In copertina: Christian Wood, Wenyen Gabriel, Anthony Davis, D’Angelo Russell e Kyrie Irving (Ringo Chiu via AP Photo)
Forse un giorno, quando avremo smaltito la frustrazione e guarderemo questa stagione con distacco e un pizzico di auto-ironia, scriveremo un pezzo sulle peggiori sconfitte dei Los Angeles Lakers nell’annata 2022/23. Sono tantissime e dolorosissime. Il match contro i Dallas Mavericks, però, terminato con un buzzer beater di Maxi Kleber, è a mio avviso in vetta alla lista degli eventi sciagurati di questa stagione amara.
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Indice dei Contenuti
✅ Lakers vs Mavericks: i Plus
La panchina è riuscita a ribaltare un partita che a metà terzo quarto sembrava quasi compromessa. Una menzione speciale la merita un ragazzo che giusto due giorni fa ha subìto delle critiche ingenerose.
Hustle Wenyen
Fa male pensare che l’effort di Wenyen Gabriel non sia stato premiato con una W. Il sudsudanese è stato per distacco il più attivo nel front court gialloviola, così come era accaduto nel match di un paio di mesi fa, sempre contro i Dallas Mavericks.
Gabriel è un giocatore con chiari limiti in entrambe le metà campo. La tendenza ad abbassare le braccia quando deve contestare un tiro al ferro, ad esempio, lo porta a commettere falli ingenui e il suo range di tiro limitatissimo lo rende un minus in attacco.
Nella partita contro i Mavs, però, Wenyen è riuscito ad incidere sfruttando la sua energia e i suoi istinti. Uno dei compiti principali assegnatogli da Ham è stato quello di marcare Christian Wood. L’ex giocatore dei Pistons rappresenta in questo momento un’opzione offensiva fondamentale per Dallas, soprattutto nei minuti in cui Kyrie riposa. Wenyen lo ha costretto ad un brutto 5/15 dal campo con tre palle perse.
Nell’ultimo quarto poi Gabriel è stato strumentale nel cambio di strategia difensiva su Irving. Dopo aver patito le pene dell’inferno tra il terzo e l’inizio del quarto periodo, Ham decide di portare qualche blitz su Kyrie, provando a togliergli la palla dalle mani. Una strategia che, a mio avviso, ha pagato i suoi dividendi mandando fuori ritmo l’attacco di Dallas (solo 15 tiri tentati e 22 punti segnati nel quarto periodo).
Spesso è stato proprio Gabriel a portare il blitz, un compito che aveva già svolto in maniera egregia nella partita di due mesi fa, in quel caso contro Doncic.
L’impatto più grande di Gabriel, però, è stato sicuramente a rimbalzo. Nei primi tre quarti Dallas aveva fatto il bello e il cattivo tempo sotto le plance gialloviola raccogliendo ben 7 rimbalzi offensivi (4 il solo Powell).
Nell’ultimo parziale Ham ha provato un aggiustamento schierando Davis insieme a Gabriel. Una mossa che si è rivelata vincente dal momento che Dallas ha chiuso il parziale con 0 rimbalzi offensivi e non ha praticamente più inciso con i propri lunghi (l’unico canestro dal campo del frontcourt di Kidd sarà il buzzer beater di Kleber).
Wenyen è stato determinante anche nell’assicurare extra-possessi ai Lakers. Se i gialloviola, infatti, nel quarto periodo hanno tirato sei volte in più di Dallas il merito è soprattutto del giocatore sudsudanese.
Bench mob
Come accaduto nella partita vinta contro i Raptors, i Lakers sono riusciti a cambiare passo grazie alla propria panchina. Oltre a Gabriel, gli altri due protagonisti della mini-rimonta gialloviola sono stati senza dubbio Dennis Schröder e Austin Reaves. Partiamo da quest’ultimo.
Il prodotto di Oklahoma è probabilmente la più grande certezza del roster dei Lakers, persino più di Anthony Davis. Se escludiamo alcuni rarissimi passaggi a vuoto, Austin ha sempre mostrato una solidità ed una maturità incredibili per un giocatore al secondo anno in NBA.
Una delle skills in cui è migliorato maggiormente Reaves quest’anno (e sono parecchie) è la capacità di fare palleggio, arresto e tiro dal mid-range. In stagione Austin sta tirando con il 44% nei cosiddetti long mid-range shots, una percentuale solidissima soprattutto se paragonata al 29% della passata stagione.
Anche oggi nel finale di gara Reaves è sembrato il più lucido dei Lakers, attaccando un paio di volte i closeout dopo i raddoppi su Davis. Sono però imperdonabili i 3 liberi sbagliati, ma ne parlerò dopo…
Il primo stint di Dennis, invece, era stato abbastanza negativo e mi aveva lasciato pensare ad una fisiologica fase di appannamento dopo un più che discreto 2023.
In realtà è stato proprio Schröder ad alimentare la rimonta dei Lakers, prendendo in consegna Kyrie e soprattutto mandando a bersaglio una serie di canestri pesanti a cavallo tra terzo e quarto periodo.
Il merito principale di Dennis è stato quello di punire la difesa drop di Dallas. Kidd ha fatto di tutto per negare qualsiasi ricezione dinamica a Davis, per questa ragione era troppo importante segnare con continuità dal pullup. I Lakers lo hanno fatto poco.
