Con una toccante cerimonia svoltasi alla Mohegan Sun Arena di Uncasville nel Connecticut, i nove membri della Classe del 2020 sono stati introdotti nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame. Introduzione che sarebbe dovuta avvenire lo scorso 29 Agosto e rimandata a causa della pandemia da COVID-19.
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La giacca di Kobe sulle spalle di Natalia
L’evento era molto atteso poiché tra i membri consacrati spiccano le figure del compianto Kobe Bryant, di Tim Duncan e di Kevin Garnett, di conseguenza la Classe del 2020 si candida a diventare una delle più talentuose di sempre. Gli altri componenti entrati nell’Arca della Gloria di Springfield, Massachusetts sono l’ex WNBA Tamika Catchings, i coach Eddie Sutton, Rudy Tomjanovich, Kim Mulkey e Barbara Stevens e il dirigente FIBA Patrick Baumann.
In considerazione del tragico incidente sulle colline di Calabasas in cui Kobe ha perso la vita insieme alla figlia Gianna ed altre sette persone, le attenzioni sono catalizzate dall’ex numero 8 e 24 dei Los Angeles Lakers. Lo stesso museo, che onora le più importanti personalità della pallacanestro internazionale, ha dedicato una sezione speciale per ricordare la leggenda del Black Mamba.
Nella giornata precedente a quella dell’introduzione, gli eletti hanno ricevuto l’anello celebrativo e la tradizionale giacca arancione, simbolo della Hall of Fame. È stato dunque commovente il momento in cui la primogenita di Kobe, Natalia, con l’aiuto della mamma Vanessa ha indossato la giacca del padre. Sia questo momento, che altri in cui le piccole Capri e Bianka gironzolavano tra i cimeli di Bryant, sono stati immortalati e pubblicati da Vanessa Bryant sul suo account Instagram.
Adorava la competizione e chiedeva sempre tantissimo a tutti i suoi compagni e alla sua squadra. Ma lo faceva solo perché voleva vincere, e voleva farlo a tutti i costi. Da avversario ti costringeva a tirare fuori il meglio da te. È quello che fanno i migliori, Kobe era così.
Tim Duncan
Kobe per me è sempre stato come un fratello minore, fin da quando scelse di passare direttamente dall’High School alla NBA. Tra sfide sul campo, prese in giro e scherzi abbiamo costruito una solida amicizia.
Kevin Garnett
(Jennifer Pottheiser, NBAE via Getty Images) (Andrew D. Bernstein, NBAE via Getty Images)
Vanessa Bryant sul palco con Michael Jordan
Kobe è stato presentato alla platea dalla moglie Vanessa, accompagnata da Michael Jordan. La moglie di Bryant ha voluto subito ringraziare MJ, una presenza importante in virtù dell’ammirazione nei suoi confronti del Mamba.
«Sono certa che adesso sta ridendo da lassù, è come se potessi vederlo, a braccia conserte, con un grande sorriso, pensando: ‘Mica male tutto questo, no?’. Anche oggi, continua a vincere»
«Vorrei che mio marito fosse qui per poter ricevere quest’incredibile onorificenza. Kobe mi ha parlato di questo momento appena una settimana prima della tragedia. Gigi sarebbe stata tanto orgogliosa nel vedere suo padre introdotto nella Hall of Fame.»
«Non ci sarà mai nessuno come Kobe. Era unico nel suo genere.»
«Kobe era una persona umile… Fuori dal campo.»
Vanessa ha poi immaginato cosa avrebbe detto il marito nell’occasione.
Kobe avrebbe ringraziato tutte le persone che lo hanno aiutato ad arrivare fino a questo punto, comprese quelle che hanno dubitato di lui. Dopotutto, ha dimostrato che si sbagliavano.
Una considerazione in perfetto stile Black Mamba, che ha strappato un sorriso al commosso Jordan. Vanessa poi ha raccontato di come avesse subito capito quanto grave fosse l’infortunio al tendine d’Achille del 2013.
