Key Takeaways: Los Angeles Lakers vs Orlando Magic. In copertina: LeBron James, Terrence Ross and Russell Westbrook. (Ringo H.W. Chiu, AP Photo and Kevork Djansezian, Getty Images)

Seconda vittoria per la squadra gialloviola, che dopo un primo tempo ai limiti della sufficienza, attacca la ripresa con ben altro piglio, guidata dal ragazzo di Akron, che proprio non riesce ad invecchiare.

✅ Lakers vs Magic: i Plus

Mettetevi comodi e allacciate le cinture, benvenuti al JamesShow semicit.

👑 A kid from Akron

Il 30 Dicembre il numero 6 in casacca Lakers compirà 37 anni (!) anche se nelle ultime uscite sembra essersene dimenticato, in particolare stanotte, stampando una tripla doppia da 30 punti 11 rimbalzi e 10 assist e 3 stoppate che hanno fatto sussultare i tifosi accorsi allo STAPLES Center ( sarà la Crypto Arena quando sarò obbligato a scriverlo).

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Se nel primo tempo si limita a “costeggiare” l’incontro, impantanato nella partenza soporifera della squadra, il terzo quarto è il suo personale Show.

Prende per mano i compagni segnando 14 punti (di cui i primi 9 che chiudono il gap e aprono il break) e distribuendo 3 assist, che sono parte del parziale di 36-10 che di fatto chiude la contesa.

LeBron è il catalizzatore che porta all’aumento dell’effort di tutta la squadra che nel terzo quarto cancella dal campo i Magic, allo stesso tempo vittime e complici dell’evento, e che passivamente si oppongono alla fiammata di James.

Il controllo tecnico e mentale che manifesta sugli avversari in questo stint è quello dei tempi andati, con il Re che nasconde la serata non brillante di Westbrook e l’assenza di Davis.

Nei primi incontri successivi al suo ritorno sul parquet dal problema addominale forse avevamo fatto suonare le campane a lutto con troppa fretta e forse ci eravamo fatti prendere un po’ dal panico, vedendo un James in difficoltà fisica come raramente ci era successo di osservare.

🧽 Comeback KID

Non sono mai stato morbido con Talen Horton-Tucker, perché se è vero che la curva di apprendimento è ancora in fase crescente, ritengo che sia tempo di dimostrare con costanza, sul parquet, le qualità che gli vengono riconosciute.

La prestazione difensiva è molto positiva, con THT che mette spesso in difficoltà il proprio diretto avversario, scivolando sulle penetrazioni, rimanendo davanti all’attaccante, portando la giusta pressione.

Le sei palle rubate (!) sono frutto sia dell’applicazione che delle sue lunghe leve ed in generale ciò permette di evidenziare come, con il passare della stagione, il nativo di Chicago stia iniziando a capire quando forzare la giocata difensiva senza rischiare di commettere fallo ad ogni tentativo.

In attacco, complice un’ottima serata al tiro dalla lunga distanza (3/6 , per 19 punti complessivi), veste i panni del perfetto Robin per BatLeBron, soprattutto nel terzo quarto, chiuso con 7 punti e 3 assist.

Quest’ATO ha funzionato molto bene nelle ultime partite.

In alcuni frangenti le scelte offensive sono ancora rivedibili, in particolare quando abbassa la testa e cerca in maniera forzata il ferro anche se questo è ben difeso.

🌊 La marea gialloviola

Il terzo periodo si potrebbe descrivere anche solamente usando i numeri: parziale di 36-10, con i Magic che chiudono il quarto con un misero 2/23 e non segnando, se non dal tiro libero, per 9 minuti e 48 secondi.

Contemporaneamente i Lakers tirano con il 65% dal campo ed il 60 % da tre punti e corrono in transizione sfruttando l’ottima difesa di squadra ed i turnover degli avversari.

Senza nulla togliere alla squadra di Orlando, che in questa stagione ha come unico obiettivo quello di avere una scelta alta al Draft, questa partita marca l’evidenza di come spesso sia sufficiente un quarto giocato ad alti giri per chiudere anzi tempo la contesa contro formazioni che sono tecnicamente inferiori.

Prendiamo questo evento come di buon auspicio, perché non sempre in questa stagione la squadra ha dimostrato di essere in grado di accelerare a piacimento.

