In copertina: Austin Reaves (Instagram)

Una delle peggiori – se non la peggiore – stagioni della storia dei Los Angeles Lakers si è chiusa con la mancata qualificazione ai playoff e il licenziamento di coach Frank Vogel.

Una delle poche note liete dell’anno è stata l’inattesa apparizione di Austin Reaves. Il nativo dell’Arkansas è riuscito ad emergere nella confusione angelena, arrivando persino a conquistare un paio di voti per gli All-Rookie Team stagionali.

🎸 Hillbilly Kobe

Reaves, terminato undrafted, è arrivato a Los Angeles come two-way player. Durante i tornei estivi di Sacramento e Las Vegas, si è messo in luce non per le cifre roboanti messe a referto, ma per l’elevata intelligenza cestitica e la determinazione con cui è sceso in campo. Contro i Suns, ad esempio, ha realizzato il game-winner dopo aver catturato un rimbalzo offensivo.

Le buone prestazioni hanno convinto il front office dei Lakers ad offrirgli un biennale non garantino prima dell’inizio della stagione, inserendo Austin a pieno titolo tra i membri del roster a disposizione di Vogel. Fin dalle prime partite Hillbilly Kobe ha confermato di meritare la promozione, ricevendo elogi anche da LeBron James ed Anthony Davis oltre ad essere inserito più volte nei Plus & Minus di LakeShow.

A Dicembre, Reaves ha smesso di essere un feticcio della Lakers Nation, conquistando la notorietà con le cinque triple – inclusa quella della vittoria in overtime – in casa dei Mavericks.

Senza sorprese, a Gennaio i Lakers hanno garantito il contratto di Austin. Mentre la stagione angelena è andata a rotoli, Hillbilly Kobe ha dimostrato di poter entrare in pianta stabile nelle rotazioni di una squadra NBA.

Ciliegina sulla torna, la clamorosa career-night – 31 punti, 16 rimbalzi, 10 assist e i canestri della vittoria – nell’ultima gara stagionale contro i Nuggets.

🌴 L’estate di Austin Reaves

Il prodotto dell’Università dell’Oklahoma non ha intenzione di riposare sugli allori e intende lavorare duramente durante l’offseason. Intervistato da Trevor Lane e Matt Peralta di Laker Nation, Reaves ha parlato dei suoi propositi estivi:

«Voglio sfruttare ogni occasione per allenarmi e giocare come so. Mi sono già allenato un po’, cercando di capire quale sarà il mio ruolo. Posso sempre provare a costruirmelo e a migliorarlo.»

«Sapevo che, ovviamente, non sarei stato l’uomo chiave. Ma bisogna sempre lavorare e fare ciò che occorre alla squadra: essere aggressivi, difendere, eccellere nelle piccole cose e conoscere il gioco è importantissimo. Se conosci la pallacanestro e capisci come giocare con ragazzi come LeBron, AD e Russ, allora tutto diventa più facile: loro sono degli esperti di alto livello, basta adattarsi e giocherai bene anche tu.»

Austin poi ha analizzato gli aspetti del suo gioco che intende migliorare:

«Per prima cosa lavorerò in palestra il più possibile: rafforzarmi fisicamente è la priorità. Poi, dovrò lavorare su tutto il resto, specialmente sulle triple in catch-and-shoot e dall’angolo. Ho intenzione di lavorare ogni giorno su qualcosa.»

Una maggiore prestanza fisica aiuterebbe Austin soprattutto nella propria metà campo, mentre una maggiore pericolosità dalla lunga distanza in attacco aumenterebbe le spaziature intorno a James e Davis. Il numero 15 poi ha rivelato di non essere l’unico giovane californiano a trascorrere queste settimane nella palestra ad El Segundo:

«Ho già incotrato molti dei ragazzi in palestra: Stanley, Malik, Talen, Wenyen e Mason. Mi sono allenato anche io con alcuni di loro. Molti workout sono individuali, ma spesso ci troviamo insieme. Finora è stato un ottimo inizio di estate.»

🏀 Il nuovo allenatore

Al momento dell’intervista, Darvin Ham non era stato ancora ufficializzato come nuovo allenatore dei Los Angeles Lakers. Per cui Austin Reaves si è limitato a descrivere le caratteristiche che deve possedere il suo coach ideale:

«Voglia di lavorare duramente ogni singolo giorno, come fanno tutti i giocatori, è tutto ciò che si può chiedere ad un coach.»

«Una figura che riesca a fidarsi dei suoi ragazzi ed incoraggiarli, senza metterli rapidamente da parte. Ma c’è una linea sottile da rispettare, io non sono un allenatore quindi non saprei come unire al meglio tutte queste cose. C’è il bisogno di qualcuno che sappia gestire le situazioni e migliorarle.»

L’ex Sooners poi riflette sulla necessità di avere un trascorso sul campo come giocatore:

«Onestamente, non ci ho mai pensato. Credo che gli ex giocatori abbiano un feeling diverso da chi non ha mai giocato, sanno cosa significa. Non vuol dire che solo chi ha giocato può avere successo, penso solo che dipenda molto dalle persone con cui lavori e da come le gestisci.»

«Conoscere il proprio ruolo all’interno della squadra e quello degli altri, essendo consapevoli di ciò che è meglio per l’uno o per l’altro membro, è importante.»

Infine, Reaves non esclude una sua partecipazione alla Summer League:

«Al momento nulla è ancora deciso, questa è la risposta più onesta che posso darti in questo momento.»

«Sento di aver sempre qualcosa da dimostrare. Gioco sempre allo stesso modo, anche se la scorsa Summer League è stata divertente e mi ha fatto capire la prospettiva della fisicità e del ritmo in NBA. Mi ha aiutato molto.»

«Se tornerò a giocare in NBA quest’anno, lo farò come ho sempre fatto, cercando di fare le cose giuste.»

La speranza dei tifosi gialloviola è che Austin possa, mutatis mutandis, seguire lo stesso percorso di crescita intrapreso da Alex Caruso.



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Vent’anni, torinese, appassionato di sport dalla nascita e di pallacanestro NBA da qualche anno dopo. Nel tempo libero studio Economia Aziendale.

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