Il primo stint di Kent Bazemore in Purple and Goldo risale alla stagione 2013/14, quando arrivò dagli Warriors in uno scambio che vide migrare in direzione della Baia Steve Blake e portare nella Città degli Angeli il prodotto dalla Old Dominion University e MarShon Brooks.

Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports™ (SS), Cleaning The Glass (CTG), NBA Advanced Stats (NBA) e Basketball Reference (BR). Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.

Same Jersey, New Lakers

Per i tifosi Lakers che hanno rimosso quel periodo buio, quasi fosse il medioevo, ecco alcuni cenni storici.

  • Dwight Howard era andato via in free agency, direzione Houston;
  • Kobe Bryant giocò solo sei partite al rientro dalla rottura del tendine d’Achille, a causa di una frattura del piatto tibiale della gamba sinistra;
  • in rotazione erano presenti Jordan Hill, Kendall Marshall, Robert Sacre e Ryan Kelly.

Nell’estate deel 2014 Kent Bazemore accettò l’offerta degli Hawks, dove rimase per cinque stagioni. Ad Atlanta Kent alternò annate buone ad altre sottotono, come quella del 2018 in cui finì ai margini del progetto anche a causa di un infortunio alla caviglia che lo tenne a lungo lontano dal parquet.

All’inizio della stagione successiva venne scambiato ai Trail Blazers in cambio di Evan Turner, ma la città dell’Oregon fu solo una tappa di passaggio perché, dopo un breve periodo, Portland lo girò ai Kings. Nell’estate del 2020 l’ex Monarchs torna dove tutto era cominciato, firmando un annuale al minimo con la Golden State dell’amico Steph Curry.

Riempire il vuoto di KCP

La trade che ha portato Russell Westbrook a vestire la maglia gialloviola ha lasciato non pochi buchi nel roster angeleno. Uno di questi è quello causato dalla dipartita di Kentavious Caldwell-Pope.

La partenza verso Washington del prodotto di KCP ha complicato il lavoro di Frank Vogel, a cui tocca l’arduo compito di ricostruire completamente la difesa, partendo da quella del point of attack.

Il grafico rappresenta il rapporto tra la difficoltà nel matchup difensivo (asse delle ordinate) e l’impatto nella difesa del point of attack, espresso tramite un indice (D-LeBron). A fianco di Caruso e Thybulle, che hanno i valori più elevati, c’è proprio Bazemore.

L’ex allenatore dei Pacers dovrà ripartire anche e soprattutto da Bazemore, arrivato nella Città degli Angeli dopo aver vissuto la sua miglior stagione difensiva sotto la guida di Steve Kerr e l’aiuto dell’orso ballerino, al secolo Draymond Green.

Le sue qualità fisiche gli permettono di essere un difensore versatile, in grado di marcare sia le guardie che le ali piccole.

Difesa, difesa e ancora difesa

Come scritto poco sopra, la stagione passata in maglia Warriors, è la migliore espressione del potenziale di Kent Bazemore, che anche a 32 anni e con 10 stagioni NBA alle spalle, ha dimostrato di essere un buon difensore perimetrale.

La squadra di Kerr ha subìto solo 104.6 punti per 100 possessi quando Bazemore era in campo, un dato che sale vertiginosamente a 111 punti per 100 possessi quando il numero #26 sedeva in panchina. Il differenziale più alto dell’intero roster.

La sua firma in Free Agency, come quella di Trevor Ariza, ha la chiara l’intenzione di liberare LeBron James da gravosi compiti difensivi, almeno durante la Regular Season, per permettere al nativo di Akron di occupare più frequentemente il ruolo di “Free Safety” prestata al campo da basket.

Ciò comporterà un aumento dei minuti che il prodotto di Old Dominion dovrà passare nello slot di SF rispetto alla stagione passata nella Baia, che l’aveva visto maggiormente nel ruolo di SG.

La suddivisione per ruolo del tempo sul parquet di Bazemore come difensore, rapportata all’efficienza delle varie conclusioni dell’attaccante.

