Key Takeaways: Los Angeles Lakers vs Portland Trail Blazers. In copertina: Anthony Davis, Jusuf Nurkic and Malik Monk (Ronald Martinez and Andrew D. Bernstein, NBAE via Getty Images)
Il ritorno alla crypto.com Arena coincide con la chiusura della striscia di tre sconfitte consecutive, con i Los Angeles Lakers che sconfiggono i Portland Trail Blazers, nonostante una prestazione tutt’altro che eccitante.
- Davis e Melo guidano i Lakers contro i Trail Blazers by Giovanni Rossi
✅ Lakers vs Trail Blazers: i Plus
L’esplosione offensiva di Melo nel primo tempo e gli ultimi possessi di Davis bastano per aggiungere una W in classifica.
〰️ It’s Back
La prova di Anthony Davis è stata quella di un vero leader e va al di là dei freddi numeri, comunque ottimi, visibili nel tabellino (30 punti con 10/18 dal campo, 15 rimbalzi e 3 stoppate).
Dopo il periodo di riposo a cavallo di terzo e quarto periodo con la partita ancora in bilico, The Brow rientra in campo con 8:54 sul cronometro – con i Lakers in vantaggio di un punto – con una sola idea in testa: la vittoria.
Da quel momento il nativo di Chicago si carica offensivamente i compagni sulle spalle. segnando undici dei diciassette punti finali; ma quello che mi preme rimarcare sono gli otto rimbalzi, dei quali due offensivi di straordinaria importanza, generati da un effort che da tempo non vedevamo nella nostra stella.
Altro pick-and-roll tra Westbrook e Davis, con Covington che marca il prodotto di UCLA. Robert accetta il cambio, con Nurkic che “droppa” in attesa della penetrazione di Russ. Simons si preoccupa troppo presto del roll di Anthony e lascia libero Bradley di tirare da tre punti.
Sino al rientro di LeBron James, l’andamento della squadra è fortemente legato alle prestazioni del numero 3, al quale chiediamo di essere l’ancora difensiva e l’epicentro dell’attacco gialloviola.
🍈 I Got It
Nella seconda metà di stagione le prestazioni di Melo sono divenute altalenanti, condizionate dal minutaggio elevato e dalla carta d’identità del nativo di Brooklyn, che ad una buona prova solitamente ne fa seguire una opaca (tant’è che da pessimista cronico mi aspetto un rebound negativo nel back-to-back contro i Clippers).
Nel primo tempo Carmelo Anthony ha dominato la partita, vero e proprio rebus per la difesa di Portland, realizzando 18 punti con 6/7 dal campo e 4/4 da dietro l’arco.
Oltre alla prova offensiva stratosferica, ciò che ho apprezzato è stata la maturità mostrata in campo dal prodotto di Syracuse, quella leadership da veterano che è venuta a mancare con i problemi al ginocchio di James.
È stato il primo ad incitare Horton-Tucker nel momento di confusione del secondo quarto, “distrutto” dalle tre palle perse in altrettanti possessi e che stava per concedere la quarta con un entry pass sconsiderato proprio in sua direzione.
Ed è sempre lui che con 1:45 sul cronometro del quarto periodo invita Davis a portarsi celermente in attacco, forse motivando AD, che da lì a poco catturerà un rimbalzo offensivo fondamentale per la vittoria.
Piccola pillola statistica: la sua eFG% è al 55% (la più alta in carriera) e si trova nel 79%ile a fronte dell’Usage più basso della carriera.
🥴 Non proprio bella
Partita per stomaci forti e prototipo perfetto di “ugly victory”. C’è poco basket da ambo le parti, con Portland che si dimentica di fare canestro nel primo quarto, salvo poi non sbagliare più nel secondo.
Al contrario i Lakers partono forte per poi subire passivamente il ritorno della squadra dell’Oregon. Il punteggio in bilico del secondo tempo è più legato ad una questione di nervi che di esecuzione offensiva e difensiva.
Per nostra fortuna in casacca gialloviola c’è il giocatore più talentuoso in campo e solitamente questa condizione, in questo genere di contese, comporta un vantaggio sportivo non sempre colmabile.
Aggiungere +1 alla casella delle vittorie e andare avanti senza voltarsi indietro.
