In copertina: Austin Reaves con Matt Barnes e Stephen Jackson

Il 2023 è stato l’anno della consacrazione per Austin Reaves. Sul campo, con l’ascesa nelle gerarchie dei Los Angeles Lakers culminata con gli ottimi playoff disputati. Durante la free agency, con il rinnovo quadriennale da 56 milioni di dollari. Infine, la convocazione di Team USA in vista della 2023 FIBA Basketball World Cup.

Estate ricca di soddisfazioni, trascorsa tra impegni e apparizioni diversi eventi: dal Reaves Brothers Basketball Camp organizzato col fratello Spencer (professionista in Germania), all’apparizione al prestigioso The Golf Classic 2023 organizzato da Sports Illustrated.

Nei giorni scorsi Hillbilly Kobe è stato ospite del podcast All The Smoke, condotto da Matt Barnes e Stephen Jackson. La puntata integrale sarà disponibile da domani sul canale YouTube dello show, ma sugli account social sono state pubblicate delle anticipazioni interessanti.

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💬 Austin Reaves su Stephen Curry, LeBron James e il Draft

Una delle domande poste da Barnes ha riguardato il confronto diretto con Stephen Curry, avvenuto durante le ultime Western Conference SemiFinals:

«Onestamente è stato un inferno. Il modo in cui si muove lontano dal pallone unito al sistema che gli hanno cucito addosso… Non puoi rilassarti praticamente mai.»

«Ricordo le prime due gare della serie: ho ricorso lui e Klay per tutto il tempo e non riuscivo a segnare nemmeno un tiro [7/20 dal campo, NDR]. Mi sentivo come se tutti mi guardassero pensando “Perché non segni mai?” Mentre io ero sulle gambe, senza fiato.»

«L’approccio al gioco di Steph è speciale, per come lo vede e come lo pratica. È stato molto divertente giocare contro di loro, ovviamente sono felice perché abbiamo vinto. Ma si, è stato un inferno difenderlo.»

Matt poi ha chiesto ad Austin Reaves di descrivere LeBron James, ma come persona non come giocatore:

«Si comporta come un dannato ragazzino, come se avesse diciotto anni. Non l’ho mai visto di cattivo umore: scherza sempre, ride, gioca. E per qualcuno che puoi mettere su di un piedistallo per tutto ciò che ha fatto, l’essere così affabile – con lui puoi parlare di qualunque cosa – è fantastico.»

«La cosa migliore di LeBron è che ogni giorno viene in palestra felice.»

Stephen Jackson ha invitato HBK a commentare la sua ascesa: dalla mancata scelta al draft al rinnovo firmato con i Lakers:

«Mi sento benissimo, alla fine il cerchio si chiude. Desideravo avere un’opportunità perché ero consapevole delle mie capacità e i miei agenti me l’hanno fornita. Potevo essere selezionato da Detroit con la 42esima scelta, ma abbiamo rifiutato perché ritenevamo Los Angeles una destinazione migliore.»

Barnes ha interrotto Reaves, invitandolo a chiarire meglio la questione dato che lui non credeva fosse vero:

«Con l’AMR Agency – per me sono i migliori – avevamo individuato le squadre in cui avrei potuto trovare spazio: Milwaukee era la prima, L.A. la seconda. Ma entrambe erano sullo stesso piano. Quando Detroit ci ha contattato, abbiamo declinato.»

«Volevamo la squadra che mi offrisse le maggiori possibilità di conquistare un posto a roster, non importa se con una scelta o un two-way contract. Non era necessario sentire annunciato il mio nome, certo mi sarebbe piaciuto, ma si trattava di avere l’opportunità di giocare a lungo.»

Ben fatto Austin, ben fatto.


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Ascolta Lakers Speaker’s Corner, il podcast italiano dedicato ai gialloviola, su:


NBA & Lakers on the couch, minors & post on the court. 1987, Showtime!

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