Key Takeaways: Charlotte Hornets vs Los Angeles Lakers. In copertina: Russell Westbrook and DeAndre Jordan (Jacob Kupferman, AP Photo and Kent Smith, NBAE via Getty Images)
Il road trip a Est dei Los Angeles Lakers prosegue con un’altra sconfitta, questa volta sul campo dei Charlotte Hornets. Un insuccesso annunciato viste le assenze di James e Davis, ma comunque doloroso se consideriamo la classifica.
✅ Hornets vs Lakers: i Plus
Il forfait delle due superstar dà l’opportunità a tanti giocatori che erano finiti nel dimenticatoio di tornare in auge e soprattutto consente a Russell Westbrook di avere un auspicato bounce back game.
⚡️ Russ surge
Dopo un primo tempo horror Russell Westbrook sale improvvisamente e inaspettatamente di livello nel secondo. I suoi 30 punti nella ripresa rappresentano il massimo per un giocatore dei Lakers dall’ultima partita di Kobe Bryant e soprattutto permettono ai gialloviola di rientrare nel match dopo essere stati sotto di 20 lunghezze.
Probabilmente non è un caso che Brodie sia riuscito a mostrare la versione migliore di se stesso in un contesto meno strutturato. Nel secondo tempo, infatti, Vogel ha scelto di liberare l’area per le incursioni al ferro di Russ (8 canestri negli ultimi 3 metri di campo) e lo ha fatto innanzitutto togliendo finalmente dal campo Jordan e poi cercando di forzare un cambio di Westbrook contro i lunghi degli Hornets.
Una soluzione che è stata particolarmente prolifica.
Ormai tutti quanti dovremmo avere capito che questa è la strutturazione migliore per massimizzare il talento di Russ in questa fase della sua carriera (45% di Usage nel secondo tempo). Ogni altro esperimento tecnico e tattico è probabilmente destinato a fallire.
Peccato che alla fine Westbrook non sia riuscito a coronare un’ottima prestazione con il game-winner. Una scelta sicuramente discutibile, quella di prendersi un palleggio arresto e tiro da tre, ma che oggi non mi sento di contestare visto che poco prima aveva realizzato due jumper dalla lunga distanza.
Menzione speciale anche per il ridotto numero di palle perse (1), un segnale incoraggiante dopo i disastri delle ultime partite.
👌 Lazzaro Baze
L’ultima apparizione degna di nota di Kent Bazemore risaliva probabilmente al match dell’infortunio di Anthony Davis a Minnesota, dunque ben sei settimane fa. Stanotte Vogel è stato costretto a scongelare Baze con risultati tutt’altro che disprezzabili: 13 punti in 13 minuti e un buon contributo in termini di effort ed energia.
Nelle ultime settimane mi sono chiesto se davvero Bazemore potesse essere tanto peggio della versione zombie di Ariza. La risposta è arrivata presto dal campo.
Sicuramente Bazemore non possiede l’intelligenza cestistica di Trevor, né tantomeno è paragonabile il suo contributo in termini di verticalità e versatilità, ma forse Vogel avrebbe potuto dargli qualche opportunità in più considerato il rendimento dei compagni. Fossi una squadra da playoff proverei a scommettere su di lui visto il prezzo molto basso.
💪 Resilienza
Resilienza! La parola più amata e più odiata dagli italiani. In questo caso, però, non posso esimermi dal descrivere la prova dei Lakers come resiliente. Tante squadre, infatti, avrebbero mollato dopo essere sprofondati sotto di 20 punti senza i propri leader tecnici, in back-to-back e alla quinta partita di un lungo road trip.
E invece per una volta i Lakers hanno scelto di sporcarsi le mani e le canotte e sono lentamente rientrati in partita nel secondo tempo. Merito soprattutto di un Westbrook particolarmente ispirato, di un Melo più operaio del solito e soprattutto dei soliti Stanley Johnson e Austin Reaves, diventati ormai imprescindibili per questa squadra.
Hillbilly Kobe, in particolare, segna un paio di canestri pesanti nel quarto periodo e dimostra ancora una volta di essere uno dei migliori rimbalzisti offensivi dei gialloviola (6 nelle ultime tre partite).
❌ Hornets vs Lakers: i Minus
Ok, forse è una delle sconfitte più “dolci” dell’anno considerato il contesto, ma è comunque l’ennesima partita che evidenzia i difetti strutturali di questo roster e gli errori del coaching staff.
🐘 Un quintetto da censura
Hyland DeAndre Jordan Jr. è un cestista statunitense, professionista nella NBA con i Los Angeles Lakers. Con queste parole Wikipedia inizia la sua descrizione di DeAndre Jordan. Peccato che in realtà DJ abbia ben poco del professionista NBA, se escludiamo la presenza positiva da veterano nello spogliatoio.
I suoi 19 minuti odierni, come tutti i suoi 399 minuti stagionali, sono un concentrato di errori (pessimo anche il 2/8 ai liberi) ed impotenza fisica. Non è un caso che i Lakers siano affondanti nel periodo di tempo con lui in campo.
Colpa anche di uno starting five incapace di creare vantaggi nella metà campo offensiva e di contenere la velocità di LaMelo e Rozier. Alla fine tutti gli starter avranno un Plus/Minus ampiamente negativo. Non mi sembra esagerato, dunque, sostenere che i Lakers abbiano perso la partita proprio nei primissimi minuti.
La difesa su Ish Smith
Negli ultimi tre incontri disputati Ish Smith aveva segnato 0 punti (zero). Poi sono arrivati i Lakers.
Per la point guard di riserva di Charlotte 22 punti con un eccellente 10/12 dal campo. Una prestazione che ha ucciso le speranze dei Lakers di volare via dal North Carlolina con una W.
Uno dei responsabili della serata particolarmente ispirata di Smith è stato anche Austin Reaves. Il prodotto di Oklahoma ha sofferto terribilmente la maggiore velocità della guardia degli Hornets, regalando così a quest’ultimo una serie di tiri non contestati al ferro. Non è la prima e non sarà l’ultima volta che una point guard con queste caratteristiche farà male ai Lakers.
🧽 La gestione di THT
Ormai abbiamo scritto dei veri e propri poemi epici sulle difficoltà di Talen Horton-Tucker, quindi sarebbe noioso e superfluo ripetersi. Trovo però doveroso sottolineare la pessima gestione di questo giocatore da parte del coaching staff. La partita odierna, senza James, Davis e Monk, sarebbe potuta essere una buona occasione per metterlo in ritmo. Nulla di tutto ciò.
Vogel decide ancora una volta di far partire Horton-Tucker dalla panchina e soprattutto non chiama un singolo gioco per lui. THT è costretto quasi sempre a creare negli ultimi secondi del cronometro oppure a cercare fortune in isolamento a dieci metri dal canestro. Un contesto che accentua le sue difficoltà.
Il prodotto di Iowa poi non si fa un favore nella metà campo difensiva, dove appare più distratto del solito lontano dalla palla e viene sovente punito dai tiratori di Charlotte. Difficile pensare di vederlo a lungo in maglia Lakers se non accade qualcosa di inaspettato.
📅 Next Game
I Los Angeles Lakers tornano in campo alle 19:30 italiane di Domenica 30 Gennaio per affrontare gli Atlanta Hawks alla State Farm Arena.
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Mamba Moments:
Calabrese, gobbo, tifoso Lakers: insomma, una persona orribile. Ossessionato dallo sport in ogni sua forma, dopo aver visto Kobe e Shaq su Tele+ ho sviluppato una grave dipendenza dalla NBA.