Key Takeaways: Atlanta Hawks vs Los Angeles Lakers. In copertina: Malik Monk and Dwight Howard (Adam Hagy, NBAE via Getty Images)
I Los Angeles Lakers chiudono il road trip ad Est con una sconfitta, contro gli Atlanta Hawks, che matura nell’ultimo minuto di gara, dopo aver dilapidato un vantaggio di dieci punti ad inizio quarto periodo.
✅ Hawks vs Lakers: i Plus
La serata stellare di Monk ed i segnali positivi di Davis sono i fari in mezzo alla tempesta
♨️ Hot as Hell
La partita di Malik Monk è semplicemente incredibile, in particolar modo la sua prestazione offensiva (33 punti con 12/19 dal campo e 8/14 da tre punti ) a cui vanno aggiunti 10 rimbalzi e 5 assist.
Se i Lakers si sono trovati in vantaggio di nove lunghezze all’intervallo lungo il merito è in gran parte suo (ha sbagliato solo una delle otto conclusioni prese) e di Davis.
Nella ripresa il nativo dell’Arkansas non si è assolutamente fermato ed è stato il miglior marcatore per gli ospiti e non poteva che essere sua la tripla che consente ai gialloviola di raggiungere gli Hawks a quota 121 con 1:33 da giocare nell’ultimo quarto.
Nell’azione offensiva successiva Monk forza la conclusione e sbaglia la tripla, cosa che non fa Young, creando così il gap che porterà poi alla sconfitta.
Spero fortemente che Vogel gli permetterà di dividere il campo (ed il quintetto di partenza) con Davis e James, la cui “gravità” può creare spazi e vantaggi che Malik saprà sfruttare sicuramente.
Ad oggi questo terzetto ha giocato solo 14 incontri per circa 8 minuti di media con statistiche non esaltanti, tant’è che il Plus/Minus è di -0,9, ma questi numeri risalgono all’inizio della stagione dove né The Brow né Monk avevano un grande rendimento.
Per Cleaning the Glass il suo stellare mese di Gennaio si chiude con il 49% da tre (98%ile) ed il 63,3% di eFG% (94%ile).
Tolte le due superstar erano anni che non si vedeva un giocatore così entusiasmante in casacca Lakers:
〰️ The Brow
Partita a due facce quella di Davis, molto buona nel primo tempo e più sofferente nella ripresa, dove fatica a trovare la via del canestro ed è penalizzato anche dai falli, quattro già a metà terzo periodo, che forse limitano la sua aggressività.
Difensivamente si sono visti lampi del giocatore che due anni fa ci aveva fatto sognare, sia in regular season che nei playoff, anche se non è stato aiutato dai compagni, perché puoi essere anche uno dei migliori difensori della Lega ma se gli avversari arrivano da tutte le parti è difficile arginare continuamente la marea.
Ora è solo questione di tempo (che per i Lakers è ormai agli sgoccioli), quello necessario a LeBron per superare il problema al ginocchio e ad Anthony di tornare a pieno ritmo, per poter ammirare la versione definitiva(?) di questo roster.
🔚 End of the Trip
Chiudiamo il viaggio ad Est con due vittorie e quattro sconfitte.
Se lo score non è lusinghiero, infatti questa trasferta ha fatto precipitare i Lakers al nono posto, con un record di 24-27, non è però tutto da buttare ciò che si è visto in campo.
I momenti da “mani nei capelli” rimangono sia a livello offensivo che difensivo, ma messo da parte il luminoso ricordo delle stagioni passate, cerchiamo di vedere il buono in questo ultimo periodo.
L’unica contesa a senso unico è stata quella di Philadelphia, dove l’assenza di James e la brutta prova della panchina hanno pesato sulla prestazione.
Gli ultimi due incontri sono stati decisi in volata, nonostante le defezioni di una o entrambe le principali superstar.
Abbiamo ammirato la costanza di rendimento di Monk, le buone prove di Reaves, Johnson e Westbrook (in particolar modo contro Charlotte).
La fine del viaggio ad Est però non permette di tirare il fiato, infatti il calendario nelle prossime otto partite non è per nulla generoso e forse sono solo tre le sfide nella quali partiamo leggermente favoriti (due volte i Blazers ed i Knicks).
❌ Hawks vs Lakers: i Minus
Nel momento cruciale dell’incontro le scelte in campo sono state rivedibili e caotiche quelle del coaching staff.