«Lo avevo capito perché non si è girato a farmi l’occhiolino mentre rientrava nello spogliatoio. L’infortunio era molto grave, ma la sua capacità di recuperare è stata grandiosa.»
Del resto la carriera di Bryant è stata caratterizzata dalla sua capacità di stringere i denti e giocare sugli infortuni, uno dopo l’altro.
«Una volta gli chiesi perché non riposasse un po’ di più, la sua risposta fu che non poteva perché lo doveva soprattutto a quei fan che avevano faticosamente risparmiato per poter vederlo giocare almeno una volta.»
«Non si è mai dimenticato dei suoi fan. Se avesse potuto, avrebbe giocato per loro ogni minuto di ogni partita. Vi ama così tanto.»
E questa determinazione, la sua Mamba Mentality, gli ha consentito di raggiungere dei traguardi straordinari.
I traguardi raggiunti e le statistiche personali parlano per lui. Kobe era di un altro livello, non ha mai preso scorciatoie quando si trattava di basket. Ha sempre dato il massimo, giocando anche quand’era infortunato.
Ha giocato con la febbre, con le intossicazioni alimentari, con il naso rotto, le dita rotte e imparando a tirare con la mano sinistra. Una volta ha perfino segnato due liberi col tendine d’Achille distrutto.
The story of Kobe Bryant, as told by his fellow Hall of Famers. #20HoopHall pic.twitter.com/ugD3dpiTsk
— Los Angeles Lakers (@Lakers) May 16, 2021
Kobe Bryant, Girl Dad e leggenda immortale
Vanessa poi ha voluto ricordare quali fossero i traguardi che davvero rendevano orgoglioso Bryant.
«Il risultato più prezioso raggiunto da Kobe è stato quello di essere il miglior papà per le ragazze.»
«Voglio ringraziarlo per il lavoro che ha fatto come marito e come padre. Grazie per non aver perso mai un compleanno, uno spettacolo o una recita scolastica. Per aver messo al primo posto il tuo amore per la nostra famiglia. Grazie per aver portato così tanta gioia nelle nostre vite e in quella di tante persone in tutto il mondo.»
«Papà era una persona incredibile e vi amava da morire.» (rivolta a Bianka e Capri in platea, nda)
Il discorso di Vanessa si è concluso con delle sentite ed emozionanti congratulazioni, che possono essere fatte proprie da tutta la Lakers Nation.
Congratulazioni, amore. Tutto il tuo duro lavoro e i tuoi sacrifici sono stati ripagati. Una volta mi hai detto: “Se hai intenzione di scommettere su qualcuno, scommetti su te stesso.” Sono orgogliosa di come tu lo abbia fatto, andando oltre ogni aspettativa.
Ce l’hai fatta, sei nella Hall of Fame ora. Sei un Campione autentico. Non sei solo un MVP, ma sei tra i più grandi di tutti i tempi. Sono così orgogliosa di te. Ti amo e ti amerò per sempre.
Kobe. Bean. Bryant.
Dear Kobe… We’ll miss you. The Black Mamba For Ever.
(Maddie Meyer, Getty Images) (Chris Marion, NBAE via Getty Images)

Raccontare le gesta sul parquet di Kobe Bryant non è semplice. Impossibile scegliere le giocate più belle, più importanti o più decisive. Con indosso la canotta gialloviola numero 8 prima e 24 poi, The Black Mamba ha conquistato cinque titoli NBA, due premi di MVP delle NBA Finals, uno della regular season, due medaglie d’oro olimpiche, 18 convocazioni all’All-Star Game (con quattro MVP della partita) e collezionato una serie di giocate, record e prestazioni che rimarranno per sempre nelle memorie degli appassionati
La crew di LakeShow Italia ha deciso di ripercorrere la carriera della leggenda dei Los Angeles Lakers attraverso ventiquattro Mamba Moments, per un countdown tra i momenti più significativi di una carriera come pochissime nella storia del basket.
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