In copertina: LeBron James e Darvin Ham nel corso della gara tra Los Angeles Lakers e Philadelphia 76ers alla crypto.com Arena (Sean M. Haffey and Allen Berezovsky, Getty Images)
Altro giro, altra sconfitta in volata. Un film sostanzialmente già visto: James super, il supporting cast meno e delle scelte discutibili hanno permesso a Philadelphia di portare a casa la loro ventisettesima vittoria.
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✅ Lakers vs 76ers: i Plus
L’ennesima pietra miliare raggiunta dal Re e un giovane di belle speranze.
👑 A King without a Kingdom
Eccoci di nuovo, performance roboante, secondo nella storia a mettere a referto 38.000 punti e… una sconfitta difficile da digerire.
In particolare, il primo quarto di LeBron James è stato fantastico: 16 punti, 2 rimbalzi e 3 assist in 9 minuti ed il tentativo di aiutare una squadra che proprio non riesce a vedere la luce se non crea lui.
Potrei scrivere tanti numeri interessanti e continuare a piazzare giocate importanti che James ha fatto durante la partita ed in particolare nel primo e nel quarto periodo ma sarebbe ripetitivo e stantio.
Magari fa più senso discutere l’uscita senza salutare e passare dalla panchina che non è una abitudine comune di The Choosen One ed il seguente reel di Instagram che la dice tutta.
👌 Not Bad Max
Che Max Christie sia un fan favorite non c’è dubbio, ma non è qui solo per quello. Quando Max è in campo succedono cose buone, specie in difesa.
Nel possesso i Lakers sono a zona, l’uscita di Joel Embiid sul left block allontana Thomas Bryant dal centro della zona e dunque crea un buco un buco.
Christie prima copre Brown, che era in ritardo in punta, poi si gira e si rende conto della presenza di Niang e dell’assenza di TB. Di conseguenza, copre l’eventuale passaggio profondo e si fa vedere sulla linea di penetrazione di James Harden, permettendo a Troy Brown Jr. di recuperare e stoppare il Barba.
Tantissimo c’è ancora da lavorare, ma la sensazione che si possa aver trovato un’altra gemma cresce ed almeno ci addolcisce la pillola.
❌ Lakers vs 76ers: i Minus
Cattive idee, cattive letture e cattive scelte. Un minimo comune denominatore di inefficienza e distrazione accomunano le performance dei giocatori e del coaching staff dei Lakers nella sfida coi 76ers.
🏃 Correre, senza un domani
Tante volte ho letto che i Lakers funzionano solo in transizione, che con Russel Westbrook si deve correre e cosi via. Probabilmente, ad occhio nudo, sembra sia la strategia migliore.
Certo, è un controsenso se ci pensate: un team in cui le due stelle principali, al momento, sono due over 30 ha come migliore soluzione correre? Indovinate? Correre potrebbe non essere la scelta giusta, o meglio potrebbe non esserlo sempre. A partire da questo dubbio mi sono messo a rovistare nei numeri per provare a capirci qualcosa.
In stagione i Lakers sono il sesto team per “frequenza” in transizione con il 19% dei possessi, di contro però se si guardano i PPP i gialloviola mettono a segno per esecuzione solo 1,11 punti, che li fa essere la ventunesima squadra della lega in questa statistica.
Sempre continuando ad approfondire l’efficienza dei Lakers nel fondamentale, un numero indicativo è che nel 13.5% dei casi si termina l’azione con una palla persa, secondi nella lega.
I numeri migliorano se si guarda il quantitativo di falli ed and-one in transizione, che accoppiati alla discreta stagione ai liberi potrebbero spiegare la scelta di Ham.
Probabilmente, la verità sta nel mezzo.
I Lakers non sono un team efficiente in transizione ma la carenza di tiro, e di conseguenza di spazio per LeBron e Russ ci costringe a cercare soluzioni in “velocità” che pero’ aumentano la tendenza ai turnover e sfiancano le nostre stelle vintage.
Dall’altro lato, nel 2023, James e Westbrook non riescono più dal primo passo a superare tanti avversari nella lega e se gli si vuole dare un’arma con la quale lottare contro le difese avversarie correre è la scelta più logica.
🫠 Müde, vielleicht?
Nell’ultimo mese Dennis Schröder è salito di livello e non poco.