Un dato interessante da notare è la STL% che lo colloca nel 97%ile nell’intera lega. Baze possiede una grande capacità di porsi sulle linee di passaggio che, unità alla lunghezza delle sue braccia, lo rende un pericolo per gli avversari che trattano superficialmente il pallone o tentano un passaggio avventato.

Bazemore passa velocemente su un blocco troppo morbido e anticipa la linea di passaggio, andando in contropiede.
Herro si isola in angolo, chiudendo il palleggio e riapre superficialmente in punta verso Robinson, che è anticipato da Bazemore.

Nella mente di alcuni tifosi Lakers vi sono sicuramente le 5 palle rubate nella partita di play-in dello scorso Maggio disputata contro Curry e compagni.

Note stonate nel suo apporto difensivo

I falli, spesso commessi nel tentativo di rubare la palla, esagerando nel “reach” o andando a contatto con l’attaccante durante i drive a canestro

Le percentuali che gli avversari marcati da Kent hanno avuto nelle Corner Three. Quest’ultimo è stato un punto debole della difesa impostata da Vogel nella stagione 19/20, poi risolto dal coaching staff nell’ultima sfortunata annata, e che potrebbe ripresentarsi quest’anno con i nuovi innesti del roster gialloviola.

Bazemore rientra velocemente in transizione difensiva, toccando il pallone in possesso di Bertans e successivamente riesce a scippare da dietro anche Westrbrook (proprio questo genere di tentativi in “reach” sono i falli più comunemente commessi da Kent).

Percentuali cercasi disperatamente

Nella metà campo offensiva, invece, i problemi sono più evidenti.

Se da un lato la scorsa stagione è stata la migliore della carriera in termini di percentuale da tre punti (41%), questa soluzione rimane situazionale, con alternanza di serate positive e negative.

è da sottolineare il 44% con cui ha realizzato le”Non Corner Three”, dato che lo pone nel 94%ile.

Ciò che più mi preoccupa, però, è la sua tendenza a fare scelte offensive sbagliate.

Le shot chart mostrano una sinistra tendenza a prendere troppi Pull-up dalla media distanza non assistiti, legati a scelte offensive spesso forzate. Allo stesso tempo troppe volte Bazemore si avventura in penetrazioni al ferro con scarse possibilità di successo.

La shot chart di Bazemore nella passata stagione.

Capiamoci, nella versione 21/22 dei Lakers difficilmente Bazemore avrà lo spazio che ha avuto nella Baia, soprattutto nella seconda metà del campionato scorso e dubito che gli verrà chiesto di gestire il pallone. Con il pallone in mano per meno tempo rispetto alla stagione con gli Warriors potrebbe “tamponare” la bruttissima TOV% del 16,3% (ovvero la percentuale di volte che il giocatore ha perso il pallone quando ne è entrato in possesso, dato che lo pone nel 4%ile).

Kent Bazemore: Agente Speciale, Missione Difesa?

Nella Depth Chart dei Lakers penso che Bazemore parta alle spalle di Ariza e Anthony dovendo dimostrare, tramite prestazioni convincenti negli scampoli di partita concessi, di poter meritare stabilmente il parquet.

Nella prima parte di stagione immagino per lui un trattamento simile a quello riservato a Wesley Matthews nella scorsa annata, dove si alternavano partite con minuti veri in campo ad altre dove a fianco al suo nome, nel tabellino, ci sarà scritto DNP.

Se dovesse confermare il livello di rendimento avuto nel 2020 in maglia Warriors non sento di escludere un suo utilizzo anche in chiusura di partita, a patto che vengano mantenute le percentuali da tre punti e che l’apporto di altri giocatori, come Ariza, sia inferiore alle aspettative.

Tutto sommato la sua aggiunta al Roster gialloviola è buona, poiché fornisce identità difensiva alla second unit, permette di avere un giocatore “NBA” anche nel decimo o undicesimo uomo della rotazione ad un prezzo contenuto (ha rifiutato un contratto più remunerativo nella Baia).

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Universitario e calciatore cresciuto nelle nebbie ferraresi. Appassionato di qualsiasi sport che non necessiti un motore. Tifoso Lakers da quando a sette anni mi regalarono la canotta di Kobe.

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