In copertina: LeBron James e Russell Westbrook nel corso della gara tra Los Angeles Lakers e Boston Celtics al TD Garden (Maddie Meyer, Getty Images)

Nonostante la buona gara, i Los Angeles Lakers escono sconfitti dal TD Garden, superati dai Boston Celtics per 125 a 121 dopo un tempo supplementare.

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La grande prova di LeBron e del backcourt titolare, che vende cara la pelle in difesa innanzi alle stelle di Boston, non è sufficiente per uscire vincenti dalla tana degli storici rivali.

🔝 Manca sempre meno

Il tabellino recita 41 punti segnati con il 50% del campo, una tripla doppia sfiorata ed un senso di onnipotenza cestistica e fisica che si manifesta appieno quando decide di arrivare al ferro che non ha e, probabilmente, non avrà eguali nella storia del gioco, sia per l’età del nativo di Akron che per la longevità della sua carriera.

Che la serata sia di quelle magiche lo si comprende sin dal primo quarto dove LeBron James è aggressivo sia nell’attaccare il pitturato che deciso nel prendersi conclusioni da dietro l’arco.

Per tutto l’incontro ha letto con precisione i raddoppi che la difesa Celtics gli ha portato, sovrastando qualsiasi difensore con cui coach Mazzulla ha provato a limitarlo, Williams, Tatum o Brogdon che sia.

La tripla dell’illusione gialloviola. LeBron isolato contro Brogdon in punta viene raddoppiato da Tatum. Troppo semplice per James leggere la scelta difensiva e aprire per Beverley, libero di tirare nonostante il pronto recupero di Horford.
Altro isolamento di James contro Brogdon. LeBron si porta il diretto marcatore nel pitturato e nel momento in cui Williams decide di raddoppiare decide di riaprire per Beverley che dall’angolo non perdona.

Nota a margine: LeBron avrebbe molto probabilmente anche vinto questo incontro se l’arbitro non fosse stato colto da cecità improvvisa e temporanea, non fischiando il chiaro fallo di Jayson Tatum, che colpisce solamente il braccio del Re nel tentativo di layup allo scadere (uso il condizionale perché poi i liberi si devono anche segnare).

Scelgo di non commentare, because if i speak i’m in trouble, big trouble.

Mancano solamente 141 punti, mi auguro che le soddisfazioni personali del numero 6 possano andare di pari passo con quelle di squadra.

👁 PatBev POV

Non sono e mai sarò un fan di Patrick Beverley, sicuramente per un mio limite nel dividere il personaggio e le sue trovate dal giocatore NBA, forse perché spesso queste due anime convivono e si presentano sul parquet contemporaneamente.

Ammetto però che l’immagine di Bev che mostra con una telecamera il video del mancato fischio all’arbitro mi ha fatto ridere, potrebbe essere questa la sua trollata suprema.

Tornando al campo, il giocatore che stiamo vedendo nelle ultime giornate è quello che speravano di aver firmato i Lakers. Un veterano di cui conosci punti forti e deboli, che rispetto all’inizio di stagione ha ritrovato il tiro dalla lunga distanza, arma offensiva che gli permette di non essere completamente ignorato dalle difese avversarie.

Sin dal primo possesso la difesa dei C’s ha cercato di portare o mostrare dei raddoppi a LeBron. La capacità di punire queste scelte è fondamentale per il gioco di James e dei Lakers stessi.

Nella notte in particolare ho apprezzato come abbia difeso su Tatum, sopperendo alla differenza fisica tramite la ricerca dell’anticipo e della posizione rispetto alla stella dei Celtics, forte anche della nuova strutturazione dei Lakers, che con l’innesto di Hachimura, possono giocare per più tempo con due ali di ruolo ed un lungo in campo pronti a recuperare su un eventuale vantaggio preso dall’attaccante.

La sua esuberanza potrebbe essere fondamentale nell’ultima parte di stagione, dove la tonnara che è la parte Ovest della Lega regalerà sorprese sino alla fine.

🇩🇪 Dennis the Menace

Riporto in auge un nomignolo tanto caro a LeBron per sottolineare l’ennesima buona prestazione del tedesco, firmato quasi per caso ad inizio stagione e oramai sempre più importante negli equilibri gialloviola.

Ciò che spicca nell’ultimo periodo sono la sua ritrovata capacità di attaccare il ferro ed in particolare la sua abnegazione in fase difensiva, con la sua pressione a tutto campo che ha dato problemi a molte guardie della Lega.

Ritengo che la coppia formata da lui e Beverley non abbia ancora raggiunto la massima efficienza e che ciò possa accadere nelle prossime settimane, con il miglioramento della forma fisica di Davis. La presenza sotto il ferro del nativo di Chicago potrà permettere ai due piccoli diavoli di andare con più insistenza alla ricerca del pallone.

❌ Celtics vs Lakers: i Minus

Come spesso è successo nell’ultimo periodo Westbrook finisce dietro la lavagna, ma questa volta non è solo.