Anche lui nel finale di gara è stato protagonista di alcune scelte ed esecuzioni sbagliate, ma la sua prova rimane nettamente positiva.
❌ Lakers vs Mavericks: i Minus
Purtroppo non mancano le note dolenti. L’ennesima sconfitta bruciante, caratterizzata da lapsus ripetuti nel crunch time, potrebbe avere grosse ripercussioni sul morale e la fiducia della squadra.
Crunch time execution
Non è la prima volta che ci troviamo ad analizzare un blackout dei Lakers nei minuti finali. Guardando le partite da “tifosi” è facile pensare che la squadra di Ham sia disastrosa nel clutch. Ma non è esattamente così. Se diamo un’occhiata ai dati di NBA.com notiamo come i Lakers abbiano giocato ben 40 partite decise negli ultimi possessi, con un record di 19-21.
Niente di drammatico quindi. Anzi la percentuale di vittorie è perfettamente in linea con quella generale. Il “problema” è aver giocato tante partite punto a punto. Solo Miami, Utah, Dallas e Indiana hanno disputato infatti più incontri risolti nel cosiddetto crunch time.
Anche contro i Mavs, come accaduto in altre circostanze, i Lakers hanno avuto grandi difficoltà ad eseguire nella metà campo offensiva e a coinvolgere Anthony Davis. Negli ultimi cinque minuti AD ha preso solamente 2 tiri, contro i 4 di Russell e i 2 di Schröder. Nella NBA del 2023 non è semplice creare conclusioni efficienti per un lungo nel clutch, soprattutto se il soggetto in questione, ovvero Davis, ha un range di tiro molto limitato e quindi non puoi coinvolgerlo, ad esempio, in situazioni di pick-and-pop (come avviene per Embiid).
Come accennato in precedenza, Dallas ha fatto di tutto per negare i roll di The Brow intasando l’area e anticipando i tempi dell’aiuto. L’unica ricezione semplice è stata sprecata da un brutto alley-oop di Dennis.
Quando, invece, i Lakers hanno provato a fare ricevere Davis in post, Dallas lo ha raddoppiato immediatamente scommettendo sulle percentuali da tre delle guardie gialloviola.
In generale è stato principalmente D’Angelo Russell a gestire i possessi offensivi dei Lakers nel quarto periodo. Purtroppo per lui, però, e per la squadra di Ham, D-Lo è incappato in una serata no al tiro e complessivamente è stato forse il peggiore in campo tra quelli con un minutaggio elevato.
Alla fine chiuderà con 0/6 dalla lunga distanza e tanti errori anche nelle conclusioni dal mid range.
La sensazione è che Russell voglia essere decisivo in partite di questo tipo. È sicuramente positivo che abbia questa attitudine, ma deve comunque migliorare nelle scelte e nell’esecuzione offensiva. In generale se questa squadra vuole davvero competere ai playoff non può permettersi di non tirare neanche una volta nel pitturato nel crunch time accontentandosi del primo jumper disponibile.
L’ultimo minuto di Anthony Davis
Anche Anthony Davis ha avuto in passato dei finali di gara poco brillanti, ma raramente gli ho visto collezionare lapsus difensivi a ripetizione come accaduto contro i Dallas Mavericks.
Negli ultimi minuti di gara ci sono almeno tre scelte difensive avventate, che non rendono onore alla sua fama di perenne candidato DPOY.
La frittata grossa, però, viene cucinata da chef Davis nell’ultimo minuto, quando prima commette un fallo stupido e grave contro Kleber e poi, sull’ultimo possesso, si mette in posizione per andare a rimbalzo invece di chiudere sul mattatore di serata con la maglia numero 42…
Non bisogna fare drammi (Davis, tra l’altro, è protagonista anche di una grande stoppata su Kyrie nel finale), ma è innegabile come distrazioni di questo tipo possano costare una stagione. Mi aspetto, dunque, un bounce back immediato da tutta la squadra, nella speranza che James possa tornare il prima possibile per alleviare il carico fisico e mentale che i Lakers stanno sopportando nelle ultime tre settimane e che, in parte, può spiegare simili blackout.
Free throw madness
È inaccettabile tirare con il 60% ai liberi in questo momento della stagione. Non farò analisi sofisticate sul perché di una prestazione di questo tipo. Probabilmente, come accennato in precedenza, la squadra è in un piccolo momento di down dopo gli sforzi post infortunio di James e paga in termini di lucidità.
Rimane, però, il fatto che i Lakers abbiano perso una partita fondamentale soprattutto per gli errori dalla linea della carità. Stupisce in particolare che Reaves, solitamente perfetto ai liberi, ne abbia sbagliati addirittura tre. Meno insolito e decisamente più allarmante l’ennesimo libero fallito da Anthony Davis quando più contava.
Nell’ultimo minuto delle partite clutch AD è 6/13 (46%) ai liberi, contro il 14/14 di Schröder, il 5/5 di James e il 6/8 di Reaves. Numeri che si commentano da soli e non ammettono giustificazione alcuna.
📅 Next Game
I Los Angeles Lakers tornano in campo nella notte (2:30 🇮🇹) tra Domenica 19 e Lunedì 20 Marzo per affrontare gli Orlando Magic alla crypto.com Arena.
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Calabrese, gobbo, tifoso Lakers: insomma, una persona orribile. Ossessionato dallo sport in ogni sua forma, dopo aver visto Kobe e Shaq su Tele+ ho sviluppato una grave dipendenza dalla NBA.