In copertina: LeBron James e Dennis Schröder nel corso di Gara 6 tra Lakers e Warriors alla crypto.com Arena di Los Angeles. (Wally Skalij, Los Angeles Times e Keith Birmingham, Pasadena Star-News via Getty Images)
Western Conference Finals! Dopo stagioni difficili, infortuni, trade folli e tanti bocconi amari da ingoiare possiamo gioire con orgoglio per una vittoria dei Los Angeles Lakers, arrivata dopo una lotta dura ed affascinante contro una delle squadre più forti del decennio e campione in carica: abbiamo mandato a casa i Golden State Warriors.
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✅ Lakers vs Warriors: i Plus
LeBron James merita di essere menzionato e la sua partita va sottolineata. Tuttavia, allo stesso tempo va fatto presente come ogni singolo giocatore dei Lakers nell’ultimo match abbia contribuito ad una vittoria ed un traguardo che solo due mesi fa sembrava impossibile.
🫅🏿 Hail to the King!
Avevate paura di uscire dopo la sconfitta di Gara 5? Io un poco si.
Nelle 48 ore successive a quella partita tutti ci siamo chiesti, spaventati, quale fosse la situazione fisica delle nostre stelle. Di contro, penso che ogni tifoso Lakers del «globo terraqueo» (cit.) avesse anche una certezza. Questa gara la si sarebbe vinta solo se si fosse verificata una specifica condizione: LeBron James avrebbe dovuto spendere il famigerato gettone.
Il Prescelto è sceso in campo conscio della necessità dei suoi compagni di essere guidati per l’ultimo sforzo verso le WCF ed ha ingranato le marce alte sin dalla palla a due. Sono significativi i primi due possessi: un alley-oop alzato da Davis e questo layup contro Andrew Wiggins.
Dal post James solo ha ridicolizzato Wiggo in svariate occasioni, ma ha praticamente deciso il ritmo della partita permettendosi di generare attacco a basso costo stazionando tanto in post, tanto al gomito quanto in posizione più profonda.
In Gara 6 LeBron ha generato 1.53 PPP in situazioni di post up contro gli 0.953 stagionali. La decisione degli Warriors di avvicinarsi ma di non “blitzare” ha dato la possibilità al numero 6 dei Lakers di leggere e manipolare la partita a suo piacimento, fino a costringerli a difendere a zona.
Ad esempio, questa lettura è spaziale: capisce l’intenzione di Wiggins e Draymond Green di adeguare la zona per aiutare e nel momento esatto in cui i due arrivano in posizione ribalta per D’Angelo Russell, che una tripla così aperta tende a metterla. +16 Lakers.
La modulazione del pace messa in mostra da LBJ ieri notte è stata sensazionale. A statici possessi a metà campo – vedi clip precedente – ha alternato momenti in cui ha spinto, selezionando scientemente le situazioni dove sapeva di poter arrivare ad un tiro ad altissima percentuale e rallentando negli altri casi.
La rivalità con Steph, Klay e Draymond unita allo scetticismo di tanti appassionati e analisti sono solo due dei tanti temi che hanno motivato LeBron James a regalarci una prestazione incredibile per efficienza offensiva e presenza difensiva per il closing game che da spinta ad un sogno, quello di «shock the world» come LBJ ed AD hanno detto a fine gara.
💪 Team Effort
LeBron è stato sicuramente il migliore in campo ma è difficile non valutare l’enorme lavoro fatto da tutto il team, che ha eseguito le direttive del maestro d’orchestra da Akron come un corpo unico sapendo però quando mettere il proprio talento in mostra e prendendosi un certo tipo di responsabilità. Sarebbe da elencarli tutti ma ovviamente Davis, Reaves e Russell sono quelli che vengono fuori più di tutti.
Anthony Davis sapeva di essere il giocatore che avrebbe determinato le fortune dei Lakers contro gli Warriors, in particolare nella metà campo difensiva.
The Brow sapeva benissimo di dover cercare di dare ai difensori perimetrali gialloviola quel margine in alto sul blocco per evitare un bombardamento, ma anche di dover essere pronto ad incontrare al ferro i Dubs che sarebbero riusciti a superare la prima linea.
Davis sta giocando dei playoff che definirei leggendari dal punto di vista difensivo: contesta 14.6 tiri a partita, gli avversari stanno tirando contro di lui al ferro con il 54% ed in generale con il 39% e sta mettendo nel boxscore quasi 5 stocks a partita. Fenomenale.
