Wake up and face me
Don’t play dead ‘cause maybe
Someday I will walk away and say
You disappoint me
Maybe you’re better off this way

Da leggere ascoltando Passive (2005) degli A Perfect Circle.

La serie tra Los Angeles Lakers e Phoenix Suns si è aperta con il netto successo dei padroni di casa, che hanno dimostrato di meritare il secondo seed della Western Conference e di possedere l’organizzazione e il talento per dare battaglia ai Campioni NBA.

Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports™ (SS), Cleaning The Glass (CTG), NBA Advanced Stats (NBA) e Basketball Reference (BR). Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.

😴 Please the real AD stand up

by Luca Novo

I Phoenix Suns vincono Gara 1 con il punteggio di 99-90, dominando la partita più di quanto non lasci intendere lo scarto finale. I Los Angeles Lakers, come nella passata stagione, bagnano l’esordio nella postseason con una prestazione insufficiente sotto tutti i punti di vista.

I gialloviola sono imprecisi al tiro, poco lucidi in difesa e soprattutto appaiono deconcentrati e privi di energia. Emblematici i dati relativi alla transizione e alla lotta a rimbalzo: 16 punti in contropiede per i Suns frutto di rientri in difesa letargici dei ragazzi di Vogel e ben 16 rimbalzi offensivi catturati Ayton e compagni.

In un contesto in cui nessun Laker gioca una gara in linea con le proprie possibilità, emerge la prova opaca di un pessimo Anthony Davis, che non a caso nel post partita si assume le responsabilità della sconfitta.

Career Low

La prova di The Brow si può definire con una parola: passiva. Per lui 5/16 al tiro per soli 13 punti a referto, dato che pareggia il minimo in carriera ai playoff.

La strutturazione con Drummond e LeBron in frontline è pessima per le spaziature dell’attacco e porta AD lontano dal pitturato ed estraneo al gioco, rendendolo di fatto un tiratore dalla media. Nei 19 minuti in cui condivide il campo con The Big Penguin, il numero 3 gialloviola chiude con soli 4 tiri di cui nessuno a segno.

Con Drummond in campo potrebbe sfruttare l’accoppiamento favorevole contro un avversario di taglia inferiore come in questo caso Crowder. Le spaziature non permettono però a Davis di attaccare il ferro, si accontenta così di un tiro dal mid-range che non va a segno.

La situazione non migliora quando gioca da 5. I compagni non riescono praticamente mai ad imbeccarlo in movimento e attaccando da fermo perde il duello contro la fisicità di DeAndre Ayton. Delle 16 conclusioni tentate solo 4 sono nella restricted area e la pessima serata al tiro (2-10 nelle conclusioni non contestate) completa il quadro.

Ayton ha la stazza e la mobilità per infastidire Davis se attaccato in modo statico. Bisogna applaudire la serata del giovane centro dei Suns.

Isolato in difesa

Se i numeri offensivi non sono buoni, in difesa nonostante le 3 stoppate a referto le cose vanno forse pure peggio. Un dato è emblematico della partita di Davis: il Defensive Rating nei 39 minuti in campo è pari a 111.7, mentre nei 9 minuti in cui riposa la squadra di Vogel produce un ottimo 68.4.

La strategia di coach Monty Williams è cercare di isolarlo e renderlo inoffensivo in aiuto. Con Drummond in campo, Davis è in marcatura su Crowder o Bridges e chiunque sia l’avversario diretto staziona in posizione di guardia dal lato opposto dei creatori dei Suns. In questo modo The Brow non è coinvolto direttamente nell’azione e non riesce ad intervenire a protezione del ferro in aiuto.

AD è in marcatura su Bridges sul lato debole. Cerca di entrare nell’azione difensiva, ma Booker punisce la sua posizione flottata e serve immediatamente il compagno per la tripla.

I meriti dei Suns sono comunque accompagnati dai demeriti del numero 3 dei Lakers. Anche quando schierato da 5 non riesce a incidere nella partita, soprattutto nel finale di gara quando i gialloviola cercano di blitzare Booker. Appare sempre incerto su dove posizionarsi e sui tempi di aiuti e rotazioni, aspetti che solitamente rappresentano la specialità della casa.

Il raddoppio di Caruso vuole togliere la palla dalle mani di Booker. Bridges taglia verso la linea del tiro libero per dare una linea di passaggio al compagno, Davis resta in area a metà strada tra Bridges e Ayton e per Mikal sono due punti facili.

Cambio di passo

Troppe le azioni nel primo episodio della serie in cui The Brow non è sul pezzo. Nel primo tempo è troppo spesso lento nel rientrare in transizione difensiva e cattura un solo rimbalzo in 19 minuti.

Con Tucker a terra e Drummond impegnato a rimbalzo offensivo AD dovrebbe essere pronto a sprintare in difesa, ma rientra lentamente ed i Suns hanno vita facile per segnare 2 punti.

