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On the horizon?

Da leggere ascoltando Days of the Ring feat. Into the West (2003) di Howard Shore.

Dopo il netto successo di Gara 1 dei Phoenix Suns, i Los Angeles Lakers hanno pareggiato in Gara 2. Nel primo atto in California della serie, i gialloviola si sono portati sul 2-1 dominando la sfida nel secondo tempo.

Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports™ (SS), Cleaning The Glass (CTG), NBA Advanced Stats (NBA) e Basketball Reference (BR). Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.

🔋 Overpower the Suns

by Giuseppe Critelli

Il primissimo possesso del terzo quarto mi ha fatto capire immediatamente che i Lakers, e nello specifico LeBron James, avrebbero cambiato marcia e da lì in poi non si sarebbero più voltati indietro.

I Lakers iniziano subito il secondo tempo con un pick-and-roll James/Davis. I Suns decidono di cambiare e LeBron invece di fermare o ribaltare la palla, come ha fatto spesso in questa serie, decide di attaccare con decisione il ferro. Due punti. I primi di una lunga serie.

Nelle fasi iniziali di questa serie raramente abbiamo visto LBJ attaccare il canestro. La maggior parte dei possessi offensivi di James, infatti, si sono conclusi con un pullup oppure con un passaggio (il più delle volte illuminante) per i compagni. Secondo Cleaning the Glass solo il 38% dei tiri di LeBron in questi playoff è arrivato con conclusioni al ferro; nella scorsa post season, per avere un metro di paragone, il 49% dei tiri di James era nei pressi del ferro.

Nel terzo quarto di Gara 3, però, il Prescelto ha dimostrato di poter accelerare e con lui tutti i Lakers. Il punto di forza della squadra di Vogel nella metà campo offensiva è la capacità di segnare punti facili nel pitturato. Quando gli avversari non riescono a chiudere la via dell’area ai gialloviola sono dolori. Nel terzo parziale di Gara 3 i Lakers hanno realizzato ben 26 punti in the paint, 22 dei quali sono arrivati dalla coppia James e Davis.

Benvenuto ai playoff, Mikal.

Il linguaggio del corpo di LeBron in questa fase della partita è completamente diverso. I Lakers decidono di giocare molti più pick-and-roll nei primi secondi dell’azione per evitare che la difesa dei Suns possa riempire bene l’area come accaduto nel primo tempo.

A differenza dei primi due quarti James batte con relativa facilità Bridges e attacca il ferro mandando spesso in confusione Ayton che non sa se aiutare o rimanere su Drummond/Davis. Il risultato è quasi sempre coinciso con una schiacciata o due punti facili del Prescelto.

Early Offense Purple and Gold

Oltre ad attaccare nei primi secondi dell’azione a difesa schierata, i Lakers sono stati ancora una volta bravi a capitalizzare la loro difesa asfissiante con una serie di punti in transizione che hanno ucciso le speranze dei Suns di rimanere in partita.

Nessuna esitazione, solo la volontà di azzannare la partita.

Nel terzo periodo Phoenix ha commesso 6 palle perse che hanno aperto la via del ferro a James e Davis, autori degli 8 punti in contropiede dei californiani nel parziale. I Lakers sono all’apice della loro potenza quando riescono, con il loro atletismo e il loro IQ, a generare turnover e a sprigionare i propri cavalli in transizione. Lo abbiamo visto, ad esempio, nel clinic di Gara 6 delle scorse NBA Finals e lo abbiamo visto, di nuovo, nell’ultima vittoria contro i Suns.

Non è accaduto spesso quest’anno, ma in Gara 3 le scelte in transizione di Schröder sono state pressoché perfette.

Follow the King

Qualora ne avessimo bisogno, Gara 3 ha dimostrato ancora una volta quanto LeBron sia il leader emotivo, ancor più che tecnico, di questa squadra. La scarica di James, infatti, ha avuto un altro effetto indiretto e pericoloso per i Suns: ha attivato la beast mode di Davis.

Questa volta James non aspetta il quarto periodo per attaccare i mismatch: cerca il cambio contro Booker in semi transizione, lo fronteggia in post e costringe Ayton a stargli vicino in aiuto dando a Davis quei due metri di vantaggio per portare a casa un and-one.

Nel terzo periodo, infatti, AD è stato molto più aggressivo ed incisivo, lo dimostrano i 18 punti, i 5 rimbalzi e soprattutto gli 8 liberi tentati nel parziale. Vogel è stato bravo (finalmente) a far ricevere The Brow in movimento sfruttando sia le attenzioni generate da un James in palla che le qualità di Gasol come passatore in punta. Quando Davis riesce ad attaccare in posizione così profonda è praticamente immarcabile per i Suns che non hanno un “4” in grado di contenere un freak atletico del calibro di Davis.

Una situazione che ha fruttato ai Lakers quattro punti in due possessi consecutivi.

Se James e AD riusciranno a mantenere questo livello di attività e aggressività nel pitturato i Suns avranno davvero poche speranze di portare a casa questa serie.

🏹 Bow and Hustle

by Giovanni Rossi

La regular season 2020/21 di Wesley Matthews, secondo la maggior parte di tifosi e analisti meno attenti, non è stata all’altezza delle aspettative. Ed in effetti le traditional stats descrivono un veterano 34enne reduce dalla peggior stagione in carriera per minuti giocati, punti realizzati e percentuale da tre.

