La scorsa settimana è andata in scena la sfida tra Miami Heat e Los Angeles Lakers, con la franchigia della Florida vittoriosa per un solo punto. Tra i volti attesi i soliti LeBron James, Anthony Davis e Jimmy Butler, anche se ne è mancato uno probabilmente meno impattante in campo, ma decisamente chiacchierato prima della partita: Gabe Vincent.

Leggi anche:

💵 Gabe Vincent: «Il mio valore era cambiato»

Il prodotto d’Università della California – Santa Barbara è stato uno dei più luminosi protagonisti degli scorsi playoff, con una cavalcata che ha visto gli Heat approdare alle NBA Finals, poi perse contro i Denver Nuggets.

Quest’estate, ecco il meritato premio: un contratto da 33 milioni di dollari per tre anni. Mica male per un undrafted. Con una piccola differenza rispetto al passato: niente più Miami (che si era fermata a circa 34 milioni per quattro anni), si vola a Los Angeles, non senza una nota di rammarico:

«Penso che Miami volesse che io rimanessi lì. Volevo tornare nella squadra con cui ero stato nelle ultime quattro stagioni e con cui avevo appena fatto una run fino alle Finals. Ma il mio valore era cambiato.»

«[…] Oggi ciò che mi manca di più è la gente, la cultura della città, i miei compagni e tutta l’organizzazione: sono cresciuto lì, mi importerà di loro.»

Con gli Heat oltre la soglia della luxury tax già dalla free agency dell’estate scorsa, anche solo aggiungere due milioni di dollari al monte ingaggi sarebbe costato più di cinque milioni di dollari totali alle casse della squadra: il salary cap, soprattutto da quest’anno, non perdona.

Gabe Vincent ha messo a referto 29 punti con 6/9 dall’arco nel terzo atto delle ECF vinte dagli Heat contro i Celtics.

Prima di approdare in NBA, Gabe Vincent ha giocato 55 partite in G League con le canotte di Stockton Kings e Sioux Falls Skyforce. Lo scorso anno ha percepito un contratto al minimo salariale da 1.8 milioni di dollari. Un bel salto in avanti, insomma.

L’inizio di stagione, in ogni caso, non è stato dei più memorabili: dopo le prime quattro partite, infatti, il numero 6 di Lakers si è dovuto fermare per un problema fisico, saltando proprio la trasferta a Miami:

«È un peccato. Volevo giocare di nuovo nell’arena, di nuovo davanti ai tifosi. Volevo esserci, sostenere i miei compagni di squadra e competere per vincere. È un peccato che non sia riuscito viaggiare con la squadra.»

La crescita di Vincent, in ogni caso, non è stata affatto baciata dal caso: dietro alla sua maturazione c’è una routine di abitudini esemplari che ha portato avanti con determinazione e impegno. La mentalità giusta nasce non dalle due tassative tazzine di caffè giornaliere, ma dalla famiglia: i genitori, Franklyn e Cynthia, sono infatti due psicologi.

«Mi hanno aiutato a instillare diversi valori in me, come affrontare le persone e le avversità. Questo mi ha aiutato molto nel mantenermi lucido a gestire le situazioni, riesco a bilanciarmi quando le cose vanno troppo bene o troppo male. Cerco di rimanere il più calmo possibile.»

«Credo che le routine siano importanti. Ogni volta che stai inseguendo un grande obiettivo o qualcosa di difficile, le tue motivazioni possono farti deviare, o persino allontanare in alcuni giorni. Ma le giuste abitudini e il lavoro duro ti riportano sulla strada giusta, ti riaccendono. C’è ancora da tanto da fare, giorno dopo giorno. La giusta routine può riportarti quella motivazione.»

Ora, sperando nel ritorno in campo il prima possibile, l’asticella si alza ancora: performare al meglio in una piazza come L.A., specie se si tratta della sponda gialloviola, non è facile e richiede ancora maggiore determinazione rispetto al normale. Ma con la sua mentalità e l’aiuto di leader come James, tutto sarà più semplice:

«Convivere accanto alla grandezza ti contagia» ha spiegato Vincent riguardo al giocare accanto a Butler e al Re.

«Giocare al fianco di James ti obbliga ad alzare il tuo livello. Negli ultimi quattro anni sono stato al fianco di Jimmy, osservando il modo in cui lavora, e ora farò lo stesso con LeBron. Sarà interessante notare le similitudini e le differenze.»

In copertina: Gabe Vincent durante l’NBA Media Day allo UCLA Health Training Center di El Segundo, California. (Adam Pantozzi, NBAE via Getty Images)

Fonti:


Ascolta Lakers Speaker’s Corner, il podcast italiano dedicato ai gialloviola, su:


LeBron James ha superato Kareem Abdul-Jabbar, diventando il miglior realizzatore della storia della NBA. Leggi gli articoli dedicati al record del quattro volte MVP scritti dalla redazione di LakeShow Italia:


Vent’anni, torinese, appassionato di sport dalla nascita e di pallacanestro NBA da qualche anno dopo. Nel tempo libero studio Economia Aziendale.

Categories:

Our Podcast
Most Recent
%d