🙈 Georgia on my mind
La stagione di Dwight, per quanto con un ruolo marginale, è costellata di pochi alti e tanti bassi.
In poche serate ha fornito un apporto positivo anche con pochi minuti di utilizzo, mentre molte volte, come nella partita contro Atlanta, è stato deleterio (Plus/Minus di –11 in soli nove minuti).
Lascia un senso di tristezza vederlo trascinarsi per il campo, offensivamente ignorato, in difficoltà in difesa, in balia degli eventi e della fisicità di Okongwu.
Le prestazioni di Howard e la sua continua ricerca della continuità va di pari passo con l’impossibilità che Jordan ha di calcare un parquet NBA.
La loro presenza a roster è ridondante, tant’è che la partenza o il taglio di uno dei due alla trade deadline è un evento quasi certo.
😕 La (non) gestione dei finali
Le scelte offensive finali sono state pessime, ma non sicuramente un unicum, visto che l’intero quarto periodo è stato un calvario.
I Lakers hanno fatto rientrare e riprendere coraggio ad Atlanta, non trovando nessuna contromisura alla stagnazione dell’attacco, in particolare per me sono poche le cinque conclusioni prese da Davis negli ultimi dodici minuti, con gli errori che derivano da soluzioni piazzate o statiche.
Atlanta avanti di un punto, 121-122, palla ai Lakers.
Westbrook da la palla a Davis, isolato contro Okongwu al gomito. Arriva il raddoppio di Collins, con Johnson che blocca per liberare Monk. Anthony riapre per Malik, che non ha vantaggio su Bogdanovic. Ci sarebbe modo e tempo per giocare un PnR tra i due, ma il nativo dell’Arkansas sente la mano calda e forza la conclusone, errore.
Young ha appena infilato una preghiera da 9 metri. Westbrook gioca un PnR con Davis in punta. Rivedendo l’azione si nota come ci sia il tempo e lo spazio per servire The Brow lanciato verso il ferro.
Russell invece sceglie Malik, che fa saltare Bogdanovic e si prende un’altra conclusione da tre, errore.
Westbrook cerca due punti veloci dopo il timeout, andando in post contro Hunter ma sbaglia la conclusione da sotto il canestro, partita finita.
🛑 Capolinea?
Premessa: non è solo colpa sua.
Perché da inizio stagione ripetiamo che questo non è il suo roster, assemblato più con amici che con una logica precisa.
Le voci di un possibile licenziamento in corsa come anche gli infortuni (James, Davis e Westbrook hanno giocato insieme solo per 16 partite) hanno prima minato e poi distrutto lo status che Frank si era costruito con il titolo del primo anno, però alcune ultime scelte del coach sono rivedibili (il quintetto iniziale messo in campo contro Charlotte, non è presentabile in NBA nel 2022).
Un altro grosso errore è legato alla gestione cervellotica del roster ed in particolare quella di Horton-Tucker, che ad inizio stagione doveva essere il principale difensore POA e al quale veniva chiesto un ulteriore step nella gestione dell’attacco.
Il nativo di Chicago si è visto sorpassato nelle gerarchie difensive da Bradley ed in quelle offensive da Monk, con il suo utilizzo che si è ridotto sempre di più.
Ciò ha causato la perdita completa della fiducia nel proprio tiro ed anche nella sua capacità di concludere al ferro, fondamentale che aveva mostrato sin dal suo anno rookie. Contro gli Hawks THT aveva trovato un buon momento a cavallo tra primo e secondo periodo, che non è stato “cavalcato” a dovere, tant’è che l’ex Iowa State è poi scomparso nelle pieghe della partita.
La striscia aperta è di tre sconfitte, imputabili solo parzialmente alla mancanza di James. Basterà questo paracadute a salvare il posto di Vogel?
📅 Next Game
I Los Angeles Lakers tornano in campo nella notte – alle 4:30 italiane – tra Mercoledì 2 e Giovedì 3 Febbraio per affrontare i Portland Trail Blazers alla crypto.com Arena.
Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports™ (SS), Cleaning The Glass (CTG), NBA Advanced Stats (NBA) e Basketball Reference (BR). Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.
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Mamba Moments:
Universitario e calciatore cresciuto nelle nebbie ferraresi. Appassionato di qualsiasi sport che non necessiti un motore. Tifoso Lakers da quando a sette anni mi regalarono la canotta di Kobe.