Nella seconda metà di gara i numeri sotto i tabelloni migliorano, ma il confronto con Ayton è impietoso. Il giovane bahamense domina il duello, registra 8 rimbalzi offensivi nella partita e tra questi spiccano quelli conquistati nel finale nel momento in cui i Lakers tentavano di rientrare in partita.

La difesa perimetrale gialloviola costringe Booker all’errore dall’errore dall’arco. Davis ha posizione per fare tagliafuori e battere Ayton a rimbalzo, ma perde il confronto diretto.

Nella partita di martedì notte, oltre agli aggiustamenti tattici che dovrà necessariamente fare Frank Vogel, il numero 3 dovrà necessariamente salire di livello in termini di concentrazione e intensità. Con il Davis di Gara 1 i Lakers non hanno possibilità di fare strada nei playoff.

🔥 The Book of Suns

by Nello Fiengo

Nella preparazione della preview della serie e nelle varie chat redazionali avevamo discusso moltissimo del potenziale pick-and-roll dei Suns e di Chris Paul come handler; personalmente avevo sottovalutato l’impatto che Devin Booker potesse avere sulla partita ed in particolare avevo sottovalutato una situazione offensiva che Phoenix ha giocato tanto e bene proprio con Book protagonista: il dribble handoff stagger.

Suns DHO stagger.

Il gioco

Il set inizia con Paul che decide un lato e i due esterni negli angoli:

DHO stagger base set: cerchiati di nero i difensori (Lakers) cerchiato di bianco l’attaccante con la palla.

Quando CP3 è in posizione Book accelera per ricevere il passaggio consegnato ed attaccare il blocco portato da Ayton o Šarić con l’idea di girare l’angolo e da qui le opzioni sono infinite: dalla palla al bloccante che rolla allo scarico al giocatore coinvolto nel consegnato che si è aperto da tre punti, tante opzioni e tanta difficoltà per i Lakers a decidere cosa fare.

La scelta di Vogel

I Lakers hanno deciso di fare lock and trail in questa situazione con il difensore di Booker: in pratica Vogel ha scelto di inseguire e stare più vicino possibile a Booker ed ha chiesto al difensore del bloccante di fare contenimento in drop per permettere il rientro del marcatore del numero 1 dei Soli.

Good Defense, Better Offense.

Nella clip la mobilità di Davis è la chiave per avere una chance: rimane alla giusta distanza per aiutare contro Booker ma essere allo stesso tempo pronto a seguire l’eventuale lob per Ayton (il body check di Caruso in questo senso aiuta). Kuzma riesce a recuperare, ma come si suol dire good defense, better offense.

In realtà questo possesso è un unicum perché in questa situazione i Lakers hanno quasi sempre difeso malissimo:

Bad defense.

KCP non riesce ad essere almeno vicino a Booker per costringerlo a girare largo sul blocco e Drummond non si muove abbastanza rapidamente e indietreggia troppo spaventato dal lob. Da notare come Schröder a differenza di Caruso accarezzi Saric invece di buttargli il corpo addosso per rallentare il roll ed aiutare in questo modo AD2.

Slow down Booker: la proposta di LakeShow

  • Top lock

L’Italia è o non è un popolo di allenatori? Beh, direi di sì e allora perché non preparare una nostra proposta difensiva?

Guardando la partita mi sono chiesto – Jeff Van Gundy idem nel commento di ESPN – perché i Lakers non facessero top lock:

Top lock defense

L’idea è di negare a Booker di ricevere l’handoff frapponendo il corpo tra lui e la palla e costringendolo ad andare backdoor. Ovviamente il lavoro coordinato del difensore del palleggiatore e dell’ala nell’angolo opposto è fondamentale per far sì che non ci si ritrovi con l’ex Wildcats solo al ferro. Ma se l’idea, come dichiarato da Vogel, è di “slow down Booker flow” questa potrebbe essere una possibilità perseguibile con ogni tipo di lineup.

  • Switch

Una seconda alternativa è cambiare sia sul DHO che sul blocco successivo, ma questa soluzione è applicabile solo se AD gioca da 5: abbiamo visto, infatti, già in altre occasioni come Davis sia efficace a tenere quei 2-3 palleggi anche di giocatori del calibro di Booker che poi rompono completamente il flow dell’attacco.

Questa soluzione, a mio modo di vedere, potrebbe essere molto efficace in quanto il DHO viene solitamente giocato da Paul e Booker che sono sempre marcati da due tra Schröder, KCP e Caruso, dunque l’accoppiamento post switch sarebbe bilanciato.

Il problema potrebbe crearsi con il secondo cambio dove AD sarebbe su Book ma si potrebbe creare una situazione in cui Schröder è su Ayton ad esempio:

Switch con rotazione sul bloccante

L’idea dovrebbe essere di avere l’uomo nell’angolo che ruota per rallentare o disturbare il roll con l’altra guardia che si abbassa per evitare scarichi nell’angolo.

Ora pensateci, nel caso quel 3 fosse LeBron i risultati potrebbero essere molto interessanti.

🏀 Series Coverage

Suns vs Lakers, la preview di LakeShow Italia

Game Recap:

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