❌ Lakers vs Trail Blazers: i Minus
L’incapacità di sfruttare gli errori di Portland ed alcune prestazioni sottotono rendono l’incontro spigoloso.
🥶 Polveri bagnate
Avevo glorificato la sua prestazione nel losing effort contro Atlanta ed ora tocca redarguirlo.
Si può intuire la prestazione negativa già solo dal tabellino (2/10 dal campo, 1/6 da tre con solo 7 punti a referto) ma i numeri esemplificano in maniera riduttiva quello mostrato in campo. Il grande mese di Gennaio ha instillato in Malik Monk sicurezza, che può sfociare in eccessiva confidenza, come accaduto contro i Trail Blazers.
È giusto che un giocatore con le sue caratteristiche ed in grado di produrre punti in poco tempo non si abbatta per qualche errore, ma fa storcere il naso la gestione di molti possessi offensivi.
Monk ha cercato in tutti i modi di “entrare” in partita, forzando conclusioni e giocate, senza aspettare, con la dovuta pazienza, che il suo momento giungesse.
In serate come questa il prodotto di Kentucky, che si è guadagnato il quintetto a suon di prestazioni, dovrebbe imparare a non andare ad una sola velocità, gestendo il flow dell’incontro, con l’intento di creare buoni tiri per i compagni.
0️⃣ From Hero to 0
L’atteggiamento di Russell Westbrook è irricevibile. Il suo body language è stato pessimo per gran parte della contesa e nelle pause della stessa più volte si è visto Davis, che per scelta di Vogel deve dividere con Brodie quasi tutti i minuti sul parquet, dire al prodotto di UCLA cosa fare in campo.
La tripla doppia mancata per un punto non deve trarre in inganno, poiché alla difficoltà nel segnare canestri (3/12 dal campo ) e alle scelte offensive non sempre sagge ha aggiunto un impegno difensivo che rasenta lo zero.
Il momento più tragicomico della serata è però avvenuto nel terzo quarto, quando contestando ad Howard un rimbalzo, in seguito ad un libero sbagliato da Nurkic, ha regalato un possesso a Portland (per i suoi anni ad OKC Adams avrà un accesso prioritario in paradiso).
Siamo quasi giunti allo status di “separato in casa” tanto caro al nostro giornalismo sportivo. Solamente che questa condizione ci costa 44 milioni.
⬇️ Saper sfruttare le occasioni
I Lakers hanno chiuso la partita con 16 palle perse mentre i Trail Blazers ne hanno fatte registrare 12. La discrepanza evidente e massiva è nella gestione di questi possessi recuperati, con gli ospiti che hanno prodotto 24 punti dai turnover gialloviola mentre la squadra di casa ne ha generato solo 1.
Proprio in questo parziale che pende in maniera così evidente in direzione dell’Oregon, possiamo “sentire” l’assenza di LeBron, maestro nel gestire questi palloni e nel far “pagare” agli avversari gli errori commessi.
Soprattutto nel quarto periodo, dove Portland ha perso ben 8 palloni, è stata evidente la difficoltà e la frenesia della squadra di casa, che non è stata in grado di sfruttare i passaggi a vuoto dell’attacco ospite per chiudere anzitempo la contesa.
📅 Next Game
Back-to-back per i Los Angeles Lakers, che tornano in campo nella notte – alle 4:00 italiane – tra Giovedì 3 e Venerdì 4 Febbraio per affrontare gli LA Clippers alla crypto.com Arena.
Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports™ (SS), Cleaning The Glass (CTG), NBA Advanced Stats (NBA) e Basketball Reference (BR). Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.
Ascolta Lakers Speaker’s Corner, l’unico podcast italiano dedicato ai gialloviola, su:
Potrebbe interessarti:
- Il Salary Cap dei Lakers, spiegato bene
- La storia del mancato passaggio di Chris Paul ai Lakers
- Il sogno di David Fizdale: i Lakers e il ritorno a casa
- Intervista a Pau Gasol: «L’Importante è il viaggio.»
- ESCLUSIVA – Intervista a Shay Murphy, assistente allenatore Lakers
Mamba Moments:
Universitario e calciatore cresciuto nelle nebbie ferraresi. Appassionato di qualsiasi sport che non necessiti un motore. Tifoso Lakers da quando a sette anni mi regalarono la canotta di Kobe.