C’è stato un “two man game” che ci ha fatto saltare dalla sedia che coinvolge AD ed il secondo protagonista di questa sezione: Austin Reaves.
L’airball di Klay Thompson da l’opportunità a Donte Di Vincenzo di colpire i Lakers con il classico swing di fine secondo quarto che poteva portare i Warriors a -5 e potenzialmente spostare l’inerzia, invece no.
Davis oscura la visuale all’ex Villanova, lo stoppa e la palla finisce nelle mani di Reaves. Molti si sarebbero accontentati in questo caso di tenere il pallone o di lanciare uno di quei finti tentativi da tre che partono post sirena per non sporcare le stats.
Austin recupera il pallone, legge il cronometro, fa due palleggi, si coordina ed assesta un colpo a Golden State che ha un peso specifico enorme, Lakers +10 all’intervallo.
Ho letto ed ascoltato durante la serie che Reaves era un fluke che aveva giocato solo Gara 1 contro i Grizzlies, che era una “invenzione” del Ghetto Lakers, solito hating compulsivo senza alcuna ragione.
Nei playoff Reaves sta mettendo a referto 15.4 punti con il 40% da 3, inoltre se in stagione era nel 100%ile per shooting fouled percentage (20.7 di SFLD%) è per me incredibile come nella postseason sia ancora nel 69%ile con 10.7 di SFLD%.
Immagino vi starete chiedendo perché considero questo calo del 50% di performance comunque positivo. Espongo la mia tesi: cosa succede ad un fottuto mostro come Jimmy Butler per la stessa stats? In regular season 23.1 di SFLD% che ai playoff scende a 19.1. Il drop per un riconosciuto fenomeno, probabilmente miglior giocatore della postseason – è del 20% circa, usiamo questo come riferimento.
Reaves ha avuto la capacità di traslare quanto di buono si era visto in regular season ai playoff, al netto dell’aumento del livello di difficoltà che sta affrontando per la prima volta.
Percentuale da tre, SFLD% ed affini hanno un abbassamento si ma contenuto e consistente – considerato ritmo, star power etc. – ma con il livello delle partite che stiamo affrontando possiamo ritenerci soddisfatti e convinti che Austin sia un giocatore vero. A prescindere da cosa pensa il resto del mondo.
L’ultimo giocatore a cui fare un elogio è D’Angelo Russell.
Non sono un grande fan di DLo, ma i benefici che sta portando a questa squadra non sono trascurabili. In alcune partite ha avuto difficoltà a gestire il ritmo, il pallone ed a difendere ma i miglioramenti e l’integrazione con il resto del team, con il passare del tempo sono evidenti.
I Warriors in Gara 6 hanno tirato 5/16 dal campo contro l’ex Ohio State e questo è un outlier probabilmente, ma il lavoro off the ball di Russell è sicuramente di altro livello rispetto a quanto si era visto nel suo primo stint ad L.A. ed in generale rispetto a quanto mi aspettassi.
Per esempio nella split action che segue opera alla grande:
In questo Plus ho selezionato tre giocatori, ma Schröder, Hachimura e Walker sarebbero potuti essere qui senza problemi. La speranza è che nel prossimo turno a questi sette giocatori si possa aggiungere almeno un altro elemento positivo tra. Uno tra Vanderbilt, Brown e Beasley deve aiutarci, altrimenti contro i Denver Nuggets sarà durissima.
♟ Checkmate
Mandatemi il form di scuse per Darvin Ham ed inviatene un po’ in giro perché dopo questa serie mi sa che in parecchi, me compreso, debbano fare mea culpa.
Se avete seguito questa serie con attenzione avrete visto come il numero di aggiustamenti e contro aggiustamenti sia stato folle. E non era scontato che un coach rookie non vi si perdesse nel mezzo.
Ham è stato bravissimo a proporre per ogni nuova mossa di Steve Kerr una contromossa nella partita successiva per non subire il gioco degli Warriors.
Senza voler andare troppo nel dettaglio di tutti i differenti casi mi piace l’idea di prenderne uno per esempio: una situazione che avevo descritto nella preview.
Seguendo la timeline della difesa contro Steph si capisce quanto sia stato buono il lavoro dell’ex assistente di Mike Budenholzer e del suo team.
