippers e Brooklyn Nets, li raccoglie senza timori consapevole delle qualità della sua squadra. Ma prima di pensare alla seconda campagna per l’anello, Jeanie non dimentica quanto importante sia celebrare quello conquistato lo scorso Ottobre. Per cui nelle scorse settimane è arrivato l’annuncio ufficiale: il 12 Maggio verrà issato il banner celebrativo del diciassettesimo titolo gialloviola.
Ma la storia dei californiani è così ricca di successi che merita di essere ripercorsa restando al passo con i tempi. Sulle orme di The Last Dance di ESPN e Netflix, Jeanie – partecipando a All the Smoke di Matt Barnes e Stephen Jackson – ha annunciato che è in preparazione una docu-serie incentrata sui Lakers dei Buss. Nove puntate che racconteranno la storia della franchigia dal 1979 al 2020 e che verranno realizzate con il supporto dell’organizzazione e della proprietà.
Oltre che della serie, Jeanie ha detto la sua su tanti argomenti che hanno segnato la storia degli angeleni: dal flirt di Bryant coi Clippers e la cessione di O’Neal all’arrivo di James e Davis, passando per il mancato arrivo di Chris Paul. Riflessioni personali come i suoi cinque Laker di sempre (#Spoiler: Magic, Kobe, Kareem, LeBron e… Phil!) o argomenti difficili da affrontare come la morte della mamma e la tragica scomparsa del Black Mamba.
Il Passato è la Memoria, il Futuro è la Speranza, il Presente è l’Intuizione.
In linea con il pensiero di un compianto filosofo nostrano, la Buss si è fatta carico dell’eredità paterna per preservare al meglio la memoria. Osservando con acume e attenzione la realtà in cui si muove, è riuscita a restituire fiducia ad un ambiente che si affaccia alla sfide future con ritrovata consapevolezza. Forza Jeanie.
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