Key Takeaways: Minnesota Timberwolves vs Los Angeles Lakers. In copertina:
Terza sconfitta consecutiva per i Los Angeles Lakers che cadono in trasferta al Target Center contro i Minnesota Timberwolves, con il punteggio di 124-104
- I Lakers non vincono più, altra sconfitta contro i Timberwolves by Giovanni Rossi
✅ Timberwolves vs Lakers: i Plus
Partita virtualmente chiusa all’intervallo, riaperta nella ripresa per un moto d’orgoglio dei giocatori in maglia gialloviola, giusto il tempo necessario per dare spazio al circo diretto da Patrick Beverley.
Late surge
Il primo tempo si conclude con il punteggio di 67-46 in favore dei padroni di casa, che avevano toccato in precedenza il massimo vantaggio di 25 punti.
Nella ripresa i Lakers cavalcano qualche buon parziale offensivo e approfittano sia della svagatezza su entrambi i lati del campo dei Timberwolves sia dell’assenza di Towns, che a causa di problemi di falli è costretto ad uscire dal terzo quarto dopo solo 3 minuti.
Il recupero gialloviola si arena sul punteggio di 85-89 poiché dal quel momento l’attacco dei padroni di casa ritorna a girare. In particolare è il tiro da tre punti a riaprire il solco appena chiuso e che porterà inesorabilmente la partita verso il garbage time finale.
Non saprei dire dove esattamente inizia il merito dei giocatori Lakers per questa rimonta e dove invece parte il demerito dei Twolves, so soltanto che questa flebile speranza ha prolungato l’agonia
Melo Ballin’
Carmelo Anthony è l’unico giocatore che nella sterilità offensiva del primo tempo riesce a trovare la via del canestro, tant’è che al termine della prima frazione saranno 13 i punti per il prodotto di Syracuse.
Questa sua vivacità offensiva ed il numero di palloni toccati portano Melo ad esaurire precocemente le energie. Lo si può vedere, infatti, visibilmente provato, con le mani sulle ginocchia, dopo il canestro che chiude il primo tempo.
L’intervallo non è sufficiente a ricaricare le batterie del nativo di Brooklyn, che nella seconda frazione riduce sensibilmente il volume delle conclusioni e quelle poche che prende finiscono corte sul primo ferro, solitamente indice di difficoltà fisica.
Non è lecito chiedere di più ad un trentasettenne, che non si chiami LeBron Raymone James, ma anche solo l’idea della rimonta è resa attuabile dai suoi canestri del primo tempo.
One down, thirtheen to go
Non sono riuscito a trovare nessun altro spunto critico positivo e costruttivo in questa sconfitta, se non il fatto che sempre più rapidamente ci avviciniamo al termine di questa sciagurata stagione.
Guardare i Los Angeles Lakers quest’anno va ben oltre il mero atto di fede sportiva, è un supplizio che i seguaci della squadra gialloviola si autoimpongono sull’altare del tifo.
Questa formazione non gioca a basket, a malapena si riconoscono dei set offensivi mentre difensivamente è molto più frequente coprirsi il volto a causa di errori grossolani piuttosto che gioire per una buona azione.
Non bastasse la tortura della partita, vissuta in diretta o in differita, l’esposizione mediatica dei gialloviola fa sì che ogni social network, ogni pagina sportiva sottolinei questo periodo infausto, anche quando non vorresti pensare alle ore di sonno che questa squadra ti ha rubato.
Ancora tredici partite, poi la sofferenza potrà finalmente terminare e ci potremo godere il basket in modo più leggero.
❌ Timberwolves vs Raptors: i Minus
Come capitato ai miei compagni d’analisi nelle partite precedenti, ho l’imbarazzo della scelta di situazioni, eventi, giocatori di cui parlare.
Horror Show, parte 3
Spettacolo indecoroso andato in scena nei primi dodici minuti al Target Center, dove entrambe le squadre giocano un basket che definire “sloppy” è un complimento.
