In copertina: Darvin Ham durante la gara tra Lakers e Warriors al Thomas & Mack Center di Las Vegas. (Ethan Miller, Getty Images)

Ham passeggiava come se avesse appena vinto alla lotteria. I guadagni, però, non avevano nulla a che fare con la fortuna ai tavoli del casinò, ma con il modo in cui i Los Angeles Lakers hanno costruito il proprio roster nel corso di questa offseason.

Ecco perché Darvin Ham appariva rilassato e pieno di gioia mentre firmava autografi chiacchierano con i tifosi dopo la vittoria in Summer League contro gli Warriors. Il giorno dopo, in un’intervista telefonica a The Sporting Tribune, è sembrato ugualmente carico. Ecco le sue parole.

Intervista a Darvin Ham, tradotta in italiano da Alessandro Di Marzo per LakeShow Italia su autorizzazione di Mark Medina, editor di The Sporting Tribune.

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💫 «Attiriamo le stelle, ma dobbiamo preservare le nostre»

Ham è stato diretto: i Lakers hanno un roster da titolo.

«Sì, lavoriamo per questo. Dobbiamo vincere e farlo in grande. Non vogliamo solo i Playoffs, ma scalare la piramide e conquistarla.»

I Playoff da soli non bastano, soprattutto visto il modo in cui i gialloviola sono stati eliminati nelle ultime Western Conference Finals dai Denver Nuggets, con un netto 4-0 da parte dei campioni NBA.

«Il sentimento negativo verso quella serie rimarrà con me per tutta la prossima stagione.»

I Lakers hanno rifirmato quattro giocatori chiave: Reaves, Hachimura, Russell e Vanderbilt. In più, hanno aggiunto profondità con Vincent, Prince, Hayes e Reddish. Il tutto con contratti quantomeno gestibili, soprattutto considerando il punto di partenza a livello salariale.

«La nostra franchigia ha l’obiettivo di prendere stelle e i migliori talenti possibili. Non si tratta solo di vincere, ma di farlo in modo sostenibile.»

Questo perché Ham crede che la profondità renderà la vita più semplice sia a LeBron James che ad Anthony Davis: meglio agire così che affidare tutto a una terza superstar. Si è visto con Russell Westbrook: è stata la sua cessione a cambiare le prime carte in tavola a livello di costruzione del roster.

E il prossimo anno? Il quattro volte MVP giocherà la sua 21esima stagione, The Brow ha una rilevante storia di infortuni alle spalle. Ma ciò non significa che non saranno ancora in grado di dominare: lo faranno in modo più “leggero”, vista appunto la profondità trovata.

«Li gestiremo molto meglio. Non salteremo nessuno step, ci prenderemo cura delle situazioni senza che debbano reggere pesi eccessivi sulle spalle sin dall’inizio.»

🔝 Le conferme e i nuovi acquisti

Nella sua seconda stagione, Austin Reaves ha mantenuto medie di 13 punti e 3.4 assist, col 52.9% dal campo e il 39.8% da tre. Anche Rui Hachimura, dopo qualche gara, ha iniziato a brillare mettendo in mostra atletismo, difesa e grande versatilità. D’Angelo Russell è stato incostante al tiro, ma le sue abilità nella metà campo offensiva hanno comunque convinto i Lakers a puntare su di lui. Jarred Vanderbilt, infine, ha fornito grande supporto accanto ad AD nei rimbalzi e nel lato difensivo. Insomma, tutti hanno avuto più di un buon motivo per essere rinnovati.

«Si tratta di giocare a basket e farlo bene, scegliendo la giocata giusta senza esitazioni e senza preoccupazioni. Con le varie situazioni contrattuali dell’anno scorso, è normale pensare a tante cose, siamo umani e si parla di realtà. Affari così ti cambiano la vita, ora siamo più solidi e so che i ragazzi giocheranno lasciando tutto in campo.»

I nuovi arrivi? Tutti colmeranno lacune differenti: Gabe Vincent aggiunge difesa e tiro, Taurean Prince e Cam Reddish allungano la rotazione delle ali. Jaxson Hayes farà respirare di più Davis ed è un buon rim protector. Ham ha visto in tutti loro una mentalità dura, di chi non si arrende mai, giocando un ruolo attivo nella scelta dei free agent. Ha influenzato Rob Pelinka e il resto del front office si è sforzato tanto per gestire il salary cap e, allo stesso tempo, raggiungere gli obiettivi sul mercato.

Il coach si è aperto con i nuovi, facendosi trovare genuino e facendo sentire ai giocatori di essere voluti. Prince, inoltre, è già stato allenato dall’allora assistente Ham ad Atlanta, dal 2016 al 2018.

«Hanno l’opportunità di impattare sulle vittorie. Con loro sarà onesto e giusto e loro lo sanno. Non dirò sempre loro ciò che vogliono sentire, ma voglio che siano parte della cultura di questa franchigia.»

Per accertarsi che le cose vadano in questo modo, Ham ha assunto anche DeMarre Carroll come assistente per lo sviluppo dei giocatori: i due, dopo il periodo a Milwaukee con Mike Budenholzer e l’anno ad Atlanta nel 2013/14, si conoscono bene. Miles Simon, Jon Pastorek e Dru Anthrop sono andati ai Suns da Frank Vogel, ma probabilmente non ci saranno altri cambiamenti nello staff.

Insomma, è stata una buona offseason. Non ci sono stati colpi alla Phoenix o alla Golden State, che con Bradley Beal e Chris Paul punteranno a vincere per davvero.

«In ogni caso le uniche cose che possono fermarci sono il nostro approccio e la nostra mentalità.»

👀 Gli elogi a Reaves e le occhiatacce ai Nuggets

Nel corso della Summer League a Las Vegas, il coach dei Lakers è stato anche ospite del podcast #thisleague UNCUT, condotto dagli insider Marc Stein e Chris Haynes. E non ha perso l’occasione per parlare bene di Austin Reaves.

«Ve lo dico, Reaves diventerà un All-Star prima o poi. Il ragazzo compete per davvero, ed è un grandissimo uomo, sempre simpatico e semplice, ma grande lavoratore. Non ha paura nei momenti importanti e voglio continuare a farlo crescere. È la nostra guardia titolare, e credo che raggiungerà livelli ancora più alti.»

I Nuggets sono ancora una grande squadra, nonostante le perdite di Bruce Brown (Pacers) e Jeff Green (Rockets). Ma niente deve impaurire i Lakers. In ogni caso, una frecciatina ai campioni non fa mai male…

«Denver ha perso Murray o Jokic? No. Ho visto Mike Malone festeggiare, come lo chiameranno ora? Lakers’ Daddy? Dio lo benedica…non è finita.»


Ascolta Lakers Speaker’s Corner, il podcast italiano dedicato ai gialloviola, su:


Vent’anni, torinese, appassionato di sport dalla nascita e di pallacanestro NBA da qualche anno dopo. Nel tempo libero studio Economia Aziendale.

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