Il fedelissimo di Ham nelle ultime dieci ha contribuito in maniera importante al filotto di vittorie che ha preceduto le tre sconfitte dell’ultima settimana. 15 punti, il 40% da tre e un buon apporto difensivo ci hanno portato ad elogiare il tedesco in diversi Plus & Minus e nel podcast.
Contro Philadelphia probabilmente non era in serata.
Il primo tempo di Dennis the Menace è stato apatico e svogliato, e quando un giocatore che fa dell’energia e della velocità il suo punto di forza approccia cosi non può nascere niente di buono.
In particolare le scelte di Schröder nella gestione del pick-and-roll sono state pessime in tutta la partita, alla fine giocherà 8 possessi in questa situazione mettendo a referto un misero 0.75 PPP.
In difesa, dove di solito la sua pressione si fa sentire il tedesco è stato molto poco efficace. De’Anthony Melton e Tyrese Maxey, che sono gli avversari che ha marcato di più, hanno sostanzialmente fatto quello che volevano.
C’è da considerare i molti minuti di difesa Lakers a zona ma il 17 gialloviola è sembrato poco attivo e lento di gambe anche in situazioni in cui potenzialmente aveva vantaggio come la seguente:
🧠 Coaching or not Coaching…
Sarà un caso, ma negli ultimi due mesi spesso mi è capitato di piazzare il nostro Darvin Ham in questa sezione.
Negli ultimi tempi, i Lakers hanno perso diverse partite che secondo me portano la firma dell’ex Bucks: le scelte scellerate con i Celtics, la marcatura di Luka a Natale e tante altre decisioni hanno fatto storcere il naso ed ad addetti ai lavori ben più quotati di LakeShow.
1:05 dalla fine, Lakers sotto di 2 e palla ai 76ers.
Pressione a tutto campo, ricezione di Maxey, palla per Harden e pick-and-roll alto con Embiid.
Se riportate indietro la partita, potrete trovare un numero di situazioni in cui Embiid dopo aver bloccato invece di rollare rimane sulla linea del tiro libero, esattamente come in questo possesso cruciale per la partita.
In particolare Joel è stato in quella situazione molto efficiente, 4/6 incluso il canestro di cui sopra.
Ma questo cosa c’entra con Ham?
C’entra e tanto. La scelta di Ham di droppare profondo praticamente sempre cercando di impedire che Harden potesse andare al ferro senza vedere un aiuto ha dato un assist di facilissima lettura a Doc Rivers, non esattamente un fulmine di guerra.
Ogni volta che il marcatore di The Process droppava profondo oltre a non rollare si è sempre allontanato orizzontalmente di modo da migliorare l’angolo di passaggio per l’attaccante e rendere difficile il recupero del suo marcatore.
Possibile non si potesse provare altro?
Anche stavolta le lineup sono state sospette in chiusura ma dandogli come “scusante” l’assenza di 4 giocatori importanti come Walker, Davis, Beverley e Reaves quello che non si riesce a comprendere è come mai sembra si paralizzi nelle scelte nelle partite punto a punto e dopo quasi 4 mesi di stagione la misura è quasi colma.
Non mi va di soffermarmi molto sul chiamare o meno timeout nell’ultimo possesso, come racconta Ham in conferenza Westbrook contro Embiid teoricamente è un mismatch favorevole ma poi nella pratica sappiamo che l’assenza di tiro ha dato una lettura facile a Joel cioè quella di staccarsi e di aspettare Russ al ferro.
Possiamo sindacare sul fallo che poi il lungo franco-camerunese commette, ma la verità è che la soluzione più logica era fermare il gioco e preparare una situazione con 2/3 opzioni e non affidarsi alla foga di un giocatore che non è mai esattamente in controllo.
📅 Next Game
I Los Angeles Lakers tornano in campo nella notte (4:30 🇮🇹) tra Lunedì 16 e Martedì 17 Gennaio per affrontare gli Houston Rockets alla crypto.com Arena.
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Ascolta Lakers Speaker’s Corner, il podcast italiano dedicato ai gialloviola, su:
Ingegnere, partenopeo disperso tra le Alpi svizzere, world traveler. Ho cominciato con Clyde Drexler per finire ai Lakers. Everything in its right place, no?