❌ Lakers vs Magic: i Minus

L’inizio della contesa non è stato per nulla promettente e poteva portare a previsioni nefaste, visto le cattive abitudini ed i precedenti stagionali.

⬇️ Il primo Quarto

La sufficienza e lo scarso effort con cui i Lakers iniziano l’incontro può essere ben evidenziata da alcuni numeri come i 5 rimbalzi offensivi concessi ai Magic, che hanno fruttato ben 11 punti da occasione secondaria, oppure i soli 2 punti che i gialloviola riescono ad ottenere dai 5 turnover avversari.

L’attacco è stato a dir poco brutto, con tante azioni che finivano con isolamenti e tiri allo scadere, spesso forzati e propiziati dalla non irresistibile difesa della squadra di Orlando.

Questo sembra essere divenuto ormai il leitmotiv della stagione, ovvero quello di “sentire” la necessità i regalare almeno un quarto agli avversari.

Se ad inizio del campionato era stato il terzo periodo, ora spesso capita di vedere i Lakers partire a rallentatore per poi accelerare gradualmente.

Dal mio punto di vista è la classica situazione in cui si deve scegliere tra un calcio ed un pugno, ma se proprio devo scegliere, è meglio la partenza a rilento, se seguita da una partita in crescendo.

⏬ Minimo indispensabile

La prestazione di Russell Westbrook è appena sufficiente, con il tabellino che viene riempito dai canestri del quarto periodo, quando ormai l’incontro è finito ed anche i Magic, dopo un mini parziale che li riporta a 10 punti di distanza, lasciano ogni velleità di vittoria.

In particolare Russell è il giocatore che più soffre l’inizio a rallentatore dei Lakers, con un primo quarto vissuto ai margini. Nella seconda frazione il prodotto di UCLA decide di svegliare la contesa e di aggredire il ferro, ma ciò che ottiene è solo confusione che limita lo sviluppo dell’attacco gialloviola.

Le scelte sono spesso forzate ed in più di un occasione si lancia all’assalto dell’anello, presidiato da Carter Jr. e Bamba, alla ricerca più di un fischio arbitrale che del canestro.

Non proprio la scelta migliore.

Durante il LeBron Show diviene spettatore non pagante, finendo negli highlight solo per l’assist che porta alla schiacciata in transizione di James.

È normale aver bisogno di “tirare il fiato” in qualche serata, ma spero possa esistere una via di mezzo tra il Russell dell’ultimo mese (molto positivo) e quello visto questa notte.

7️⃣ Sette minuti

In una vittoria che nel secondo tempo non è stata quasi mai in discussione, è difficile trovare tante grosse pecche, quindi ora mi preme sottolineare una piccola stranezza, perché fatico a capire i soli sette minuti di utilizzo di Wayne Ellington.

Il suo unico canestro dal campo viene da una floppy action che evidenzia sia la sua abilità nel tirare fuori dai blocchi che la sua compatibilità con James.

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Monk è rimasto in campo per 18 minuti che definirei evanescenti, mentre Reaves, per quanto abbia fatto una buona prestazione e si sia dimostrato uno dei target preferiti di James perché sempre in movimento e pronto a tagliare in area, ha calcato il parquet per l’intero quarto periodo.

Vogel ha sicuramente apprezzato la prestazione di Austin ed avrà voluto premiare il rookie, concedendogli molti più minuti del solito, ma queste sono le partite che si possono usare per provare a fondo schemi che di più raro utilizzo e che potrebbero essere l’asso nella manica in contese più combattute.

Nonostante la vittoria, la prestazione generale è sufficiente ma non di più.

📅 Next Game

I Los Angeles Lakers tornano in campo nella notte – alle 1:30 italiane – tra Mercoledì 15 e Giovedì 16 Dicembre per affrontare i Dallas Mavericks all’American Airlines Center.

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Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports™ (SS), Cleaning The Glass (CTG), NBA Advanced Stats (NBA) e Basketball Reference (BR). Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.


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Mamba Moments:

Universitario e calciatore cresciuto nelle nebbie ferraresi. Appassionato di qualsiasi sport che non necessiti un motore. Tifoso Lakers da quando a sette anni mi regalarono la canotta di Kobe.

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