Nel corso dell’allenamento del lunedì, LeBron James ha visto per la prima volta il nuovo parquet del Kaseya Center. Quello con la scritta Culture al centro e con il lungo mantra voluto dal presidente Pat Riley dipinto in entrambe le aree.
James e i Los Angeles Lakers saranno i primi avversari a calcare il nuovo parquet dei Miami Heat. Il nuovo campo è parte della campagna di marketing della franchigia della Florida per il 2023/24, intenzionata ad utilizzarlo diverse volte nel corso dell’anno, insieme alla canotta Culture.
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— Miami HEAT (@MiamiHEAT) November 6, 2023
LeBron, intervistato da Tim Reynolds di The Associated Press, ha fatto un viaggio nella memoria quando ha risposto alle domande sul nuovo terreno di gioco e sulle quattro stagioni disputate con Miami. Un’esperienza che lo ha portato a quattro NBA Finals, vincendo i primi due titoli della sua carriera. A quel tempo Culture era la filosofia e la parola d’ordine degli Heat, sulle divise c’è arrivata molte stagioni dopo.
«Veramente non ne abbiamo parlato molto. Semplicemente arrivavi, facevi il tuo lavoro e tutto quello che mettevi per svolgere il tuo compito avrebbe dato i suoi frutti sul campo.»
«Penso che sarei comunque arrivato al livello a cui sono ora anche non venendo qui. Non fraintendetemi: i quattro che ho trascorso qui sono stati fantastici. Ne ho adorato ogni aspetto, ho amato la franchigia che è una delle migliori al mondo.»
«Ma per quanto riguarda la mia carriera, sarebbe stata la stessa dal punto di vista individuale, perché io so quanto ho dato al gioco e faticato per diventare quello che sono adesso. Ma quello che ho imparato qui, sicuramente non è stato secondo a nessuno.
Il mantra «La squadra che lavora duramente, meglio preparata, più altruista, tosta, cattiva e terribile della NBA» è stato il nucleo attorno a cui Riley ha speso circa 30 anni coltivando e costruendo a Miami.
Era l’estate del 2010 quando gli Heat avevano portato James e Chris Bosh a Miami per farli giocare insieme con Dwyane Wade. Il coach di allora, Erik Spoelstra, è ancora al suo posto in quello che è l’icarico più lungo della NBA dietro al solo Gregg Popovich a San Antonio.
Per LeBron, questa è la Culture: Riley, Spoelstra, i dirigenti Micky Arison ed Andy Elisburg oltre a molti altri erano qui a Miami prima che lui arrivasse e qui rimarrano.
«San Antonio a parte, penso che i Pittsburgh Steelers e i New England Patriots [entrambe nella NFL, nda], siano le uniche franchigie con la stessa stabilità degli Heat.»
Il quattro volte MVP vede dei parallelismi anche tra la sua mentalità e quella di Riley:
«Riley parlava sempre di come far si che l’obiettivo principale resti tale, così come è sempre stato per me.»
LeBron James ha giocato le sue prime sette stagioni con i Cavaliers. Dopo i quattro anni a Miami è tornato a Cleveland, dove ha vinto un titolo nel 2016. Questa è la sesta stagione a Los Angeles, dove ha vinto un titolo nel 2020 nella bolla di Orlando. Lo scorso febbraio ha superato il record di Kareem Abdul-Jabbar e quest’anno è il giocatore più anziano della NBA.
«Avevo 25 anni quando sono arrivato qui, ero ancora un ragazzino, anche se ero nella lega da sette anni. Sono venuto per una sola e unica ragione: vincere dei titoli. Quello era il mio obiettivo. Quella è stata l’unica ragione per cui mi sono unito con D-Wade e Bosh, perché sentivo come se non avessi potuto farcela a Cleveland. Ho provato a portare dei ragazzi a Cleveland, ma non ci sono riuscito. Quindi ho avuto un’opportunità da free agent e ho fatto quello che pensavo sarebbe stato il meglio per la mia carriera.»
In copertina: LeBron James al Kaseya Center (Lakers.com)
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LeBron James ha superato Kareem Abdul-Jabbar, diventando il miglior realizzatore della storia della NBA. Leggi gli articoli dedicati al record del quattro volte MVP scritti dalla redazione di LakeShow Italia:
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