In copertina: Darvin Ham e Kendrick Nunn (Adam Pantozzi, NBAE via Getty Images)
Esordio casalingo amaro per i Los Angeles Lakers. Gli LA Clippers espugnano la crypto.com Arena vincendo con il punteggio di 103-97. Coach Tyronn Lue resta imbattuto nei derby e allunga la striscia positiva a 8, mentre sono 33 le vittorie della franchigia di Ballmer nelle ultime 40 stracittadine. Uno score decisamente imbarazzante per i gialloviola.
Proverò ad analizzare la partita in modo lievemente diverso dal solito formato Plus & Minus di LakeShow Italia, senza seguire lo schema consolidato in modo da evitare di doversi ripetere troppo durante la stagione.
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🎯 It’s all about making shots
Inutile girarci intorno, i ragazzi di coach Darvin Ham hanno giocato un’ottima gara e il motivo principale per cui non è arrivato il successo è la disastrosa prestazione al tiro da tre punti. Nella NBA del 2022 è impensabile vincere con 9/45 dall’arco e tale dato vanifica la buona prestazione difensiva e le sole 9 palle perse.
La qualità dei tiri
Per valutare correttamente la prestazione dei losangelini, a mio avviso, è bene analizzare la qualità delle conclusioni e il contesto. L’elevato numero di tiri presi deriva dalle scelte dei due coach: Lue ha chiesto ai suoi di intasare l’area e passare dietro i blocchi, mentre la filosofia di Ham è quella di chiedere ai suoi di prendere il tiro quando sono liberi.
Entrando nel merito i gialloviola hanno registrato 6/25 (24%) nelle conclusioni wide open, dato che mostra come a mancare sia stata soprattutto la mira. Per contestualizzare, nella passata stagione la non esaltante squadra di Frank Vogel convertiva con il 37.4% i 17.6 tiri wide open tentati a partita.
Buoni anche i dati per la frequenza di corner three (11) e per la quantità di soluzioni in catch & shoot (31) contro i pull up (14).
Questo mostra come il game plan e il sistema abbiano senso, purtroppo restano le carenze strutturali e l’assenza di tiratori nel roster assemblato da Rob Pelinka. L’unica soluzione è proseguire sulla propria strada e sperare la pratica e la conoscenza reciproca portino un miglioramento del risultato.
🛡️ La difesa dei Lakers
La prestazione difensiva è il motivo per cui gli angeleni sono rimasti in partita nonostante la pessima prova balistica e a mio avviso ci sono spunti interessanti da analizzare.
Nel confronto con i Clippers sono emersi i principi di Darvin Ham: difesa aggressiva sull’uomo e sulle linee di passaggio, drop coverage dei lunghi nel pick-and-roll, volontà di sacrificarsi e sprintare nelle rotazioni sui close out.
Cosa ha funzionato
Dopo il primo quarto in cui hanno concesso 35 punti, i Lakers hanno disputato una prova di alto livello. L’aggressività della difesa ha generato ben 18 stocks e causato 22 palloni persi dai velieri, dati che hanno permesso ai gialloviola di avere 14 tiri in più a disposizione rispetto agli avversari nonostante l’aver perso la battaglia a rimbalzo.
Lo spirito di Patrick Beverley e il talento di Anthony Davis hanno guidato i losangelini ed è da segnalare quella che forse è la miglior partita difensiva della carriera in California di Russell Westbrook, autore di ben 5 rubate tra cui alcune nei minuti finali contro Kawhi Leonard (poi vanificate in attacco, ma questa, è un’altra storia).
Un momento interessante della gara è stato a cavallo degli ultimi due periodi, quando i Lakers hanno rimontato uno svantaggio di 12 punti grazie al quintetto con LeBron James da centro. Tale strutturazione nella passata stagione ha avuto molti problemi, ma la presenza di Beverley, Reaves e JTA in tale lineup ha dato notevoli frutti e reso LBJ attivo e concentrato.