Tale analisi, però, sarebbe riduttiva poiché non terrebbe conto di quanto il rendimento del prodotto della Marquette University sia stato condizionato dalla profondità del roster dei Lakers – che lo ha costretto a diversi DNP – e il problema al tendine d’Achille che lo ha colpito nel momento in cui pareva potesse ricavarsi un suo spazio nelle rotazioni di Vogel.

Da professionista serio qual è, il nativo del Texas ha accettato le scelte dello staff tentando di calarsi al meglio nel ruolo di comprimario di lusso. La dinamica si è ripetuta nella serie contro i Suns: dopo aver collezionato 16 minuti con 5 errori dall’arco nelle due sfide in Arizona, in Gara 3 Matthews ha dimostrato di poter essere un fattore importante nelle rotazioni dei Campioni NBA.

Matthews vs. Paul

Nel terzo atto della serie, Wesley entra in campo in avvio del secondo quarto e si mette sulle tracce di Chris Paul. Nei primi possessi deve destreggiarsi sui blocchi portati da Frank Kaminsky. Al primo assalto trova un fallo in attacco di Frank the Tank, poi perde l’equilibrio consentendo a CP3 di colpire col pullup dal mid-range ed infine dopo lo switch lotta con il lungo avversario evitando il rimbalzo offensivo.

La presenza di Matthews è importante anche in attacco, poiché posizionandosi sul perimetro costringe la difesa di Phoenix a doverlo rispettare. Con la finta di tiro riesce ad eludere i closeout avversari, procurandosi due liberi prima di un beffardo in and out.

Il numero 9 è dotato di una discreta velocità laterale, che gli consente di passare rapidamente davanti e dietro ai blocchi, intercettando così il movimento di Kaminsky. Riesce poi a tenere botta sotto canestro dopo il cambio con Frank, consentendo a Kuzma di catturare comodamente il rimbalzo.

Mister 3-and-D

Wesley rientra a fine terzo quarto, occupandosi questa volta di Devin Booker. Lo stint inizia come il precedente: blocco alto di Deandre Ayton, con Gasol in drop coverage che retrocede verso il ferro. Matthews rientra rapidamente e sfruttando la rim protection del centro catalano si affianca a Book, che sgomita e commette fallo in attacco. Penalità che vale doppio poiché nel rientro difensivo Devin accende la fiammella che esploderà nel finale di partita, beccandosi un tecnico per eccessive proteste.

A cavallo delle ultime due frazioni i Suns piazzano un parziale di 9-0 che dimezza lo svantaggio. Frank Vogel abbassa il quintetto inserendo l’ex Bucks, che è subito determinante su entrambi i lati del campo.

Tripla. Difesa. Difesa. Tripla. Riassumendo: 3-and-D.

Sull’errore di James dalla lunetta Kyle Kuzma smanaccia a rimbalzo e la collisione tra Payne e Paul regala a LeBron un extra possesso. Il quattro volte MVP non si lascia ingolosire e serve Matthews appostato al suo fianco: tre punti.

CP3 tenta il riscatto immediato ma Wesley è abile a non concedere il gomito e contesta rimanendo in posizione verticale. Kuz fallisce dall’arco e Cameron Payne s’invola in transizione, a contenere il rapido esterno di Phoenix è ancora il figlio di Wesley Sr., abile a ritrarsi per evitare il contatto durante l’elevazione dell’avversario. Kuzma spinge il contropiede servendo il numero 9 gialloviola per la più classica delle fastbreak three. Altri tre punti.

Matthews vs. Booker

Dopo una tripla dell’altro veterano di lusso Marc Gasol, i Lakers volano sul +21 e staccano troppo presto la spina. I Suns tentano la rimonta e si affidano alle giocate di Booker, subito tampinato da Wesley. Book è aggressivo sul pick-and-roll e costringe l’esterno angeleno al fallo. Phoenix risorge con le triple di Payne, due delle quali sono assistite da Devin: la prima in transizione, la seconda eludendo la guardia di Matthews con un blocco di Ayton, grazie al quale forza lo switch con Gasol, troppo lento per contenere il drive-and-kick del numero 1 ariżonése.

Il buon single coverage di Wesley non produce quanto meriterebbe, poiché i compagni sono già in modalità post partita. Booker forza il cambio con Schröder, ma l’aiuto di Matthews è vanificato dalla mancata rotazione di James su Jae Crowder, che colpisce dalla punta. Sul pick-and-roll successivo l’ex Trail Blazers e Mavericks recupera su Devin, ma Anthony Davis lascia un comodo roll ad Ayton.

I Lakers si scuotono dal torpore e riprendono il controllo della gara e Matthews ha il merito di dare il La all’azione sopra accennata. Dennis Schröder viene placcato dalla frustrazione di Booker e dall’incredibile capacità di Crowder di commettere sempre la scelta sbagliata al momento sbagliato. O magari Devin e Jae volevano solo essere i primi a fare la doccia.

Il triste epilogo di Gara 3.

Matthews chiude la partita mettendo a referto 8 punti (2/4 dall’arco, 2/2 ai liberi) in 18 minuti con 17.3 di Net Rating, terzo tra i Lakers. Per Wesley anche quattro falli subiti (di cui tre nella propria metà campo) e sei tiri contestati, di cui solo uno a bersaglio. L’auspicio è che il numero 9 gialloviola possa consolidare la propra posizione all’interno delle gerarchie dei Lakers e riesca a far ricredere tutti quegli estinti proboscidati che frettolosamente l’hanno definito cattiva firma o bollito.

🏀 Series Coverage

Suns vs Lakers, la preview di LakeShow Italia

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