Mi limito a “guardare” in casa nostra, dove i Lakers chiudono con 0/10 da dietro l’arco, 6/21 dal campo, sei palle perse, con il parziale che alla prima sirena vede i Twolves in vantaggio 31 a 17.
Se combiniamo gli ultimi tre incontri disputati, i Lakers, nel primo quarto, hanno tirato 1/33 da tre punti, 17/69 dal campo, per un orrendo 24,6%.
Possiamo fare tutte le analisi che vogliamo, possiamo sottolineare come le tre squadre affrontate siano materiale da post-season, giusto per deprimerci il meno possibile innanzi a questi numeri, ma non è tollerabile in alcun modo, per nessuna formazione, giocare primi quarti di questo tipo per tre partite consecutive.
Tutto questo fa ancora più riflettere se pensiamo alle parole di Vogel in conferenza stampa, dove ha affermato come nella sessione video abbia sottolineato l’importanza delle fasi iniziali della contesa.
Down goes THT
Ennesimo problema fisico per Talen Horton-Tucker, che durante uno scivolamento difensivo ha riacutizzato il problema alla caviglia che lo perseguita da alcune settimane.
Doveva essere la stagione della consacrazione dopo il rinnovo del contratto, ma non è stato così a causa dell’infortunio alla mano subìto poco prima dell’inizio del campionato, del caos tecnico in cui si è ritrovato il nativo di Chicago, con le richieste del coaching staff che non hanno incontrato la sua parabola di sviluppo.
Inoltre le voci di trade hanno solo acuito il senso di confusione, che si è espressa in campo con la perdita di fiducia nei propri mezzi, tant’è che ad un certo punto della stagione il prodotto di Iowa State non era più in grado di segnare nemmeno un lay-up.
Talen deve essere bravo a voltare pagina e fare tesoro degli imprevisti per tornare a crescere.
Giornata storta
Come già sottolineato da Luca nell’analisi della partita contro Toronto, Vogel sta spremendo il più possibile LeBron ( “solo” 37 minuti nella notte, a causa dei quattro di garbage e per i problemi di falli del nativo di Akron) nel tentativo, fino ad ora vano, di invertire questo trend di sconfitte e brutte prestazioni.
Il Re ha chiuso la partita con 19 punti, interrompendo una striscia di trentadue incontri consecutivi con almeno 20 punti a tabellino. L’ultima volta era successo proprio con gli stessi Twolves a metà Dicembre.
James è apparso visibilmente stanco ed inoltre è stato ben marcato da Vanderbilt, che ha sfruttato la condizione precaria del numero 6 in maglia gialloviola per limitare la sua pericolosità in area.
La difficoltà fisica ha sicuramente influito anche sulla brutta prestazione da dietro l’arco ( 1/8), con scelte di tiro spesso forzate o in condizioni di precario equilibrio.
La prova della stanchezza di LeBron l’abbiamo avuta nel terzo periodo, quando pur di far chiamare un timeout, al posto di portare la palla oltre la metà campo, l’ha lanciata in direzione di Augustin, rischiando la palla persa, in un momento di chiaro deficit d’ossigeno.
Questo Minus non è ad personam, non sto dando la colpa della sconfitta a James, volevo solo sottolineare ancora una volta, se ve ne fosse bisogno, che per quanto super anche lui è umano.
📅 Next Game
I Los Angeles Lakers tornano in campo nella notte – alle 00:30 italiane – tra Venerdì 18 e Sabato 19 Marzo per affrontare i Toronto Raptors alla Scotiabank Arena.
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Lakers Legends:
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Mamba Moments:
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- La leggendaria storia degli 81 punti di Kobe Bryant by Giuseppe Critelli
Universitario e calciatore cresciuto nelle nebbie ferraresi. Appassionato di qualsiasi sport che non necessiti un motore. Tifoso Lakers da quando a sette anni mi regalarono la canotta di Kobe.