🐣 Fine dell’effetto sorpresa.

Se la stampa generalista ed i tifosi spingono per vedere Russell Westbrook vincere il premio di miglior sesto uomo dell’anno, con il prodotto di UCLA supportato anche da cifre non del tutto banali, la prova visiva ci fornisce un’altra sensazione.

Nella notte Brodie è stato ampiamente il peggior giocatore dei Lakers. Se da un lato ritengo innegabile il suo impegno, dall’altro è ormai palese come le sue caratteristiche non siano per nulla affini a quelle di Davis e James.

Russ ogni partita mostra come sia in ovvia difficoltà nel giocare costantemente a ritmo controllato e contro le difese schierate, forzando scelte che si tramutano in palle perse a dir poco grottesche.

Passaggio forzato dopo il pick-and-roll verso Davis ed ampiamente previsto dalla difesa di Boston.
Passaggio lob sbagliato di almeno un paio di metri.

Altro sintomo di un momento di stagione non propriamente brillante è la ricerca, con costanza, del jumper dal gomito sinistro. Il tiro, in assoluto, che qualsiasi difesa NBA è più che disposta a concedere alla squadra gialloviola.

Russ decide di tirare con 18″ sul cronometro ed essenzialmente nessun movimento dei compagni, nonostante il mismatch con Kornet.

Non è un caso se Darvin Ham ha preferito tenerlo in panchina per tutto il quarto periodo, ruotando attorno a Schröder, Beverley e James un lungo ed un ala, per mantenere taglia fisica ed opporsi alla stazza dei giocatori di casa.

Il suo ritorno in campo nel supplementare è da annoverarsi tra le mosse della disperazione, con il coach alla ricerca di un briciolo di energia dopo la doccia fredda patita al termine del tempo regolamentare.

In un mondo ideale, con il rientro di Lonnie Walker IV avvenuto nella notte, quello prossimo di Austin Reaves e con Max Christie che scalpita per minuti, i Lakers dovrebbero salutare Westbrook, per semplificare anche le rotazioni e le gerarchie.

Detto fra noi, ritengo che ciò non accadrà e molto probabilmente ci ritroveremo a commentare altre prestazioni deludenti dell’ex MVP.

😕 Serve di più Troy

Purtroppo la partita di Trony Brown Jr. è stata offensivamente incolore visto che è completamente mancata la mira dalla lunga distanza (0/5), unica arma che l’ex giocatore di Chicago ha a disposizione nel suo arsenale.

Se nel quarto periodo è stata interessante la sua staffetta con Hachimura, è altrettanto evidente come nel prosieguo della stagione sarà fondamentale il suo apporto, cosi da affiancare a LeBron sempre almeno un’altra ala di ruolo e far scomparire finalmente i quintetti small che fino ad ora abbiamo purtroppo ammirato con troppa frequenza.

Certamente la sua presenza sul parquet passa anche dal sua efficienza offensiva, perché purtroppo è da inizio stagione che per un motivo o per un altro permettiamo alle difese avversarie di battezzare almeno un attaccante, sia esso non efficiente o in un momento di slump al tiro.

👂 Tiratina d’orecchie

Alcune rapide rimostranze su alcune scelte di coach Darvin Ham, che ha commesso, a mio parere, qualche piccola sbavatura.

In primis ha spremuto troppo Anthony Davis, rimasto sul parquet 34 minuti ed apparso in difficoltà verso la fine del quarto periodo. Per evitare quest’evenienza sarebbe bastato ampliare la rotazione a 10 elementi, coinvolgendo Wenyen Gabriel per 6/7 minuti. Ritengo che questo split aggiuntivo non avrebbe alterato in maniera netta gli equilibri in campo e avrebbe permesso al nativo di Chicago di essere più fresco per i minuti finali.

Sin dal primo quarto è apparsa evidente la scelta di Joe Mazzulla di mettere Malcolm Brogdon in marcatura sul lungo, prima su Bryant e poi su Davis, permettendo ad Al Horford di avere quasi un ruolo di safety, sfruttando il tempismo del domenicano di arrivare in aiuto dal lato debole e riducendo la possibilità di sfruttare i mismatch in seguito ad un pick-and-Roll.

Non essere riusciti a sfruttare con continuità e produttività questo tipo vantaggio nel pitturato è un vero peccato.

Last but non least, Darvin desidererei vedere con sempre minor frequenza i quintetti con tre guardie sul parquet, grazie.

📅 Next Game

I Los Angeles Lakers tornano in campo nella notte (1:30 🇮🇹) tra Lunedì 30 e Martedì 31 Gennaio per affrontare i Brooklyn Nets al Barclays Center.

Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports, Cleaning The Glass, NBA Advanced Stats e Basketball Reference. Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.


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Universitario e calciatore cresciuto nelle nebbie ferraresi. Appassionato di qualsiasi sport che non necessiti un motore. Tifoso Lakers da quando a sette anni mi regalarono la canotta di Kobe.

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