In copertina: Russell Westbrook and LeBron James (Marcio Jose Sanchez, AP Photo)
Si ferma a due la striscia di vittorie consecutive dei Los Angeles Lakers, che cedono il passo alla crypto.com Arena agli Utah Jazz, vera e propria sorpresa di quest’inizio di stagione
Leggi anche:
- Westbrook non basta, Lakers annichiliti dai Jazz by Giovanni Rossi
- LeBron James: «Adoro Kyrie Irving, ma ha sbagliato» by Federico Platoni
Indice dei Contenuti
✅ Lakers vs Jazz: i Plus
Vi è poco da salvare in questa sconfitta, se non la prova del prossimo vincitore dell’NBA Sixth Man of the Year Award, bold prediction che mi perseguiterà per tutto l’anno.
6️⃣ Sixth Russ, AGAIN
Rubando il titolo che fu di Nello nei Plus&Minus post vittoria contro Denver, Russell Westbrook sembra sempre più aver abbracciato il ruolo che coach Ham gli ha cucito addosso.
Nella notte di Sabato è l’ultimo ad arrendersi agli avversari nel quarto periodo ed il suo ingresso sul parquet è quasi sempre positivo, tranne lo stint all’inizio dell’ultima frazione. Nella circostanza, la lineup composta da lui, Beverley, Toscano-Anderson, Brown e Gabriel si è rivelata una scelta alquanto cervellotica dell’allenatore, forse alla ricerca di alcuni buoni possessi difensivi a discapito della produzione offensiva, visto il divario di soli cinque punti.
Ciò che mi preme sottolineare maggiormente, oltre all’ottima serata al tiro da dietro all’arco, è la selezione delle conclusioni unità ad una ritrovata sicurezza nei propri mezzi.
Il campione di partite da cui attingere dati è ancora molto piccolo per non dire inesistente, ma in questo breve stint in uscita dalla panchina Russ ha quasi completamente abbandonato i tiri dal mid-range per suddividere le sue conclusioni tra il pitturato e la linea dei tre punti.

Il suo body language è completamente differente da quello mostrato nelle prime partite, è propositivo e sono anche riapparse, come per magia, le esultanze guasconi di cui, personalmente, non sentivo la mancanza.
Inaspettatamente rispetto a ciò che si credeva durante l’estate ed in pre-season, la riuscita della stagione gialloviola passa anche dalle sue performance sul campo e non solo dalla sua “utilità” come pedina di scambio.
❌ Lakers vs Jazz: i Minus
Come sempre accade nelle sconfitte, è più interessante evidenziare ciò che non ha funzionato.
⬇️ I rimbalzi, la vita.
Nei Plus&Minus della partita contro New Orleans e anche nel podcast, i miei compagni d’avventura avevano sottolineato come sembrava essersi instaurato una sorta di trend, che vedeva i Lakers, nonostante le mancanze strutturali del roster, riuscire a prevalere nella battaglia a rimbalzo, in particolare sotto al proprio canestro, tramite l’effort di squadra e l’attività di Davis.
Nella notte Utah ha però sfruttato in maniera chirurgica la maggiore stazza della propria lineup – in quanto in campo vi erano sempre almeno due tra Markkanen, Olynyk, Kessler e Vanderbilt – e la passività della squadra padrona di casa per raccogliere ben quindici rimbalzi offensivi, che hanno affossato la già deficitaria fase difensiva dei padroni di casa.
🥴 Solo un passo falso?
La difesa è stata semplicemente disastrosa, un netto passo indietro rispetto alle ultime due prove ed in generale un’anomalia rispetto all’inizio della stagione.
Cercherò di analizzare un po’ di clip dove si possono notare le mancanze di una serata “storta”.
Le prime sono due azioni offensive avvenute consecutivamente, quindi vi è anche l’aggravante della reiterazione del reato.
Nelle prossime clip gli errori sono di comunicazione e, come si potrà notare, hanno come coprotagonista sempre Lonnie Walker IV, autore di una prova difensiva deficitaria, in netto contrasto con le ultime uscite.
⁉️ Washed King??
Il titolo del paragrafo è volutamente provocatorio, perché per quanto non avessi e non abbia alte aspettative sulla stagione del nativo di Akron, per intenderci non mi aspetto un’ennesima annata da All-NBA, questo non può essere il livello che vedremo da qui al termine della regular season.
Mettiamo subito in chiaro che il virus che l’ha debilitato nei giorni scorsi è si una scusante delle performance deficitarie ma non potrà esserlo per sempre, poiché l’inizio di stagione di LeBron James è stato parecchio a rallentatore.
In particolare nella partita di sabato notte contro Utah, il quattro volte MVP è sembrato essere senza energie, in difficoltà nel arrivare al ferro, con quasi la totalità dei suoi tiri corti.
Inoltre ha praticamente omesso ogni attività difensiva ed a rimbalzo, credo nella personale idea di essere utile offensivamente, dove in realtà ha più spesso rallentato il ritmo e reso il nostro attacco oltremodo prevedibile e farraginoso.
Trarre conclusioni sullo status e sull’apporto che il numero 6 può fornire alla stagione dei Lakers, dopo nemmeno dieci partite, è, senza troppi giri i parole, assurdo.
D’altra parte tutti conosciamo bene il modus operandi del Re, pronto a rivoltare squadre e compagni pur di dimostrare che la mal riuscita dell’annata non sia dovuta a sue mancanze.
In questo momento particolare noi tifosi non possiamo fare altro che incrociare le dita ed avere ancora più pazienza, aspettare che James ritrovi una condizione accettabile e che nel frattempo non vada incontro ad infortuni, perché che lo si voglia vedere oppure no, la stagione dei Lakers è legata a doppio filo con quella del futuro recordman di punti della storia NBA.
📅 Next Game
I Los Angeles Lakers tornano in campo – alle 21:30 italiane – Domenica 6 Novembre per affrontare i Cleveland Cavaliers alla crypto.com Arena.
Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports™ (SS), Cleaning The Glass (CTG), NBA Advanced Stats (NBA) e Basketball Reference (BR). Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.
Ascolta Lakers Speaker’s Corner, il podcast italiano dedicato ai gialloviola, su:
Universitario e calciatore cresciuto nelle nebbie ferraresi. Appassionato di qualsiasi sport che non necessiti un motore. Tifoso Lakers da quando a sette anni mi regalarono la canotta di Kobe.