In Gara 1 siamo tutti rimasti piacevolmente colpiti dall’efficacia del coverage di Jarred Vanderbilt su Curry sia on che off the ball. L’ex Timberwolves e Jazz mi aveva principalmente sorpreso per la capacità di inseguire Steph nelle situazioni in cui mollava il pallone e cominciava a correre per il campo.
Se stessimo giocando a scacchi probabilmente diremmo che Darvin mangia un pezzo a Steve.
In Gara 2 Kerr ha deciso di lasciare la palla in mano di Steph e di alzare i blocchi sulla palla. Il risultato è stato quello di mettere Vanderbilt in una posizione dove non solo doveva inseguire, ma anche cercare di contenere i pocket pass, cosa che non gli è riuscita e che lo ha tirato fuori dalla serie.
Kerr risponde togliendo un pezzo dalla scacchiera ad Ham.
In Gara 3 il coach gialloviola sa di dover limitare la situazione mostrata in clip e ricorre alla sua arma principale in difesa: Anthony Davis. L’ex Kentucky finisce su J. Green, Reaves su Steph e Vando su Draymond.
AD annichilisce l’attacco dei Warriors e Curry in particolare, contribuendo enormemente al vantaggio dei Lakers riuscendo sia a prendere alto Steph per qualche secondo, in modo da permettere a Reaves o Schröder di recuperare ma anche di poter cambiare e fare cose incredibili come quella nella clip.
Darvin si prepara ad attaccare la seconda linea della scacchiera di Steve.
Il bounce back annunciato dagli Warriors in Gara 4 non arriva. Kerr prova modificare ancora lo starting five mettendo dentro Gary Payton II ed Ham risponde schierando Davis su Wiggins. Il risultato non cambia e la capacità di AD di fare roaming ed attaccare alto il pick-and-roll di Steph manda in crisi i Warriors.
I Lakers sono sul 3-1 ed hanno praticamente fatto fuori la regina, c’è da prepararsi allo scacco matto.
In Gara 5 il coach dei gialloblu ha tirato fuori il suo ultimo coniglio dal cilindro, Wiggins a gestire il pick-and-roll con Curry a bloccare.
Se volete il dettaglio della situazione potete ri-leggere i Plus & Minus di Gara 5, dove Stuani dettaglia la scelta dell’ex compagno di Michael Jordan.
Steve riesce a rispondere, cosa farà Darvin ora? Riuscirà a fare questo scacco matto?
Di Gara 6 a questo punto sapete già tutto, sapete di LeBron, ma sapete anche che Ham vincerà questa partita con tutte le scelte viste prima: Davis alto sui pick-and-roll, James a fare mismatch hunting e gli alfieri Reaves & Co. a tenere alto il ritmo e portare a casa una serie incredibile.
Checkmate Steve, great job Darvin.
❌ Lakers vs Warriors: i Minus
Non ci sarebbe niente da lamentarsi se non una piccola cosa che mi va di sottolineare.
🤬 Careless
L’espulsione, ingiusta, di Dennis Schröder non mi è andata giù.
Penso sia importante cercare di non cadere in certe provocazioni, la natura di Dennis è nota ed è assolutamente ben accetta. La partita del tedesco, cosi come la sua seconda parte di serie, non lasciano nessun dubbio sullo spessore del giocatore.
Ma a noi serve che l’energia di The Menace sia in campo e non negli spogliatoi.
In poche parole, non è Draymond quello con cui fare a chi è più bravo a provocare e farla franca. È vero che Green ha pagato diverse volte e che può cascarci di tanto in tanto ma è altrettanto vero che sono tanti anni che gioca, e vince, in queste partite “mentali” con avversari ed arbitri.
📅 Next Game
Gara 1 tra Denver Nuggets e Los Angeles Lakers è in programma nella notte (2:30 🇮🇹) tra Martedì 16 e Mercoledì 17 Maggio alla Ball Arena.
Le statistiche citate, se non altrimenti specificato, sono tratte da Synergy Sports, Cleaning The Glass, NBA Advanced Stats e Basketball Reference. Tutte le clip video, salvo diversa indicazione, sono di proprietà della NBA. Sono utilizzate a scopo divulgativo senza intenzione di infrangere copyright. © NBA Media Ventures, LLC.
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Ingegnere, partenopeo disperso tra le Alpi svizzere, world traveler. Ho cominciato con Clyde Drexler per finire ai Lakers. Everything in its right place, no?