Un aspetto interessante è la selezione di tiro a cui sono stati forzati i Clippers. I soli 16 tiri al ferro sono un numero basso dovuto anche alle caratteristiche della squadra di Lue, ma bisogna sottolineare i meriti Lakers nel non concedere tiri dall’arco facili. Solo 8 le triple wide open prese da Paul George e compagni (erano 14 in media nel 2021/22) e solo il 3% delle conclusioni è arrivato da corner three (contro l’8.7% dello scorso anno).
Queste scelte hanno portato un alto numero di conclusioni dal mid-range, frutto da un lato dell’attitudine dei Clippers, dall’altro della già citata volontà di giocare “drop”: il 10/17 nei long two di Leonard e soci è quello che ha fatto la differenza. Non sempre in stagione ci saranno avversari così talentuosi nel fondamentale.
Cosa non ha funzionato
Tornando al già citato mid-range, oltre alla bravura altrui va però fatto notare come in tale situazione si paga l’assenza di ali con stazza in grado di difendere sulle scoring wing. È una lacuna di cui più volte si è discusso e più volte si discuterà.
La mancanza di stazza nel reparto ali ha anche contribuito ai 10 rimbalzi offensivi dei velieri. La volontà di essere aggressivi e giocare “drop” porta inevitabilmente la squadra a dover ruotare e in alcuni casi sono proprio mancati i centimetri per tenere Ivica Zubac lontano dal ferro.
Ultimo aspetto da rivedere è il rientro sui contropiedi avversari. I Clippers hanno vinto il confronto per 16-15 nonostante siano andati meno in transizione (15.4% dei possessi contro il 22.3% gialloviola). Da un lato la struttura 4-1 non rende agevole il rientro dagli angoli, dall’altro c’è bisogno di più voglia e una miglior comunicazione nel rilocarsi in difesa.
⭐ Le prestazioni individuali
Ottima prestazione per Lonnie Walker IV, candidato principale ad essere il Malik Monk di questa stagione e farci innamorare con il suo talento. Mentre per contrasto risalta la pessima serata offensiva di Westbrook con il suo 0/11 dal campo. Ma sono altri due giocatori su cui vorrei porre l’attenzione.
Anthony Davis
Per almeno 30 minuti Anthony Davis è stato di gran lunga il miglior giocatore sul parquet, fino al momento in cui la caduta dopo il close out su Leonard lo ha costretto ad uscire dal campo.
The Brow è stato dominante su due metà campo. Ha attaccato il ferro (6/8 nella restricted area) e colpito da tre (2/4), mentre in difesa ha chiuso l’area ed aiutato i compagni.
Il finale di partita è stato più difficoltoso dopo la botta subita, ma ha comunque stretto i denti per aiutare i compagni. Se Davis è questo, saranno in molti a fine stagione a dover rivedere alcune valutazioni, come ad esempio il 20esimo posto nella classifica di ESPN dei migliori giocatori NBA.
Kendrick Nunn
Dopo l’ottima presaeason le mie aspettative sulla guardia ex Heat erano piuttosto alte, ma per ora è forse la principale delusione dell’anno. La prova contro i Clippers è stata pessima in entrambe le metà campo e ha perso in modo imbarazzante lo scontro tra point guard di riserva con John Wall.
In attacco non la mette letteralmente mai, 0/7 dal campo a cui somma una persa. In difesa non tiene una penetrazione ed è lento nei close out. Negli 11 minuti con Nunn in campo, il Defensive Rating dei Lakers è 143.6 per un Net Rating di -81.
L’augurio è che possa riprendersi al più presto.
Next Game
I Los Angeles Lakers tornano in campo – alle 21:30 italiane – Domenica 23 Ottobre per affrontare i Portland Trail Blazers alla crypto.com Arena.
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Torinese, consumatore seriale di eventi sportivi. Grazie a Magic Johnson nasce la passione per la pallacanestro, i Lakers e la costa Ovest degli Stati Uniti. Esperienza NBA trentennale dal divano di casa. Phil Jackson è la guida spirituale di riferimento.