Key Takeaways: San Antonio Spurs vs Los Angeles Lakers. In copertina: Carmelo Anthony and D.J. Augustin (Darren Carroll, NBAE via Getty Images)
I Los Angeles Lakers, privi di LeBron James a causa del riacutizzarsi del dolore al ginocchio sinistro, iniziano la mini trasferta in Texas in quel di San Antonio e sono sconfitti dagli Spurs con il punteggio di 117-110.
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✅ Spurs vs Lakers: i Plus
I ragazzi di Vogel, nonostante l’assenza delle due stelle, mostrano orgoglio e voglia di lottare. Può sembrare poco visto che l’avversario appartiene ai bassifondi della Western Conference ed è arrivata la sconfitta, ma viste alcune recenti prestazioni bisogna accontentarsi di aver assistito a una gara combattuta fino alla fine.
💪 Rimbalzi offensivi
L’attacco gialloviola, come vedremo nella sezione Minus, non è particolarmente brillante in termini di spaziature, fluidità e shot making. Ma se i Lakers hanno una speranza di uscire con una vittoria dalla città di David Crockett è grazie al lavoro svolto sotto il tabellone avversario.
Ben 12 i rimbalzi offensivi catturati con 7 giocatori diversi ad andare a referto nel fondamentale, segno che la partita è stata preparata per sfruttare quella che è una debolezza dell’avversario, infatti gli Spurs sono 28esimi in NBA per percentuale di rimbalzi difensivi conquistati.
🍈 Carmelo Anthony
In una serata in cui l’aspetto migliore mostrato dalla squadra è stato la voglia di competere merita una menzione Carmelo Anthony.
La disastrosa offseason di Rob Pelinka e in particolare il gran numero di veterani non più in grado di giocare a buon livello in NBA ha spesso messo in ombra la stagione di Melo. L’ex Syracuse per i primi 3 quarti di gioco è il miglior scorer gialloviola e per tutta la gara va oltre i propri limiti nella metà campo difensiva.
È protagonista di un brutto quarto periodo in attacco quando le gambe non gli consentono più di essere reattivo, ma purtroppo paga la strutturazione attuale del roster che lo forza a superare i 30 minuti di presenza in campo.
🎸 Austin Reaves
HBK è abbonato alla sezione Plus di LakeShow. In ogni partita il suo contributo è positivo e la gara con gli Spurs non fa eccezione. Personalmente temevo potesse non essere pronto per un ruolo da starter, ma il campo sta dimostrando come fossi in errore.
In difesa regge l’urto anche contro i titolari NBA e in attacco la sua presenza è manna per l’asfittico attacco angeleno. Contro gli Spurs riesce anche ad essere efficace come scorer, come testimoniano i 13 punti con soli 8 tiri, ma il suo contributo va oltre il tabellino grazie alla sua capacità di muoversi senza palla e di fare sempre la giocata giusta. Un dato dimostra la sua importanza: con Austin Reaves in campo l’Offensive Rating dei Lakers è 127.1, con lui fuori è 79.5.
In questo contesto è lecito domandarsi come mai coach Vogel gli conceda meno di 5 minuti in campo nel quarto conclusivo: nel periodo decisivo +7 con Austin in campo e -11 in panchina. Wake up Frank.
❌ Spurs vs Lakers: i Minus
Il momento peggiore per ogni tifoso gialloviola è stato precedente alla palla a due, ovvero il momento in cui ha realizzato LeBron non sarebbe sceso in campo. Senza il Prescelto e Davis, il roster assemblato da Pelinka ha mostrato il suo valore, ovvero essere una squadra da lottery.
🥴 La (Dis)organizzazione offensiva
L’assenza di LBJ ha esposto ulteriormente i limiti dell’attacco a metà campo dei Lakers e la completa mancanza di organizzazione offensiva.
Il gioco impostato da Frank Vogel si basa esclusivamente sulla ricerca del mismatch e sul vantaggio generato dai singoli, il tutto condito da zero movimento off the ball e scarsa pericolosità sul perimetro vista la carenza di tiratori. Il risultato è che senza una star in grado di dominare come LeBron, il pallone non gira e non si riescono a creare tiri facili.
Il dato di 80.2 punti segnati su 100 possessi (14%ile NBA) indica la totale inefficacia dei gialloviola nell’attacco a metà campo. L’assenza di movimento e circolazione del pallone è testimoniata dal numero di assist, soli 19 su 43 tiri segnati e con 15 palloni persi. Non ha aiutato inoltre la brutta serata al tiro di Monk e Westbrook (13/36 in due), sulla carta i due giocatori con più punti nelle mani a roster.
👎 L’insostenibilità di Howard
Senza Anthony Davis la situazione del reparto lunghi in casa Lakers è drammatica. Vogel riporta in quintetto Howard e Dwight mostra per l’ennesima volta in stagione come a livello difensivo la sua presenza non sia sostenibile con questo roster.
Per gli attacchi avversari il gioco è semplice, coinvolgere Superman nel pick-and-roll e qualcosa di buono capita. Il roster è più adatto a una difesa che cambia sui blocchi rispetto a una difesa che “droppa” a centro area e l’Howard attuale non è più in grado di essere una presenza in grado di disturbare gli avversari. Il risultato sono tiri non contestati da parte del ball handler di turno e in caso di errore alte chance di rimbalzo offensivo per Poeltl e compagni. L’On/Off del Defensive Rating dei Lakers è impietoso: con Dwight in campo è 128.9, con lui in panchina scende a 101.5.
👴🏿 D.J. Augustin
Errare umano, perseverare è diabolico. Presumo questo sia il motto di Rob Pelinka per la stagione 2021/22. Dopo due partite è lecito domandarsi quale sia l’utilità di D.J. Augustin se non voler dimostrare al mondo che si sta cercando di migliorare il roster.
Il neo arrivato gioca maluccio e con lui in campo la squadra perde palla nel 24.6% dei possessi, segno che a livello di playmaking non ha portato un contributo tangibile. Ma oltre ai demeriti dell’ex Magic e Rockets è proprio il fit che lascia perplessi. I minuti dati ad Augustin generano alcuni effetti negativi sulle rotazioni: Horton-Tucker viene ulteriormente allontanato dal pallone, si riducono i minuti di Reaves e anche di un discreto Bradley, la squadra aumenta i problemi relativi alla carenza di stazza.
📅 Next Game
I Los Angeles Lakers tornano in campo nella notte – alle 2:30 italiane – tra Mercoledì 9 e Giovedì 10 Marzo per affrontare gli Houston Rockets al Toyota Center.
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Torinese, consumatore seriale di eventi sportivi. Grazie a Magic Johnson nasce la passione per la pallacanestro, i Lakers e la costa Ovest degli Stati Uniti. Esperienza NBA trentennale dal divano di casa. Phil Jackson è la guida spirituale di riferimento.